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Tomoki Taniguchi, Vicepresidente di Suzuki Italia e numero uno della divisione moto, parla un ottimo inglese. Ha studiato e vissuto a lungo in Gran Bretagna, e forse per questo è lontanissimo dallo stereotipo del giapponese taciturno e chiuso. Allegro, sorridente ed espansivo, preferisce che lo si chiami Tom. E' un appassionato vero - ama le GSX-R, con cui quand'era in Giappone scappava a girare a Ryuyo ogni volta che poteva - e ama parlare di moto.
E' quindi sempre un vero piacere scambiare due chiacchiere con lui. Anche in occasioni come quella di EICMA, dove il gioco delle parti spesso impone risposte aziendaliste. Abbiamo parlato con Tom in occasione di EICMA 2019, parlando di Suzuki un po' a tutto tondo. Iniziando, com'è ovvio, dalle vendite, per capire quali siano, sui vari mercati, i modelli più gettonati.
"Per quanto riguarda l'Italia, la nostra best seller è sicuramente la V-Strom 650, mentre in altri Paesi europei la GSX-S 750, che qui è la seconda, fa meglio. Subito dietro c'è il Burgman 400".
La regina dello stand è però ovviamente la nuova V-Strom 1050. Che aspettative avete? E soprattutto: visto l'importante richiamo al modello del passato, non avete pensato di chiamarla DR-Big?
"Siamo sicuri che la DL sia una moto ottima, con grandi aggiornamenti. Ha un motore collaudato, ma è più potente, più sicura e più dotata come elettronica: è stata aggiornata per venire incontro alle richieste del pubblico. Per quanto riguarda il nome, al nostro interno ne abbiamo parlato a lungo, ma visto il motore a V, e tutti gli investimenti fatti negli ultimi 20 anni su questa moto - non ultimo la creazione di una gamma completa, con 250, 650 e 1000 - abbiamo pensato di mantenere la denominazione V-Strom"
La V-Strom non è però la prima Suzuki in questo periodo a fare leva su un design del passato. C'è anche la Katana 1000, protagonista di un nostro progetto a lungo termine, che tra l'altro ha avuto una gestazione molto particolare. E' infatti nata in Italia dalla matita di Rodolfo Frascoli, ma in Giappone è piaciuta così tanto che ne hanno fatto un modello di serie. Com'è andata?
"Tutto è nato come una proposta di concept; quando abbiamo visto i bozzetti abbiamo pensato che fosse un'ottima idea - ovviamente, Katana è un modello dall'elevato valore storico per Suzuki, e quindi abbiamo deciso di metterla in produzione. E' nata in italia, per mano di un designer italiano, ma dopo il lancio sul mercato, ad inizio anno, è stata un grande successo sul mercato interno: in Giappone non riusciamo a soddisfare la domanda, tanto è elevato il numero di richieste dei clienti. Allo stand abbiamo una concept, la Yoshimura Edition (vedasi gallery, NdR) con la quale vorremmo capire cosa piace ai nostri clienti e cosa no. Sicuramente è stato un modello dalla gestazione atipica"
Sappiamo bene che difficilmente otterremo risposta, ma vale la pena di tentare. Qualche anno fa avete depositato il marchio Gamma, e considerando il lavoro sul motore sovralimentato... possiamo pensare che V-Strom e Katana non saranno gli ultimi modelli con richiami al passato?
"Ottima domanda. Non smentisco nulla, però abbiamo creato un nome molto forte con la famiglia GSX-R; anche in MotoGP la nostra moto si chiama GSX-RR, quindi crediamo che GSX-R sia ormai un nome molto forte, più di Gamma. Lo manterremo sicuramente"
Il che ci fa pensare che il nome GSX-R 700T, che circola attorno al prototipo turbo, non sia del tutto campato in aria. Ma visto che Tom ha parlato di sport insistiamo. I risultati del programma MotoGP sono ottimi, e anche in questo caso, come per la Katana, c'è un forte legame con l'Italia visto che il reparto corse è qui. Siete soddisfatti? E quali sono le aspettative per il futuro?
"Per quanto riguarda la MotoGP, siamo assolutamente soddisfatti dei risultati ottenuti. Rins ha vinto due gare, è quarto nel Mondiale, e credo sia uno dei migliori piloti in circolazione, che abbia un grande potenziale e che nelle prossime stagioni possa giocarsi il titolo. Ma anche Mir è un ragazzo molto equilibrato, calmo; si è ripreso bene dall'infortunio - abbiamo dei giovani molto forti"
Credi che Suzuki abbia guadagnato in termini di riconoscibilità e valore del brand?
"Assolutamente si. Del resto è il motivo per cui corriamo, il ritorno è sotto forma di branding e comunicazione. E poi vediamo il ritorno anche sulle auto e sui fuoribordo, nonostante siano settori completamente diversi. Anche sul piano tecnico c'è un grande riscontro. Gareggiando in MotoGP acquisiamo dati che poi riusciamo ad utilizzare sulla produzione di serie - anche se sicurezza e gare sembrano agli antipodi, c'è tanta tecnologia che nasce in gara e poi viene adottata sui prodotti di serie per migliorarne la sicurezza"
Ma visto che credete così tanto nella GSX-R... possiamo aspettarci un ritorno in Superbike?
"Mi piacerebbe molto, personalmente, ma al momento non posso confermare o smentire un nostro impegno. Però si, ci piacerebbe davvero molto rivedere le nostre moto sulla griglia di partenza..."