QUELLA MALEDETTA CURVA A SINISTRA
La valle di kavoll-latt si estende dalla montagna di altomonte a quella di monte dei lupi. Un estensione enorme,in confronto quella della valle del bove fa ridere.
Una vallata poco popolata che nel corso degli anni ha visto crescere sempre di più l’interesse cementificatore ma solo per la parte al di sopra degli 800 metri. Queste montagne contengono moltissima grafite e di fatto schermano le onde radio del controllo globale e tutto ciò che usa onde radio e sta sotto a questa quota funziona male. A 900 ,metri sono nate due nuove città sulle montagne Aldera e Diabane,costruite poco al di sopra di quella quota nel 2030 e adesso arrivate a 10 mila persone. Sono città fatte solo da condomini,collegate tra loro da un lunghissimo ponte che attraversa la valle e collegate al resto del mondo da altre strade soprelevate. Due città nel quale la vita mondana e il lusso spadroneggiano,nel quale mangiare una pizza costa il triplo e nel quale metà dei locali fa selezione sull’abbigliamento. La strada è riservata e se non hai affittato o non hai un motivo valido per andare non ti danno manco il lasciapassare.
Colui che le ha fatte nascere è Federico e ora fa il politico,e diciamolo si è sempre riempito le tasche a spese degli altri. Ha iniziato amministrando condomini e approfittando di ogni posto dove c’era da mangiarci sopra. Ha truffato,fatto concussioni,raggiri e si è appropriato indebitamente di tanti soldi.
Sono circa 20 anni che ci si lavora,spalleggiato e coperto dalle corrotte autorità locali che fanno passare qualunque cosa purchè con congrua tangente.
Le città e il ponte hanno l’obbligo di uso dei veicoli in modalità elettrica,perché oramai i mezzi sono tutti a doppia alimentazione. Auto e moto possono viaggiare sia a carburante che a batterie,oramai tutte a ioni di sodio. Che rendono molto di più di quelle di 30 anni fa.
In queste città è proibita qualunque libertà di espressione,ci sono radio e televisioni riservate e una notevole attività in nero di ogni cosa di illegale. Dallo spaccio di droghe per ricchi ad ogni sorta di traffico. E tutto mascherato da odiosa e stupida eleganza.
Federico ha una moto oltre al suv blindato,una di quelle enduro stradali con monobraccio dietro e davanti,processore turix,cruscotto LCD,gestione elettronica totale delle funzioni e due motori,uno elettrico da 50 KW e uno a benzina,rotativo da 100 KW.
La ha modificata con un programma che libera la velocità e gli consente di usare la trazione termica anche dove è vietata e dove il sistema passerebbe in automatico all’elettrico..
Di moto così ce ne sono altre cinque in quelle città,tutte di proprietà di alti papaveri. E al pomeriggio quando la gente normale lavora ogni tanto si dà fondo ai cavalli sull’enorme e lunghissima sopraelevata che sovrasta la valle di kavoll latt.
Al di sotto invece di quello che è la vita dei ricchi c’è una valle misteriosa,si dice che nessuno di quelli che è andato a visitarla sia mai tornato indietro. Difatti non ci sono scale,non ci sono ascensori. Nelle due città si arriva solo in automobile,non ci sono nemmeno mezzi pubblici.
D’inverno si vede fumare qualche camino nelle poche case esistenti. E’ una valle non servita né dal gas,né dalla corrente e neanche dai servizi trasmessi via radio.
Le strade sono sterrate e manca la radioassistenza al traffico oramai indispensabile su ogni strada. La gente ha paura della propria ombra e non va dove la navigazione non la sa portare.
Ogni auto può guidare in automatico,è sufficiente inserire la destinazione. E magari godersi un film fino all’arrivo.
Federico di tanto in tanto si trova nel locale da pseudo motociclisti gestito da Giron,motociclista pure lui. E’ un locale per poser nel quale la musica da discoteca la fa da padrone. La dentro è tutto finto,dalle tette delle ragazze,il jukebox d’epoca,gli sgabelli fatti con finte selle da moto,pure i muri sono finti. Difatti un giorno era scoppiata una rissa e uno dei rissosi era finito nei bagni sfondando la parete.
La sopraelevata è il banco di prova delle moto. Una curva continua,un arco di asfalto che unisce le due città. C’è un guard rail panoramico con i paletti uniti da lastre di alluminio trasparente e si può vedere viaggiando tutta la vallata.
