L’amico Zeljko, involontariamente ma non per questo senza merito, ha aperto la strada ed io propongo a tutti di percorrerla insieme. Una strada chiamata scuola guida con gusto.
Regole del gioco: immaginate di essere ad una scuola guida virtuale dove ognuno può fare domande e ognuno può fornire risposte. Però chi pone la domanda ha diritto a scegliere da chi vuole ottenere la risposta e, una volta ottenutala, attribuisce un punteggio alla risposta in base a tre parametri: cortesia, competenza, simpatia. I punti vanno da 1 a 10.
Il gioco dura da oggi a domani pomeriggio, ore 16.00. Colui che avrà totalizzato il maggior punteggio è il vincitore di un week-end alla scuola guida vera di Zeljko. Che ne dite? Io mi astengo per non creare scompiglio.

Uffa, una volta che ho un'idea carina e divertente. Dai, non boicottatemela!

Bravo Otto.
In più qui si vince un premio. Dai, sotto con le domande.

Qualcuno conosce un sistema per investire il mora senza che ti prendono la targa ?

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Il vero problema non è imparare ad andare forte ma è imparare ad andare piano !

scherzi? E' quello che aspettavo. A diffusione nazionale poi, mica come nel privè.

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fare le pieghe non vuol dire fare anche le curve

ahahahahahahahahahahahahahahahah
Nicola non vale. Questo è un colpo basso.
Zel non ti vuole tra i suoi aspiranti allievi.

perchè?

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fare le pieghe non vuol dire fare anche le curve

Vi chiedo di rispettare scrupolosamente le regole del gioco: fate la domanda, indicate chi deve rispondere, in seguito esprimete un giudizio. Solo così il concorso sarà valido e si potrà procedere alla proclamazione del vincitore.
Grazie.

Prima cosa chiamo il comune di competenza teritoriale e segnalo una gard rail messo male. Dopo che il gard è stato rimosso, così non mi taglia la testa, sdraio la moto per tutta la curva con il gas pelato e le saponette che urlano pietà e ti svernicio le chiappette... poi mi fermo ad aspettare che arrivi al tornante dopo. Che bei capelli che me so cresciuti !

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Il vero problema non è imparare ad andare forte ma è imparare ad andare piano !

bene bene, tornante stretto a portafoglio.
se si può usare tutta la carreggiata, si riesce a fare come dice pig più sopra. diversamente, entriamo nel ramo in cui il mio primo Maestro raggiunge il suo vertice sapienziale: la guida della motocicletta nel territorio pre-giroscopico, dove le velocità tendono al nulla e la motocicletta non si guida proprio come una motocicletta, ma come un muletto due ruote dell'esselunga in un magazzino molto molto affollato.

dunque, si raggiunge l'estremo "esterno" (esterno rispetto alla curva) della propria corsia (teorica metà della carreggiata, mancando segnaletica orizzontale) e, mantenendo una posizione il più possibile eretta del busto e con una velocità congruamente bassa, si inserisce abbastanza seccamente la moto in curva con il tradizionale comando di "pressione interna" sullo sterzo. a questo punto la moto si indirizza verso la corda (strettissima), ed è qui che molti sbagliano: diventano riluttanti a usare il manubrio proprio come sui muletti e sui tricicli, voltandolo all'interno per assecondare l'imbardata, cioè la curvatura vera e propria. essendo elevato il raggio e bassissima la velocità, senza una congrua curvatura dello sterzo l'uscita viene sistematicamente allargata, per quanto si pieghi.
su moto alte e pesanti, o dalla battuta di sterzo corta, o dalla leva di sterzo sfavorevole (semimanubrie), occore un notevole sangue freddo nel somministrare una manovra che contraddice completamente le tecniche standard della guida stradale e "di velocità", per rivolgersi invece a uno standard che è un ABC del fuoristrada: busto dritto, moto giù e sterzo girato. la situazione peggiora in discesa dove tutte le forze in gioco riducono l'avancorsa del motociclo e dunque accrescono la difficoltà nell'eseguire questa manovra senza che si verifichino controindicazioni indesiderate.
da un punto di vista motorio, di motricità corporea, proprio come nei rudimenti del fuoristrada, è particolarmente difficile disporre disinvoltamente e usare bene l'avambraccio interno alla curva (se avessi tempo di cercarli, potrei linkare video della scuola del buon Vigliac), che di suo finisce sempre per trovarsi messo come una specie di zeppa con poca mobilità per "modulare" tutto il movimento con una padronanza che si mantenga omogenea.

eseguirà molto più rapidamente la manovra la persona che meglio raccorderà l'inserimento e la percorrenza, essendo normalmente lo stallo tra piega della moto e curvatura del manubrio il momento in cui il titubante perde più tempo giungendo a fermarsi quasi completamente, piegatissimo eppure drammaticamente deviante verso le rocce a sinistra, con un ritardo drammatico nella riapertura del gas, che può facilmente in questi casi arrivare al triplo o al quadruplo del tempo a gas chiuso del corretto esecutore.

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