Domenica mattina 9 Settembre ho avuto per la prima volta l'onore di assistere ad una gara di moto su strada, anzi per meglio dire alle prove libere, precisamente della gara di Coppa Italia di Velocità in Salita organizzata dal
Moto Club Evandro Viti di Volterra. Saputo (per fortunate coincidenze) che nel weekend appena trascorso si sarebbe tenuta questa gara vicino casa, anche se proprio all'ultimo tuffo sono riuscito a ritagliarmi qualche ora di tempo per andare ad assitere allo spettacolo di persona.
Ebbene, tutto l'entusiasmo che mi aveva pervaso al momento in cui ho saputo della cosa non è stato tradito. Arrivato sul luogo ho respirato immediatamente la passione per le moto e naturalmente per la velocità, con appassionati provenienti da varie parti d'Italia pronti a sfidarsi sul tortuoso (e pericoloso) percorso che da Saline di Volterra sale a Volterra a bordo di ogni cosa avesse due ruote... ed anche tre, vista la presenza di equipaggi con il sidecar.
Il paddock non era altro che un serpentone di furgoni, camper, auto e gazebi posizionati a bordo strada negli spazi disponibili, con le hospitality rappresentate da tavolini da pic-nic e griglie in attesa di essere attizzate. Le officine erano semplici tappeti con sopra dei cavalletti alza moto e le ombrelline... erano le fidanzate, mamme, mogli, figlie, sorelle o amiche dei coraggiosi piloti iscritti alla competizione. Le moto facevano bella mostra di se lungo la strada, con i piloti chini a fare le ultime regolazioni o gli ultimi controlli prima del via. Un vero paradiso della moto "tabogata", sia che fosse d'epoca o che fosse moderna. Gli effluvi da olio di ricino dei motori a due tempi con il classico BREEM BREEM BREEM mi facevano volare coi ricordi ai tempi della gioventù. Un vero godimento.
A fine paddock, iniziava il percorso con lo start posizionato a 500 metri dalla prima curva, un bel tornante in salita verso destra, luogo in cui mi sono posizionato a fare qualche filmato e qualche foto. Il primo passaggio è stato gasante, col pilota a due metri da me lanciato a folle velocità (per quel tratto di strada) che riuscivo a vededere perfettamente negli occhi. Questo è vivere le gare da spettatore! Altro che al circuito con tre reti protettive e duecento metri di distanza dal pubblico alla pista.
E' stato veramente bellissimo vedere transitare cinquantini, scooter, naked, ss e chi più ne ha più ne metta in questo tratto di strada, con i motori imballati ed il puzzo di carburante che investiva le narici. E' stato esaltante vedere anche il tifo degli spettatori (pochi) al passaggio dei vari centauri e l'applauso sentito e fragoroso quando uno di questi, dopo la caduta fortunatamente senza conseguenze nella curva successiva (tutto visto in diretta), è tornato indietro a motore spento, in folle, con la tuta segnata e la carena fracassata.
Ci sarei rimasto tutto il giorno a godermi lo spettacolo. Peccato che l'aver saputo della cosa solo all'ultimo mi ha costretto a rincasare prima della gara vera e propria e prima di vedere anche sfrecciare i sidecar presenti.
L'appunto che mi sento di fare all'organizzazione è proprio questo: nonostante abiti a poca distanza da Volterra non ho trovato alcuna pubblicazione pubblicitaria dell'evento, ne sui classici cartelloni, ne a mezzo stampa. Questo ha sicuramente sottratto pubblico ad una gara che avrebbe raccolto più curiosi. Infatti mentre ero li, "per sbaglio" si sono aggiunti come spettatori altri motociclisti che volevano fare il classico giro sulle Colline Metallifere e che si sono trovati di fronte l'inaspettato cartello: "STRADA CHIUSA PER GARA MOTOCICLISTICA". Un vero peccato.
Pertanto il mio consiglio spassionato è di andare a vedere e sostenere questi "folli" piloti guidati solo dalla passione, lontani dai guadagni dei professionisti e lontanissimi dalle luci della ribalta mediatica. Qui si respira un motoclismo sportivo diverso, sicuramente più umano e per questo anche più gustoso.
Il prossimo anno comunque non mancherò.
Di seguito una brevissima selezione di foto di quelle che ho fatto.
Non han sì aspri sterpi né sì folti quelle fiere selvagge che ’n odio hanno tra Cecina e Corneto i luoghi cólti