Anche se si suol dire che i secondi sono i primi perdenti, nel caso della SBK 2010 vien difficile definirli tali. Coloro che hanno conteso a Max Biaggi ed all'Aprilia la vittoria del campionato, infatti, escono dalla sfida a testa alta e con molto onore.
Leon Haslam, ad esempio. Nessuno, nemmeno il più temerario scommettitore, avrebbe immaginato che il talentuoso figlio d'arte avrebbe lottato per il titolo.
Giovane ma non giovanissimo, una lunga gavetta alle spalle ed un palmares piuttosto esiguo, Haslam si presentava alla prima gara da “osservato speciale”, in qualità di pilota ufficiale di una Suzuki che era stata la delusione del campionato 2009. Lui, da privato Honda, aveva impressionato nel corpo a corpo, con duelli indimenticabili in alcune gare. Un classico outsider, non certo un protagonista.
Però, i tempi straordinari nei test invernali lanciavano intuire che bisognava fare i conti anche con lui. Infatti, il campionato lo vede protagonista fin dalla prima gara, sfoderando una grinta ed una guida che lascia tutti di stucco.
La Suzuki, ovviamente, non era quella del 2009. Un evoluzione notevole, a cui il pilota inglese avrà sicuramente contribuito, ma il grosso del merito va dato ad una delle squadre più preparate e competenti della SBK, il team Batta. Non è stato un Davide contro Golia, ma poco c'è mancato.
La classe e la costanza di Biaggi, superata la prima parte di “riscaldamento”, hanno fatto la differenza, ma Haslam non ha proprio nulla da rammaricarsi, visto che spesso ha cercato di sopperire con la grinta ad un'Aprilia in continuo crescendo di prestazioni; purtroppo, la Suzuki, da metà campionato, non ha fornito più nessuna evoluzione, rendendo la lotta impossibile. Ha avuto un paio di prove abuliche e qualche eccesso d'irruenza, ma è ingiusto pretendere più di quello che ha fatto. Chapeau.

Anche la Ducati può considerare onorevole la sconfitta. Questo perchè non si parla della Ducati ufficiale, ma di quella portata in pista dal team Althea per Carlos Checa. Un pilota che ha ritrovato smalto e grinta; ancor più incisivo e veloce del miglior Checa del motomondiale. L'ex compagno di Biaggi in 500 e MotoGP ha vinto molto, sfruttando al meglio una moto ancora in grado di battersi con le migliori quattro cilindri. Ha ridimensionato persino i piloti ufficiali, lasciando il dubbio che le scelte del team Xerox siano state sbagliate su tutti i fronti. Fa piacere, comunque, sapere che sarà proprio questa squadra e questo pilota a ricevere le maggiori attenzioni da Borgo Panigale, per l'ultimo anno di corse della 1198.

In Supersport, Laverty ha perso vincendo molto più del campione 2010 Sofoglu. E' stata una lotta durissima, giocata spesso sul filo dell'ultimo sorpasso, tra le due Honda CBR meglio preparate. Esce sconfitto, Laverty, ma si guadagna un bel posto con la Yamaha ufficiale SBK. Gente che riesce a pescare i migliori jolly e portarli in MotoGP. Forse, è meglio di un titolo di campione Supersport...
La Kawasaki stata l'unica casa a contendere il primato delle Honda, vista l'assenza delle Yamaha R6 (vincenti nel 2009). Nella prima parte del campionato, in effetti, l'ottimo Lascorz è stato anche in testa al campionato, però ha dovuto alzare bandiera bianca da metà campionato, fino alla resa totale causata dal gravissimo incidente occorso al talento spagnolo nel round di Silverstone.
La Kawasaki ha, comunque, scommesso sul suo giovane talento, lasciandogli una ZX10R ufficiale per la SBK 2011, nonostante la lunga e difficile convalescenza.
Il ragazzo merita.

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"Io cerco le curve anche nei rettilinei" Tonino Guerra