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Se non siete appassionati di auto, probabilmente il marchio Vredestein non vi dirà molto. A breve però la situazione potrebbe cambiare, perché la Casa olandese – acquisita nel 2009 dal gruppo indiano Apollo – si sta preparando ad entrare con determinazione sui mercati occidentali con intenzioni bellicose. E con un piano ben preciso, pensato da personale europeo ma sostenuto dalla forza di un gruppo indiano, forte di capitali imponenti ma soprattutto di una forte determinazione ad investirli per conquistarsi un posto al fianco delle protagoniste del mercato.
Facciamo un passo indietro per parlare un po’ di storia, perché – fatto forse poco noto –Vredestein è un marchio piuttosto antico e con un bel passato: è nata nel 1909 a Loosduinen, anche se le vendite al di fuori dell’Olanda sono iniziate solo nel 1949, e da allora è cresciuta costantemente. Nel 1997 ha iniziato a collaborare con Giugiaro per il design degli pneumatici, per poi entrare in Apollo e iniziare a crescere vertiginosamente con migliorie alla fabbrica di Enschede (aperta nel 1947) che accoglie ora anche il reparto Ricerca e Sviluppo e l’ampliamento con lo stabilimento in Ungheria, in occasione del quale la Casa ha triplicato gli investimenti dell’R&D.
Nel 2009, dicevamo, Vredestein viene acquisita dal gruppo Apollo, svolta che libera la capacità tecnica del marchio olandese, che decolla con i prodotti auto seguendo un approccio premium: lavora moltissimo per il mercato delle auto vintage, oltre a proporre pneumatici di alto livello per le auto, con diversi marchi che la scelgono per il primo equipaggiamento.
Perché diciamo che Apollo ha liberato le potenzialità di Vredestein? Qualche numero per chiarirvi di chi stiamo parlando. Il gruppo indiano è un colosso da 15.500 dipendenti, già forte di una quota di mercato del 25% negli pneumatici da camion, 5.000 punti vendita in India e 5.800 in Europa, con una presenza globale in tutto il mondo.
Il fatturato dell’anno fiscale 2018 si attesta attorno al miliardo e settecentocinquanta milioni di euro, ma il dato che riteniamo più interessante – tralasciamo i tecnicismi legati a profitti e quant’altro – sono i 30 miliardi di rupie, ovvero una cifra fra il 20 e il 25% del fatturato totale, reinvestite in ricerca e sviluppo. Perché per entrare in un mercato completamente nuovo con i presupposti e le ambizioni di Vredestein serve appunto investire. Vediamo perché.
Apollo è ben presente nel mercato moto interno, con prodotti per lo più in tecnologia crossplydedicati ai modelli più diffusi nel subcontinente indiano. Ma già a giugno 2018, Apollo ha lanciato l’Alpha H1, pneumatico radiale con cintura in acciaio a zero gradi per le sportive di piccola cilindrata che vanno per la maggiore sui mercati asiatici, e che a breve sbarcherà anche qui in occidente.
A breve, con tappe serratissime che prevedono passi importanti fra 2019 e 2020, Vredestein completerà l’offerta per il vecchio continente, con radiali dedicati alle sport-touring (in doppia versione, standard e rinforzati per le moto più pesanti) fra la fine dell’anno prossimo e l’inizio del successivo, e poi coperture supersportive e dedicate alle enduro stradali nel 2020. Senza abbandonare i prodotti a tele incrociate, con scooter e sport-touring nel primo periodo e poi offroad e custom nel secondo.
Un piano decisamente ambizioso che vuole portare Vredestein a sedere al tavolo delle grandi delle due ruote – non c’è bisogno che vi nominiamo i marchi, perché avrete già capito. Un piano sostenuto da una strategia precisa che prevede sì capitali e produzione indiani, ma engineeringtutti europei. Il piano d’azione ha infatti previsto una campagna acquisti a livello personale che ha visto l’arrivo di Alberto Viganò nel ruolo di general manager per le due ruote, e successivamente di Alessandro Abate come test manager.
Entrambi con un lungo pregresso in Pirelli, hanno già iniziato il processo di definizione e sviluppo dei prodotti, che farà capo completamente all’Europa con un centro di test e sviluppo qui nell’Italia meridionale. L’obiettivo è quello di sviluppare una gamma di prodotti adatti ai gusti europei in termini di prestazioni, immagine ma competitiva anche sul piano del prezzo.
Una dichiarazione che – lo sappiamo – potrebbe sapere molto di marketing, perché il compromesso fra questi tre aspetti ricorda molto la classica coperta corta: far quadrare prestazioni (intese in senso generale come comportamento su strada, durata, grip su asciutto e bagnato) e prezzo è piuttosto difficile in un mercato maturo e forse saturo come quello degli pneumatici moto.
E’ qui che torniamo a quel numero che ritenevamo molto significativo: quei trenta miliardi di rupie, ovvero qualche centinaio di milioni di euro, che Vredestein mette a investimento per ottenere un prodotto che le garantisca la possibilità di entrare a pieno titolo sui mercati occidentali e di conquistarsi quella che nel gergo del marketing viene definitabrand recognition, percezione del marchio, che serve per lottare contro colossi come Pirelli, Metzeler, Dunlop, Michelin, Continental. In questo modo – sacrificando inizialmente un po’ di margine di profitto per ottenere un prezzo più competitivo – è possibile ottenere un prodotto che mantenga la prestazionalità richiesta senza caricare su distributori, rivenditori e clienti finali il price premiumdella concorrenza.
L’operazione di sbarco in Europa è ancora evidentemente in fase preparatoria, quindi la presenza ad EICMA 2018 sarà in un qualche modo interlocutoria: potrete comunque vedere il prodotto Apollo anche già al salone, in uno spazio riservato presso lo stand SST al padiglione 22, posizione E49. Merita una visita, per farvi un’idea e iniziare a conoscere il marchio. L’impressione è che ne sentiremo parlare molto, a breve…