Se c’è qualcuno, lassù, che sta scrivendo la trama di questa avvincente stagione del
CIR, non si può che fargli i complimenti. Sugli stretti e tormentati sterrati intorno a Cingoli (AN) del
21° Rally Adriatico, settima e penultima prova del Campionato Italiano Rally, si è assistito all’ennesima puntata del duello, sportivo e generazionale, tra i tre protagonisti della stagione, ma con un epilogo che apre scenari da “
O.K. Corral” per l’ultima prova.
Umberto Scandola sale sul gradino più alto del podio, riscattando le alterne vicende che avevano messo seriamente in crisi il suo cammino verso la conquista del tricolore. Lo fa con la sua ricetta preferita: attaccare a “full throttle”, facendo danzare la sua
Skoda Fabia S2000 sulla terra piatta (ma di diversa consistenza) tra una speciale e l’altra. Una prova d’orgoglio, quella del pilota veronese, efficacemente supportato da
Guido D’Amore e dalla professionalità della sua squadra.
Dietro di lui, una gara consistente e di grande intelligenza per
Giandomenico Basso, che è riuscito a sopperire ad un oggettivo handicap tecnico, quale è il critico bilanciamento dei pesi, che nella sua
Ford Fiesta R5 è troppo spostato sul posteriore (conseguenza dell’impianto a GPL), il che sulla terra rende il controllo piuttosto difficile, e anche ad un problema ormai cronico sulla valvola pop-off. Eppure, l’equipaggio Basso/Dotta ha puntato alla piazza d’onore, poi divenuta terza posizione per il sorprendente recupero della “
wild card”
Colombini su Ford Fiesta R5, che si era già materializzata dopo il colpo di scena nel corso della quarta speciale della seconda giornata.
Colpo di scena che è stato il momento decisivo di questo avvincente romanzo. Ovviamente, se c’è qualcuno che, legittimamente, non può essere molto contento della “
sceneggiatura”, questi non può che essere
Paolo Andreucci. Il campione fiorentino aveva segnato il territorio nel corso della prima giornata, contenendo il furioso attacco di Scandola nelle due difficili speciali dell’Avenale in notturna. Il giorno dopo ha preso in mano le redini del Rally Adriatico, rifilando al diretto avversario ben
16,1 secondi nelle prime tre speciali. Una situazione che per l’equipaggio Andreucci/Andreussi non era inedita, visto che anche nel recentissimo passato, ha dimostrato di avere la classe e l’esperienza per costruire e gestire il vantaggio.
Ma questa volta un “
lungo” in un tornante aperto (forse causato da un problema meccanico) lo ha tradito. Inoltre, nel tentativo di far rientrare la
Peugeot 208 T16 nel percorso, gli si è rotta la retromarcia, e nel cercare di uscire dall’impasse passando dal campo all’esterno, le parti frantumate del rapporto hanno “
macinato” il cambio. Il suo team ha fatto miracoli per sostituirglielo in tempi record, ma la frittata era ormai fatta. Paolo Andreucci conclude la gara in 12esima posizione, per cui, a prescindere da quelle che saranno le decisioni della giustizia sportiva in merito alla classifica del
Rally San Marino, il risultato è quanto di meglio ci possa essere per chi ama i finali hollywoodiani: chi vince l’ultima gara vince il campionato.
Anche la gara del rientrante
Andrea Nucita è stata condizionata da problemi alla trasmissione. Il siciliano, che ha corso con i colori dell'
ACI Team Italia sulla Peugeot 207 S2000 della
LB Tecnorally, si è trovato a correre senza freno a mano. Cosa che, sullo sterrato, vuol dire perdere manciate di secondi al chilometro. Nel catalogo della cattiva sorte, inoltre, non è mancata una foratura che ha eliminato ogni possibilità di classificarsi in zona punti. Eppure, i buoni tempi fatti registrare nelle speciali d’avvio e dopo che la sua Peugeot era stata rimessa a posto, gli sono sicuramente stati utili sia per fare esperienza sullo sterrato che per ritrovare gli automatismi con la gara e con la sua coequipier
Sara Cotone che, oltre ad essere sua compagna, è già stata protagonista, al suo fianco, di molte gare e del clamoroso successo all’ultimo
Rally di Monza.
Ad arricchire il parco partenti sono stati gli equipaggi schierati nel concomitante
Trofeo Rally Terra. Trofeo che proprio in questa occasione ha decretato il suo campione:
Renato Travaglia, insieme a
Giacomo Ciucci su
Peugeot 207 S2000, che dall’alto dei suoi 49 anni, ha aggiunto anche il TRT 2014 nel suo straordinario palmarès.
Mai come questa volta è d’obbligo dare appuntamento all’ultima, decisiva tappa del CIR: il
32° Rally Due Valli, che si correrà dal
10 al 12 ottobre nel veronese.
E fin da ora auguro un “
In bocca al lupo a tutti”.
Ma anche, e soprattutto, “
vinca il migliore!”
"Io cerco le curve anche nei rettilinei" Tonino Guerra