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Ciao a tutti! “Bentornata Adrenalina”. Molto bella, ispirata al Futurismo, l’illustrazione di lancio di questa Eicma numero 78, che da una parte ci ricorda il digiuno forzato dell’anno scorso e dall’altra punta sulla passione. C’è l’idea della velocità, c’è il concetto dell’avventura e quello del fascino della moto. E tutto quel bel rosso Ducati. Cosa dite? Che Ducati non c’è? Lo avevo scordato.
BMW e KTM, poi successivamente anche Ducati, hanno fatto sapere che passano la mano. Davvero il marketing virtuale e i social possono sostituire il contatto fisico con il prodotto? Noi ne dubitiamo. Se mancano la fisicità e la condivisione del grande evento, tutta la sfera emotiva resta fuori dal gioco. Seguire a distanza non è la stessa cosa, altrimenti nessuno andrebbe al concerto di Vasco Rossi, basterebbe ascoltare musica in tutta comodità da casa propria. E non si andrebbe nemmeno al cinema, perché per vedere un film sarebbe sufficiente la tivù…
E’ un po’ che se ne parla. Per certi versi è vero che queste rassegne internazionali europee sono diventate anacronistiche: sono molto complesse e costose per gli espositori, la stagionalità ha perso significato, i mercati emergenti sono lontani e avanti così. Persino le ragazze sulle moto - e so di suscitare un vespaio - sono diventate lo specchio di un tempo e di una cultura che non esistono (quasi) più…
Noi di Moto.it abbiamo creato il MotoFestival quando Eicma è saltata, e anche quest’anno manderemo avanti in parallelo la nostra iniziativa editoriale; fermo restando che parteciperemo direttamente alla Fiera di Rho, anche se con la pandemia avrà dei limiti oggettivi. BMW Italia ha detto “Grazie, a Eicma non ci saremo”. Lo scorso gennaio BMW Motorrad aveva annunciato una nuova strategia di lancio delle novità che non prevedeva più la partecipazione a EICMA e Intermot.
Pazienza se questo sarà un salone pieno di significati, pazienza se sarà il simbolo della ripresa e del coraggio, se sarà un investimento sul futuro.
Ma la Ducati. Pareva impossibile. Il suo spazio espositivo è da anni il più assediato, ogni volta di più è al centro della festa. E non potrebbe essere altrimenti perché il marchio resta la bandiera della moto italiana, della genialità, della tecnologia, uno dei massimi simboli della nostra stessa passione. Molti lettori ci scrivono e sono amareggiati, mai si sarebbero aspettati questo stop, anche considerando che Ducati viene da un anno eccezionale per risultati di vendite nel mondo.
Non è a noi che Ducati dovrebbe spiegare la sua scelta, naturalmente, ma agli appassionati sì: a tutti quelli che in nome dell’amore per la moto si muoveranno dalle loro case, affronteranno le spese e le complicazioni dettate dalla pandemia, magari si metteranno in fila per fare il tampone all’ingresso se non sono vaccinati. Già me li vedo, come ogni anno: “dov’è, dov’è lo stand della Ducati?”.