Iscritto: 13/06/2008 Locazione: RC
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Alla fine del 2009, divertiamoci con un bell'esercizio iperinflazionato ma sempre divertente. Tiriamo le somme e facciamo presagi sul nostro sport preferito. Cominciamo dai vincitori.
Valentino Rossi. Vince. Non è una novità. Comunque, la passata stagione ha visto una vittoria sudata. Ha dovuto usare tutte le sue armi, contro degli avversari che, presi singolarmente, possono essere più forti di lui in determinate condizioni. Non ha lottato con se stesso, ma contro gente che, nella prima parte del campionato, era allo stesso livello. Come disse alla centesima vittoria, ha dovuto prendere il meglio della propria esperienza per riuscire ad avere la meglio. Su Pedrosa, che non ha avuto una moto al livello delle avversarie, ma ha evidenziato una grinta fin ora inespressa. Rossi sa che, se Pedrosa parte e fa il ritmo, vince. Su Lorenzo, con cui ha lottato alla pari. Un'avversario veloce e concreto quanto lui. Ha sbagliato meno e colpito, con la sua classe, nel momento giusto (vedi Barcellona). Lorenzo può crescere ancora, ma Rossi è ancora un gradino in alto. Lo stesso non posso dire per Stoner. E' lui il vero avversario, e Rossi lo sa. Quest'anno si è auto-eliminato, complice più la psiche, secondo me, che il fisico (cose, come risaputo, non indipendenti). Quella che il campione australiano, forse, riteneva una situazione di difficoltà, avrebbe potuto portarlo alla vittoria finale. Non è stata la sua stagione migliore, ma è bastato. Nel 2010 dovrà lottare contro gli avversari interni ed esterni. Dovrà continuare a dare il meglio del suo repertorio. Ma potrà vincere solo se i suoi avversari si ruberanno a vicenda punti e vittorie. E se Stoner non diventerà un campione anche nella testa.
Ben Spies. E' venuto, ha battuto tutti e se n'è andato. Un ciclone che si è abbattuto sul campionato SBK, pronto a festeggiare la gioia di 7 case ufficiali in lotta. Haga si presentava come favorito, e per un bel pezzo di campionato lo è rimasto, complice le disavventure del texano. Ma la superiorità è stata lampante. Il compagno Sykes, naturale confronto, ha navigato a centro classifica, con ritardi imbarazzanti. Una guida inedita, veloce ed aggressivo. La lotta, vinta, ad Assen, rimarrà nella cineteca di tutti gli appassionati. La superiorità del pilota, di gara in gara, è diventata evidente anche per gli avversari. Cosa che, in SBK, si è vista nelle migliori annate di Fogarty e Bayliss. Solo John Kocinski ha vinto con tanta superiorità. Ma con una Honda HRC costruita apposta per vincere, in un particolare impeto della Honda. La MotoGP ha un livello di pilotaggio superiore. Dovrà fare passi lunghi e ben distesi, per avvicinarsi ai fantastici quattro. Comunque, per me, parte appena dietro, con tutte le possibilità di aggiungersi a loro, lì davanti. In tal senso, la decisione di portarsi dietro i tecnici che lo hanno seguito in SBK conferma che il pilota, per vincere, deve avere le spalle coperte da gente che sa lavorare bene con lui.
Yamaha. L'anno da ricordare. MotoGP, SBK, Supersport. Mondiale Motocross e Supercross Americano. In MotoGP la M1 è risultata la moto complessivamente migliore. E non di poco. Capace di vincere con entrambi e piloti, ma anche di arrivare a podio con le moto portate in pista dal team privato di Poncharal. Equilibrio telaistico, ormai proverbiale, insieme ad un motore che, con un'elettronica a punto, è stato competitivo contro le Honda e le Ducati che, tradizionalmente, hanno nel motore il punto di forza. Una superiorità che sarà difficile da scalfire nell'arco dell'intero campionato. Certo, l'HRC e la Ducati hanno la possibilità di fare miracoli, ma, per ora, ad Iwata guardano dall'alto. Questa superiorità non è, invece, parsa evidente in SBK. Una R1 cresciuta nel corso dell'anno e con un grande potenziale, ma troppo simile alla Ducati di Stoner, ovvero ad una moto competitiva solo se guidata in un determinato modo. Nel 2010 lo sviluppo avrà i riferimenti del vincente 2009. Non sarà facile rimanere in alto, ma le prove post campionato hanno lasciato il sorriso. Il talentuoso Crutchlow, dopo aver dato la grande soddisfazione di sconfiggere la grande nemica di Tokio in un campionato, quello SS, che dominava da ben otto anni, sta dimostrandosi concreto e veloce. Si spera che sia in grado di indirizzare al meglio il lavoro dei tecnici.
Aoyama. e Honda 250. La vittoria più inattesa, sia per il pilota che per la moto. Il giapponese ha vinto un campionato combattuto con la regolarità e la capacità di gestire le situazioni di difficoltà con freddezza. La Honda 250 non è stata sicuramente la moto più veloce, ma il team Scot ha fatto il miracolo con una Honda ormai vecchia di quattro anni. Certo, Simoncelli ha vinto di più, è stato più veloce, ma ha perso troppi punti tra defezioni ed errori. In Malaysia, la gara decisiva. Aoyama, veloce e grintoso, ha battuto il riccioluto ex campione del mondo sul campo. Il favorito Bautista ha corso sempre al di sotto delle aspettative. La Suzuki lo ha messo sotto contrato praticamente a metà stagione, e da quel momento lo spagnolo, che correva per vincere il mondiale, ha cominciato ad allontanarsi dalle posizioni di testa, pur guidando un'Aprilia ufficiale. Nel 2010 le strade di Honda e Aoyama continuano con un team inedito. Non sarà facile, ma, se la Honda riuscirà a dare una buona moto ai team satellite, potrà far vedere belle gare a centro classifica. Sorte diversa per il team Scot, che lascia la MotoGP e concentra le forze nella Moto2. Questo li pone come punti di riferimento del nuovo campionato, che accoglierà anche il campione 125 Simon, il quale, dopo una stagione di vero dominio, ritorna nella classe di mezzo, assorbendo il nettare di cui si nutrono i campioni, quest'anno più volte assaporato. Un nettare che profuma di vittoria.
"Io cerco le curve anche nei rettilinei" Tonino Guerra
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