pressione in avanti su manubrio interno-curva, detto volgarmente controsterzo: la moto scende.
gamba esterno curva: parte interna del ginocchio e della zona di coscia immediatamente prospiciente: con una pressione porta giù la moto, regola di fino la piega e, in compagnia del relativo piede su pedana, dà informazioni sull'aderenza.
una volta raggiunta la piega desiderata, per una combinazione complicatissima da spiegare relativa alla semiconicità della zona di rotolamento della ruota anteriore, combinata con altre geometrie della moto, il manubrio DA SOLO sterza il tanto che serve a rimanere in percorrenza con quella impostazione di piega che tu hai dato. le complicazioni sono due: se sei troppo lento per la piega che hai impostato il manubrio stesso chiude troppo, in maniera particolarmente sgradevole su moto stradali con angoli di sterzo chiusi.
se sei troppo veloce devi fare un misto di due cose: accentuare la piega, il che significa riproporre una ulteriore piccola pressione controsterzante sulla manopola interno curva. per governare questo aggiustamento è ideale che l'avambraccio sia con la migliore presa, prolungando come dice carlo la direzione della manopola, il che significa rimanere con il gomito tendenzialmente ben aperto (l'apertura del gomito è tanto più importante quanto più resti centrale in sella col sedere). altrimenti sei rigido e impreciso.
(questo è un aspetto di un'importanza enorme: la maggiore velocità di percorrenza in curve lente consentita dalla tecnica motard (che richiede angoli di piega superiori quindi non sarebbe ottimale dato un vincolo costante di luce a terra e sviluppo gomma) è dovuta al 90% al vantaggio enorme che un busto che rimane interno curva consente nella triangolazione spalla gomito mano, cioè nella gestione del manubrio. e fidati, se non sei corto di busto puoi guidare così anche una R1.) la seconda cosa è, o può essere, decelerare la ruota dietro, meglio con una lieve pressione del pedale del freno che chiudendo leggermente il gas.
così pieghi. poi come organizzi la cosa sulla strada che ti si para davanti acciocché tutto questo abbia un senso, è tutto un altro discorso. e ti posso dire che come stai in strada fa il 70% della differenza. io lasciando un dito abbondante inutilizzato sullo scooter kymco con i 12", passo gente che piega più di me per la semplice ragione che sta gente non fa correre la moto su una linea pensata ma alterna rallentamenti e attese insensate frutto di fobie a corto raggio, con punti di gran piegona su spigoli che non esistono sulla strada ma in cui vanno a incorrere perché sono frutto della loro mente che non raccorda un dopo con un prima (atenzione, un dopo con un prima: si pensa la linea sempre a partire da dove devi arrivare per ricostruire cosa devi fare per arrivarci, da dove ti trovi; ovviamente aggiornando il tutto di continuo).
tra due che sanno leggere la strada nello stesso modo va sicuramente più forte chi piega di più, e ancora chi esce di più piegando uguale: ma tra due che leggono la strada in modi molto diversi, non è affatto detto che la gerarchia della piega sia la gerarchia del tempo impiegato a percorrere le curve.
il famigerato filmato "Tmax altro che moto"
http://www.youtube.com/watch?v=qsLmNo_Tf2Y ha il pregio di fornire un esempio lampante del concetto testè esposto: che uno sia un tmax e le altre siano moto è irrilevante.
per non parlare dei somari che fanno i contromano a caso, che di solito oltre a mettere a rischio l'altrui vita oltre l'inutile propria, fanno almeno una corda in più di quella che la strada propone, quindi aprono più tardi, rallentano due volte, uno strazio inguardabile per pericolosità e inefficacia.
vedere tutto, sopportare molto, correggere una cosa alla volta