Voglio fare tornare indietro nel tempo un po’ tutti negli anni 70,in pieno boom economico e in ogni dove a torino saltavano fuori fabbriche di biciclette. A dire la verità le bici costruite erano quasi tutte uguali o almeno simili da un produttore all’altro. Qualcuno assemblava soltanto e qualcuno faceva pure telai. Da lontano in alcuni di quei piccoli stabilimenti vedevi il lampeggiare azzurro delle saldatrici. Perché in effetti quelle biciclette erano dei cancelli (telaisticamente parlando) . Al giorno d’oggi se qualcuno non ha in garage un marchio noto non è nessuno (difatti le mie due MTB sono specialized) una volta però con quelle bici noi,piccoli ci giravamo il mondo. O meglio il “nostro” mondo che partiva dai giardinetti,arrivava fino al negozio di “calò” l’elettricista e magari si spingeva fino alla borgata di fianco.
E quanta strada hanno fatto quelle bici che noi guidavamo. Ogni costruttore aveva un nome e un logo differente. Nomi spesso di fantasia,qualcuno era un cognome,qualcuno il nome di un oggetto di uso comune e qualcuno una parola retaggio di qualche passato. I loghi erano fantasia pura,spesso simili da un costruttore all’altro.
Costruttori che oramai sono chiusi da una vita,qualcuno ha cambiato attività,qualcuno ha chiuso e basta. In qualcuno di quei capannoni oramai ci vivono solo ragni e topi,qualche altro è diventato un garage o all’interno fanno qualcos’altro. E le biciclette arrivano belle e pronte da ogni parte del mondo.
Uno di quei loghi ,del quale non dirò il nome era molto semplice,una ruota da bicicletta con due ali. Ma ora,a quasi quarant’anni da allora vedendolo in una bici in un mercatino delle pulci lo ho guardato meglio,le ali ci sono si….ma sono quelle di un passerotto non di qualche rapace!
https://it.wikipedia.org/wiki/Passer_domesticusE saltano fuori le similitudini con chi quelle biciclette le usava,come il passerotto salta da un balcone all’altro e svolazza senza meta in quella giungla da asfalto,noialtri “passeri urbani” facevamo “volare” anche se bella grazia che il “volo “raggiungesse i 20 kmh quei cancelli da una parte all’altra di quello schifume grigio che erano le città di una volta.
E non ce ne importava niente della marca dei freni,delle gomme o del cambio che avevamo sulle bici. Anche perché quasi nessuno il cambio lo aveva. O se c’era era a mo di cambio automobilistico sul tubo centrale e diventava talmente duro che di fatto non lo usavi che 2 volte al giorno.
Tipologia di biciclette? Bè mai come allora c’erano dogmi odiosi ed idioti. Il fatto che il diametro delle ruote dovesse “crescere” con l’età per esempio,che si dovesse passare da il 20,poi il 24 e poi alla fine arrivare esclusivamente al 28 perché era una ruota “da signori” . Buona solo a mio avviso per entrare nelle rotaie del tram e nei tombini troppo larghi. Non a caso nelle mtb si è tornati al 26 lasciando ai dopatoni il diametro maggiore.
Le biciclette pieghevoli…che a volte si piegavano da sole durante la marcia se non guardavi periodicamente il bullone che fosse chiuso e se nessun somaro te lo allentasse
Andiamo poi alle gomme bianche,poco durevoli e tendenti allo screpolarsi anche se c’erano di fatto solo quelle,magari qualcuno trovava quelle bianche con il battistrada nero,ben più durevoli. Ma comunque sempre poco per noi “accaniti pedalatori” under 14. C’era da dire che data la relativamente modesta potenza frenante dei freni a pattini non si facevano lunghe sgommate,è il che era un bene.
E che dire del fanalino dietro,rigorosamente sul parafango che era la prima cosa a rompersi quando ci si tamponava accidentalmente. Uno SCRACK di solito poneva fine alla sua breve vita e quando si era più cattivi dalla rabbia si svitava la lampadina e la si scoppiava per terra. Impianto luce già molto modesto con la dinamo che portava via tantissima potenza e i fari,poco più che lumicini che ti obbligavano ad andare piano,tuttavia andando piano c’era meno corrente e ci vedevi ancora meno.
Veniamo poi alla componentistica,bè con gli occhi di oggi era un apriti cielo e un lassuma perdi,materiali,bè erano quelli che erano e l’unico vantaggio era che costava tutto relativamente poco . Oggi farebbero ridere ma ci hanno portato lontano.
All’arrivo della BMX ci fu una piazza pulita dei modelli meno efficenti,le bmx costavano si,ma non si rompevano (anche perché non c’era nulla in più del necessario e quello che c’era era buono) ed erano piacevoli da guidare. Inoltre rispetto a quelle attuali i telai erano un goccio più grandi e anche chi non era un fantino le usava senza troppe remore.
E ora? E’ tutto perfetto,è tutto sicuro ma la gente è tutta col coltello tra i denti e uno stress terrificante addosso. Mi sa che il passerotto di qui sopra lo abbiamo morto e sepolto…e pensare che l’italia era il primo produttore mondiale di biciclette negli anni 70
per una fuga di legno o pellet non si è mai preoccupato nessuno ,le fughe di metano sventrano le case e fanno stragi.
Sulle mie moto NON SI USANO abbigliamento dainese,caschi agv,catene regina,olio castrol, gomme pirelli e freni brembo.
Usate voi questa roba se volete spendere il triplo