Le sparate si fanno partendo dal bar di Giron,il via lo dà il semaforo di accesso alla sopraelevata. Quante volte si sono sfidati tra di loro credendosi grandi piloti. Anche se tutto il lavoro lo faceva l’elettronica dei mezzi,l’antipattinamento e il controllo giroscopico.
Questa volta però è stato diverso. Erano Federico e Ridda,e facciamoci sta sgasata prima di andare a pranzo,quando il sole spinge e la visibilità è perfetta.
Via allora,gas tutto aperto giù il pulsante del launch control al verde e le moto sfrecciano via.
Il motore ruggisce,la turbina sibila che è un piacere. Ridda è davanti la moto è in piega,una lunga piega di 30 minuti da cambiare angolazione di continuo. Federico subito dietro. Nonostante le modifiche la moto di Ridda va di più sarà 20 metri davanti. Nel bel mezzo della sopraelevata sembra di volare. Sospesi su una vallata e con visuale totale.
Ma d’improvviso succede qualcosa,la moto sua rallenta poi riaccellera,l’assetto si scompone le luci accendono e spengono. Federico non fa tempo a capire cosa sta succedendo che anche la sua fa le bizze. Gli allarmi dentro al casco paiono impazziti,il cruscotto tira fuori le scritte più strane. Vede partire tutta verso destra la moto di Ridda che viene sbalzato via verso lo strapiombo della valle circostante. La moto urta contro il guard rail panoramico,si pianta contro un paletto e la ruota dietro rotto il monobraccio parte via.
Federico vorrebbe schivarla ma non riesce,lo sterzo elettromagnetico non gira e la ruota lo colpisce sulla ruota davanti,la moto sobbalza e sembra decollare. La vede partire via sotto di se e pure lui si trova a cadere verso il basso.
La caduta viene attutita dagli altissimi pini secolari che ci sono nella valle sottostante. Sente il giubbotto con l’airbag gonfio al massimo. La visiera del casco si sarà bloccata come anche il cinghietto. Oramai devono bloccarsi per legge in caso di incidente. Mentre sta ancora rimbalzando da un ramo all’altro sente sgonfiarsi l’airbag. Qualche ramo deve avere infilzato la membrana in gore-tex. Se ci sarà una prossima volta penso “ne prenderà uno più costoso”.
Mentre arriva giù e cade sulla vegetazione si guarda intorno,il casco sta cominciando ad appannarsi ora che il condizionamento e lo sbrinatore non sono più attivi.
Vede Ridda con la testa in acqua tenuto giù da un grosso ramo staccato dalla sua caduta. Corre cerca di soccorrerlo,ma il casco si sta riempiendo di acqua e lui di fatto ha i minuti contati. Cerca di liberarlo ma il ramo non si muove,cerca di sbloccare il casco con la leva di emergenza ma si è piegata.
Intanto sente che l’aria gli manca,una gamba sanguina e il cuore batte a più non posso.
Per Ridda non c’è più nulla da fare,il corpo è scosso da fremiti,la gamba sinistra ha un osso di fuori e il braccio destro,tenuto solo dalla tuta penzola dietro alla schiena.
Corre allora alla moto,dove ha l’attrezzo per sbloccare il casco. La moto è sdraiata alla base di un albero. Il clacson suona di continuo,in base alle normative in caso di incidente deve segnalare in automatico come le luci che lampeggiano.
Digita il codice ICE sulla tastiera ma il display manda scritte contrastanti. Si tira fuori il telefono dalla tasca ICE ICE ma non c’è nessuna copertura.
Inoltre il touch screen è danneggiato e funziona male. A questo punto aria,la visiera non si apre neanche tirando una facciata contro la moto,cerca la leva,la apre finalmente libero. Quel casco ultratecnologico stava diventando una trappola molto simile a certi rebreather che lui vedeva nei locali hard che lo riempivano di soldi.
L’aria sulla faccia è uno schiaffo,umida,tiepida ma almeno pulita.
Si sente arrivare un motore ,lui dall’alto guarda. Due persone scendono da una moto a benzina lasciandola accesa. Orrore ! Si avvicinano al Ridda,uno estrae una luger carica e fa fuoco,un colpo, due.
A Federico si gela il sangue. Cosa sta succedendo,e perché. E si allontana dalla moto che suona e lampeggia. Gli altri guardano verso di lui,l’arma abbaia,sente fischiare una pallottola,poi l’altra . Corri! Poi pensa “sono giallo come un canarino ,via i vestiti ad alta visibilità” e si toglie la giacca.
Continua a correre e si nasconde in una conca naturale. Qui si toglie i pantaloni restando con le mutande e si rimette gli stivali da moto cercando di sporcare di fango il giallo visibile.
