Mi scuso, per il titolo, con i
pattesi devoti al culto di Santa Febronia, martire che la tradizione racconta sia nata nella bella cittadina che si affaccia sulle Eolie e venerata anche dal rito bizantino e copto, ma oggi Patti ha celebrato un meraviglioso rito pagano al suo figlio prediletto
Tony Cairoli con la passione e l'amore che si riserva ai santi patroni. E come la veneranda martire, Cairoli è stato capace di riunire la passione e l'ammirazione dei conterranei, così come quella degli italiani d'ogni regione e latitudine. Perché mr.
222 è unico. Forgiato nelle fucine dell'
Etna, di metallo durissimo e leggero, Tony ha risposto al calore della sua gente con l'aiuto di un gruppo di amici della sua compagnia d'arte. Reduce dalla poco fortunata trasferta lettone, in cui ha tentato l'impresa impossibile di portare sul podio l'Italia nel
Cross delle Nazioni alla guida di una 250, Cairoli si è portato dietro una brutta botta al ginocchio, senza la quale, forse, gli eventi avrebbero potuto assumere contorni da leggenda. Eppure, ha stretto i denti come centinaia di altre volte, non per conquistare l'ennesima vittoria iridata, ma per mandare in visibilio le migliaia di persone che lo aspettavano attorno alla veloce pista allestita sulla spiaggia del lungomare per il “
Cairoli & Friends”. Oggi era il “suo” giorno, il giorno di Tonycairoli. Il suo viso capeggiava sui manifesti che riempivano tutta la cittadina, ed il 222 era il numero dell'intera Patti. Lui ed i suoi amici hanno fatto vedere che il motocross, al loro livello, è più vicino all'arte che non allo sport. Il “
gigante”
Ken De Dycker, compagno di squadra in MX1 con la
KTM De Carli, saltava e contorceva la sua enduro con gesti che esprimevano potenza e controllo, nel classico e spettacolare campionario di figure da supercross statunitense. Lupino, reduce da una stagione costellata di infortuni, pennellava la tela di sabbia con gesti precisi.
Rui Goncalves incrociava le traiettorie e saliva sulle curve come un gatto, e
Antonio Mancuso, valente pilota del Campionato tricolore, insieme ad un giovane virgulto del vivaio siciliano, dimostravano al pubblico che in Sicilia la passione e l'impegno può costruire speranze e carriere sportive seguendo le orme del più grande crossista che l'Italia abbia mai avuto. E poi arriva lui,
San Tonycairoli da Patti, ad accendere il pubblico volando leggiadro tra le curve ed i salti con una grazia ed uno stile che lo rendono unico. Vederlo passare, veloce e preciso, nei canali del tracciato è uno spettacolo. Si rimane incantati, anche se non si è appassionati di motocross o di motori, perché il suo modo di cavalcare la
KTM nella sabbia, di spiccare il volo nei salti singoli e doppi, hanno del miracoloso.
La prossima stagione, Cairoli dovrà difendere il suo dominio da un altro grande artista delle ruote artigliate:
Ryan Villopoto, vincitore di quattro titoli consecutivi del
Supercross AMA e di due del Motocross della massima serie outdoor americana. Il signore e padrone della Mecca del motocross. Ma, insieme a tutti quelli presenti a questa meritata celebrazione collettiva, nutro la speranza di ritornare, il prossimo anno, a celebrare ancora questo rito pagano, magari con un 222 + 2 sui manifesti ed un nuovo “
friend” di nome Ryan a volare, insieme a lui e gli altri suoi amici, sulla terra di Patti.
"Io cerco le curve anche nei rettilinei" Tonino Guerra