Toshihiro Suzuki: “Vedrete modelli Suzuki molto innovativi”

Toshihiro Suzuki: “Vedrete modelli Suzuki molto innovativi”
In occasione del Salone di Milano, abbiamo avuto la possibilità di incontrare il presidente e CEO della Casa di Hamamatsu, per discutere del futuro di Suzuki e dei suoi settori auto e moto, in una tavola rotonda
18 novembre 2016

Non è inusuale, nel nostro settore, trovarsi a parlare con un giapponese il cui cognome coincide con quello di una Casa produttrice. Vi assicuriamo però che quando la persona in questione si chiama Suzuki, ed è allo stesso tempo presidente, amministratore delegato e capo delle operazioni dell’omonima multinazionale, un minimo di riflessioni si inizia a farle.

La prima sta nell’innegabile onore di cui ci si sente investiti, con la possibilità di parlare faccia a faccia con il numero uno di un’azienda che ha fatto – e continua a fare – la storia del motociclismo. Quella che ci ha regalato Katana, Gamma, GSX-R, DR Big, e che tante altre cose ha in serbo.

La seconda sta nel fatto che, a differenza delle dirette concorrenti, il fatto che chi guida l’azienda si chiami come l’azienda stessa (sgombriamo subito il campo da equivoci, non si tratta di omonimia) confermi diverse affermazioni della Casa. Suzuki è ancora un’impresa in qualche modo a gestione familiare, legata alla proprietà dinastica di una famiglia orgogliosa del proprio operato e da essa guidata. I suoi progetti, per capirci, non sono figli di un amministratore delegato legato a bonus o pacchetti azionari, ma di chi ama profondamente l’azienda di famiglia e guarda ad un futuro più lontano di un bilancio trimestrale.

Ad EICMA 2016 abbiamo avuto la possibilità di incontrare Toshihiro Suzuki (Presidente, CEO e COO di Suzuki, appunto) in una tavola rotonda riservata a pochi giornalisti di tutto il mondo, per parlare con lui non solo dei progetti futuri della sua azienda, ma anche delle prospettive della mobilità a due e quattro ruote.

Iniziamo dai piani per il futuro relativamente alle soluzioni elettriche e sovralimentate, entrambe protagoniste di concept e prototipi mostrati da Suzuki ai saloni internazionali

«Possiamo confermarvi che il motore turbo è in fase di sviluppo. Stiamo lavorando anche sull’elettrico, ma al momento non abbiamo ancora deciso in che misura impiegarlo nella nostra produzione di serie. Dovete sempre tenere presente che i nostri piani ragionano in ottica globale, e se pensate ai mercati emergenti, in Asia, è evidente come là manchi completamente un’infrastruttura in grado di supportare la tecnologia elettrica. Dobbiamo capire bene come investire le nostre risorse».

Il concept Suzuki Recursion sovralimentato
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Corretto. Suzuki inoltre, essendo un costruttore sia auto che moto, pensa in ottica globale anche in termini di travaso tecnologico fra i due settori.

«Si, soprattutto se pensiamo al prossimo traguardo, l’interconnessione fra i veicoli, ma anche soluzioni come la guida autonoma. Non nascondiamo l’interesse per quest’ultima, che però, a parte i problemi di sicurezza, probabilmente andrebbe ad interferire con il divertimento di guida, che è uno dei nostri punti fermi. Invece possiamo confermarvi come l’interconnessione fra i veicoli è una strada che stiamo percorrendo».

«Insomma, abbiamo tanti progetti in cantiere, ma, come ripetiamo sempre, obiettivo imprescindibile per le nostre moto è il fatto che accelerino, voltino e frenino. Migliorare il gusto di guida dei modelli che proponiamo è la nostra prima preoccupazione, e la cosa non cambierà per il futuro».

Allora pensate di rientrare ufficialmente nel Mondiale Superbike con la nuova GSX-R?

«Ci stiamo pensando» risponde Suzuki-san sorridendo. «Quando arriveremo sul mercato, sulla base dei primi feedback da parte delle squadre private e dei tester indipendenti prenderemo una decisione».

Come vedete la mobilità urbana del futuro? Due ruote oppure microcar?

«Stiamo lavorando su entrambe le possibilità, non è così semplice fare una scelta – entrambe le soluzioni hanno pregi e difetti. Dobbiamo osservare il mercato, capire bene cosa serve, e solo dopo potremo definire una strategia precisa, se dovessimo essere proprio costretti a scegliere fra una delle due».

Toshihiro Suzuki in sella al nuovo Burgman 400 presentato ad EICMA
Toshihiro Suzuki in sella al nuovo Burgman 400 presentato ad EICMA

In effetti ci sono grandi mutamenti in termini di comportamenti del pubblico, nelle grandi città. C’è chi ipotizza che in 10 anni le grandi metropoli saranno dominate dal car-sharing, e che le auto private verranno quasi abbandonate. Credete che ci possa essere un futuro anche per le moto, in questo nuovo modello di utilizzo?

