La RC 212V vista nelle prove di Sepang è, finalmente, una moto profondamente diversa dall'impostazione estetico/aerodinamica della prima RC 211V che, con poche modifiche, ha mantenuto l'idea della moto "essenziale", in cui il motore è al centro della struttura e tutto il resto trova il minimo spazio e protezione. Pilota compreso. Un'idea vicina a quella che ha reso famosa la filosofia della Honda, in cui la moto viene prima di tutto. Una filosofia che ricalca l'immagine: la foto della moto da sola, fin dalla spettacolare RC 211V del debutto, nella sua livrea HRC in rosso ed aquila nera stilizzata. Una meraviglia. Un portento fatto di leghe e carbonio. Poi, la foto di Rossi al primo approccio: un orso sulla bicicletta. L'insieme moto/pilota profondamente squilibrato e cacofonico. Solo con il fantino Pedrosa e le profonde e continue modifiche per renderla più adatta alla presenza della componente umana, l'insieme acquista un filo di amalgama; ma pare sempre la concessione, espressa controvoglia, ad un male inevitabile: la moto non corre da sola.
Con il cambio di dirigenza, pare arrivare anche un cambio di filosofia. Anche qui, l'estetica suggerisce la soluzione. La moto deve accogliere il pilota e permettergli di penetrare l'aria senza creare scompensi nella guida.
E questo, nonostante gli alfieri designati della compagine giapponese, Stoner e Pedrosa, non siano corazzieri (e di questo ne godranno maggiormente i più alti piloti italiani, Dovizioso e Simoncelli).
L'attenzione all'aerodinamica è evidente, vedendo la tormentata struttura prevista per il parafango anteriore. Anche l'inedita carenatura, che si allunga a coprire totalmente il propulsore. Le feritoie giocheranno sicuramente un ruolo importante nella gestione dei flussi d'aria, sicuramente non solo improntati allo smaltimento dell'aria calda.
La parte superiore è più pronunciata, armonizzandosi non più con la fuga del serbatoio, ma con la sagoma del pilota piegato sul serbatoio (come nella Ducati Desmosedici, a cui, in realtà, la nuova RC 212V 2011 pare ispirarsi).
"Io cerco le curve anche nei rettilinei" Tonino Guerra