Si sente arrivare un automobile,un motore diesel,una vecchia jeep. Scendono 3 persone e si avvicinano alla moto. Una con una mazza frantuma il display e il cruscotto,il clacson suona ancora,un altro colpo lo rende più rauco e un terzo lo zittisce per sempre.
Poi con leve,cesoie e paranchini tolgono tutto il toglibile,lo portano alla jeep e se ne vanno.
Federico era sempre più preoccupato,perché? E nel frattempo cercava di mandare un segnale di emergenza ancora col telefono che non dava segni di connessione.
Arrivano altre moto,dal rumore si riconoscono anche un due tempi e un vecchio bicilindrico americano.
Scendono,sono armati di fucili e pistole. Non hanno divise,non hanno colori,il loro vestiario va da un blu a un grigio passando per un verde indefinito. E cominciano a cercare,rastrellano metro per metro la zona.
Il cuore continua ad accelerare dopo aver rallentato,sa che è iniziata la caccia ed è lui la preda.
Corre allora,corre il più lontano possibile e inciampa in un cavo. Si guarda intorno ,c’è un generatore RF con i cavi che salgono sul pilastro del ponte,ecco spiegato il perché dell’elettronica impazzita. Vorrebbe fotografare ma il telefono non scatta più foto,la memoria è andata.
E allora comincia a correre di nuovo,vicino a lui una casa di legno. Ci arriva e ci cammina con calma intorno. All’interno una voce di donna che canta una nenia per fare addormentare un bambino. Un altro bambino più grande fa il coro. Lui passa sotto alla finestra poi guarda dentro. Dal vetro sporco vede una signora che cucina sulla stufa accesa. Una culla di legno e un altro bambino seduto per terra che gioca con i cubi di legno.
Orrore pensa tra lui e lui,a questi non vendo la corrente,non hanno la tv ma perché…! I suoi pensieri vengono troncati. Sente ringhiare e un cane si avvicina alla finestra sta per abbaiare ma Federico è già lontano,sta correndo di nuovo nella boscaglia.
Arriva a un recinto dove le pecore brucano l’erba,ma non appena mette la mano sul recinto una scarica elettrica lo fa sobbalzare. Ma come è possibile,non c’è corrente in questa vallata. Fanno corrente senza le mie centrali…
Sente i passi dietro di se,si sente braccato,delle voci che gridano,chi di qua chi di là.
Si nasconde dietro a un grosso cespuglio,due uomini armati di fucile passano,lui con la coda dell’occhio guarda meglio. E’ un suo ex segretario ,dove sono finiti i suoi abiti eleganti,la famiglia,la sua bella auto e la sua vita di lusso.
Era andato nella valle e mai più tornato.
Passati questi due scende ancora nella valle,avrà fatto altri 500 metri tra rovi e sentieri. E da un altura vede una scuola con i bambini seduti su panche all’aperto. Si muove con circospezione. Guarda meglio,una lavagna di pietra,il maestro sta insegnando come si fanno somma e sottrazione. Lui pensa : ma ora tutti i telefoni hanno la calcolatrice,questi stanno imparando a usare il cervello. Non va bene.
Sente altre persone che arrivano,si allontana ancora dai bambini e continua a scendere.
Si imbosca dietro un grosso albero secolare,è enorme e quasi scompare dietro di lui. I locali passano,si guardano intorno con le doppiette spianate,si sente muovere l’erba e i passi piano piano si allontanano.
Ad un certo punto il telefono che aveva nella tasca della maglia si mette a squillare,cerca di arrivarci di spegnerlo,ma il touch è rotto,non risponde. La musichetta continua.
Si riesce a vedere che lo sta chiamando il suo contabile,chissà cosa vuole. Mentre armeggia con il telefono si para di fronte a lui uno dei locali,il fucile spianato sta guardando,Federico lo guarda. E’ Paolo uno di quelli che aveva truffato tanti anni fa portandogli via la casa e buttandolo in mezzo a una strada.
Ed è l’ultima immagine che vede,sente scattare la sicura del fucile e dopo un grande lampo ed un colpo fortissimo c’è solo più il nero.
E sulla sua misera vita cade la scritta GAME OVER
per una fuga di legno o pellet non si è mai preoccupato nessuno ,le fughe di metano sventrano le case e fanno stragi.
Sulle mie moto NON SI USANO abbigliamento dainese,caschi agv,catene regina,olio castrol, gomme pirelli e freni brembo.
Usate voi questa roba se volete spendere il triplo