«Si. In particolare pensiamo a modelli di piccola cilindrata, che potrebbero essere ottimi protagonisti nell’uso condiviso – cosa che in certe realtà accade già a livello aziendale. Sicuramente bisognerà trovare una soluzione per i problemi di sicurezza ed assicurativi; penso ad abbigliamento tecnico, casco e problematiche di questo tipo. Ma sono problemi a cui non possiamo dare una soluzione noi, tocca alle amministrazioni e alle aziende che producono abbigliamento e sicurezza».

Suzuki ha passato un periodo piuttosto difficile. Da cosa è nato, e come ha lavorato per uscirne?

«Quando la crisi mondiale ha colpito, Suzuki ha ridiretto gran parte del suo impegno verso mercati più vivaci, interessati però a cilindrate più piccole. Adesso stiamo tornando a concentrarci su moto più divertenti – che corrono, voltano e frenano, insomma – capitalizzando su quella che da sempre è il nostro punto di forza: fare moto divertenti».

«Stiamo sviluppando moto ragionando in termini di famiglia: la famiglia GSX-R, la famiglia V-Strom e via discorrendo, cercando di svilupparle tutte tenendo sempre a mente questa nostra filosofia, il gusto di guida. Però possiamo dirvi che stiamo anche pensando a modelli al di fuori di quelle che sono le famiglie che già conoscete: arriveranno delle moto decisamente uniche, come in passato sono state la Katana o la Gamma. Abbiate un po’ di pazienza».

Un momento della nostra tavola rotonda
Un momento della nostra tavola rotonda

Quindi possiamo aspettarci una maggior attenzione al mercato europeo?

«Non vogliamo parlare di mercati specifici, ma sicuramente possiamo dire che ci concentreremo di più sui modelli di grossa cilindrata. E così facendo, crediamo che potremo sviluppare soluzioni tecnologiche che piano piano diventeranno patrimonio dei modelli più accessibili sia economicamente che prestazionalmente. Abbiamo molte idee, anche molto particolari, ci serve solo il tempo di svilupparle».

Circa quattro anni fa Yamaha, per bocca di Miwa-san, ha chiesto scusa perché la loro gamma non era in grado di rispondere alle aspettative del pubblico. Ora sono uno dei costruttori di maggior successo in Europa, con alcuni modelli davvero eccelsi. Diciamo che avete le stesse intenzioni?

«Yamaha è stata bravissima con questo tipo di strategia. Si, è lo stesso percorso che stiamo intraprendendo noi, loro sono stati un po’ più rapidi…»

Una domanda più filosofica, se volete: crede che ora il panorama dell’industria motociclistica sia diventato più competitivo, dopo la crisi? Ora bisogna forse lottare un po’ di più per convincere il pubblico a spendere…

«Sicuramente – sono arrivati tanti modelli nuovi, tanta tecnologia innovativa per creare modelli più validi ed appetibili. Ma per noi non è cambiato nulla: siamo da sempre molto motivati a proporre il meglio che riusciamo a creare. Sicuramente dobbiamo lavorare di più per tutte le nuove tecnologie che stanno arrivando, in particolare l’interconnessione fra i veicoli ci porterà ad uno sforzo ulteriore».

Cambiamo argomento. Al momento, il segmento di maggior interesse in Europa sembra essere quello delle café racer e delle retrò. Cosa ne pensa Suzuki?

«Indubbiamente da un punto di vista commerciale è il segmento più promettente ed interessante. Abbiamo preso in considerazione la categoria, ma per il momento ci siamo concentrati sullo sviluppo della nuova GSX-R 1000 e delle altre famiglie in generale».

Questo significa che aggiornerete anche la 750?

«Naturalmente ci stiamo pensando. 600 e 750 ci sono già nella nostra gamma attuale, e dovremo pensare se mantenerle entrambe o concentrarci solo su uno dei due modelli. Ognuno dei due ha punti a favore e a sfavore».

Parliamo anche di sport. Siete tornati in MotoGP e avete avuto subito un grande successo. Ve lo aspettavate? Questa cosa ha avuto ripercussioni sulle vostre strategie e sul vostro atteggiamento?

«Siamo rimasti positivamente sorpresi. Dopo tre anni di assenza dalla MotoGP, e solo un anno e mezzo dalla ripartenza del programma, abbiamo collezionato tre podi e una vittoria. Abbiamo riscoperto le capacità dei nostri tecnici, e la cosa ha decisamente rafforzato la fiducia in noi stessi. Ora dobbiamo tradurre questo entusiasmo nei nostri prodotti di serie».

Il team Suzuki festeggia la vittoria nel Gran Premio di Gran Bretagna
Il team Suzuki festeggia la vittoria nel Gran Premio di Gran Bretagna

Credete che le vendite possano beneficiarne?

«Sicuramente. Soprattutto con nove nuovi modelli per l’anno prossimo – dopotutto le gare servono anche a questo, a promuovere l’immagine tecnologica del marchio e a portare nuove vendite».

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