Iscritto: 13/06/2008 Locazione: RC
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Come era prevedibile, la Superbike comincia con uno spettacolo di prim'ordine. Due gare combattute ed appassionanti, già piene di spunti per il prosieguo del campionato. Purtroppo, il preludio è stato terribile. La morte del giovanissimo McIntyre ha steso un velo di tristezza e di timori sulla festa della prima gara del mondiale 2012. La dinamica richiama il drammatico scenario che ha determinato le recenti tragedie di Simoncelli, Tomizawa e Jones. Se appare evidente che la caduta all'interno del tracciato ed il conseguente rischio d'investimento è praticamente ineliminabile, è altrettanto sicuro che il genio umano può e deve ideare qualcosa per diminuirne i danni. La SBK ha chiarito, immediatamente, le gerarchie. Biaggi e l'Aprilia tornano in forma stratosferica; Checa e la 1098 appesantita rimangono competitivi e vincenti, anche se, in effetti, è Biaggi ad averne di più, visto che in gara 1 Checa è volato via proprio nel disperato tentativo di tenere il passo del romano, mentre in gara 2 lo spagnolo ha vinto per distacco approfittando del clamoroso dritto del suo rivale alla prima curva. Quello che impressiona, comunque, è il recupero di Biaggi che da ultimo ha raggiunto la seconda posizione; cosa che, in una gara corta e tirata come una manche di SBK, ha del clamoroso. In pratica, il pilota Aprilia è letteralmente sorvolato sugli avversari, con una grinta ed una determinazione che non si vedeva da anni (neanche nel vincente 2009). Però, questo confronto rischia di essere un motivo unico per tutto il campionato. Fuori la Yamaha R1, si sono viste le incoraggianti riprese della Kawasaki, della BMW e della Honda, ma è difficile, al momento, considerare il loro ruolo diverso da quello di comprimari. Speriamo che il mese di pausa dia una mano a chi deve recuperare. Per la Kawasaki, comunque, si può dire che il passo avanti è stato notevole, tanto da autorizzare il dubbio che con un top rider in sella la vedremmo lottare alla pari contro i “vecchietti terribili”. Melandri ha dato un contributo notevole alla causa BMW, portando la S1000 RR dove non era ancora arrivata, e le prove di grinta e stoicismo di Fabrizio ed Haslam fanno ben sperare, ma è chiaro che la vetta è ancora distante. Non male la prova di Giuliano, funambolico e coriaceo come ci si aspetta da lui, ma non ancora abbastanza veloce. Qualcosa di più si attendeva da Rea e la rinnovata Fireblade, ma è evidente che la nuova gestione elettronica dev'essere ulteriormente affinata. Deludente il debutto di Aoyama, apparso ancor più in crisi che con la Honda clienti in MotoGP. Si spera in un veloce recupero di Laverty e Davies, anche per verificare se il corsaro rimarrà l'unico riferimento dell'Aprilia, e di Hopkins, che ha lasciato la Suzuki Crescent quasi orfana, visto che Camier si è confermato, anche in questa prima gara 2012, una promessa non mantenuta. Anche in Supersport vale la regola dell'esperienza, visto che i protagonisti sono tutti veterani della categoria. La Kawasaki ha trovato, in Sofoglu, un condottiero forte e motivato, regalando la prima vittoria al gruppo di Vanni Lorenzini, che eredita la Ninja ufficiale dal team Provec, passato, con pieno merito, alle verdone della classe maggiore. La lotta del gruppo di testa è stata serrata, con la Honda Ten Kate di Parkes e l'altra Kawasaki di Foret racchiusi in pochi millesimi per tutta la gara, e con il turco, sornione, pronto all'assalto finale che, come nel suo stile, è puntualmente arrivato a pochi giri dal termine. Le Yamaha private, invece, sono state lontane parenti di quella vincente lo scorso anno, a conferma che le moto, in campionati di massimo livello, valgono solo se vale il team che le mette in pista. Da segnalare l'ottimo avvio di gara di Baldolini, capace di rimanere nel gruppo di testa per oltre metà gara con la veloce Triumph del team Soriano, e la buona gara del francese Cluzel. Il 1 Aprile, ad Imola, comincerà anche il campionato Superstock 1000, con il debutto mondiale dell'attesissima Ducati Panigale.
"Io cerco le curve anche nei rettilinei" Tonino Guerra
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