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Motoaperitivo Milanese atto II

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Argo16

Inviato: lunedì 20 luglio 2009 12:53:58

Iscritto: 11/04/2009
Locazione: Milano

Sono sul treno di ritorno, direzione Roma. Missione “Motoaperitivo” compiuta.

Iniziamo però dall’incipit: l’appuntamento. Le precise indicazioni di Ego70 ci ragguagliano sulla via, l’orario dell’incontro, la strada da seguire per raggiungere il locale, la descrizione degli ambienti e dei suoi frequentatori; tutto insomma, o quasi. L’unico dettaglio sfuggito al nostro Cicero - una piccolissima svista, tra l’altro – è che domenica il locale è chiuso!

Precisi come un orologio, il moderatore e l’indomito stazionano davanti le serrande abbassate: Otto e Gaekut si guardano intorno spaesati. Li raggiungo e vengo riconosciuto dal mio “Signori buonasera”, evidentemente la mia frase riportava i sottotitoli: “salve sono Romano, che se sente?”. Subito Otto modera. Continua Gae, confidandomi che si sarebbe aspettato da Argo una figura imponente: date le sue continue elucubrazioni filosofiche – cito testualmente – era plausibile attendersi una figura maestosa. Io non afferro il sillogismo ma Otto modera. Si chiacchiera un po’, quando ecco arrivare la nostra guida. Il silenzio cala come una mannaia, solo Gae annuncia di iniziare a pregustare la consumazione offerta dal mesto Ego: chi sbaglia paga, la sua birra.
Ego, forse prevedendo l’imminente e ingente richiesta pecuniaria – l’indomito beve come un minatore polacco – si dimostra subito “incaz…to come una pantera”; giura su tutto ciò che gli è caro (i suoi compagni di forum) che quel locale è sempre stato aperto di domenica e che proprio non sa spiegarsi questa chiusura. Gaek tentenna, Otto modera e il portafogli di Ego tira un sospiro di sollievo.

La situazione viene improvvisamente distratta da uno strano veicolo a quattro ruote, bianco, impegnato in una manovra quantomeno alternativa e in un parcheggio che potrebbe essere descritto “artistico”. Il conducente scende, guarda soddisfatto i frutti del suo operato e ci raggiunge sfoderando un divertito e compiaciuto sorriso: è bonnalex. Il buon umore sembra circondarlo: il barbuto avvocato milano-partenopeo sembra più interessato al lato piacevole e comico della vita, rispetto a quello serioso ed impegnato, prevedibile dalla sua professione. E di comicità, la vita, nei prossimi minuti, gliene omaggerà a piene mani.

Gli organizzatori, lungi da loro essere da meno dei loro colleghi romani in fatto di eventi motociclistici, iniziano immediatamente a sfogliare la personale lista mentale di locali, iniziando di lì a breve ad enunciarli. La prima alternativa viene proposta dopo pochi istanti. Si sale sui mezzi e si raggiunge il secondo locale: chiuso. Bonnalex inizia a ridere di gran gusto. Negli occhi degli organizzatori si accende un lampo di smarrimento, condiviso per un istante anche da Otto che, però, torna subito a moderare. Secondo locale e rispettivo indirizzo sfornati con immediatezza. Tutti di nuovo sui mezzi, tutti di nuovo in processione. Il luogo viene raggiunto senza indugi e il locale indicato, è chiuso! Anzi, ari-chiuso. Bonnalex è cappottato nel suo abitacolo dalle risate, mi istiga a riportare con dovizia di particolari ciò che sta succedendo. Figuriamoci se mi lascio sfuggire un’occasione così ghiotta! Per la prima volta ho visto Otto intento a moderare sé stesso, e l’indomito, smarrito.

Ego pronuncia solo due parole: “Il Volo” (locale milanese nda). La parola viene accolta dal gruppo come la rivelazione della Terra Promessa e, con altrettanto entusiasmo, i veicoli vengono puntati verso la futura, certa meta – si spera. Missione compiuta e motociclisti seduti al tavolo.

I proprietari del bar giocano subito un brutto scherzo a Gae e Bonn: le loro sedie con braccioli sono più strette di quelle concesse agli altri ospiti del locale. Almeno a giudicare dalle difficoltà affrontate da entrambi per incastrarsi, al momento della seduta, e “stapparsi”, nella necessità di alzarsi, dall’angusto trabiccolo plasticaceo.

Le compagne presenti al tavolo (signora Argo, signora Otto, signora Gaekut) si mettono immediatamente in caccia di cibo per provvedere alle esigenze nutrizionali del gruppo e tornano, dopo poco, con carrettate di pasta, mini supplì e sfiziosità varie. Gesto accolto dai sensibili bikers con gratitudine rasente commozione.

Si mangia e si beve, i nordici sono curiosi di sapere come sono fatti i loro colleghi capitolini (Quanti anni ha okkiolino? Quanto cavolo mangia pigsurf? Quanto è cattivo Zeljko? Com’è fatto uno che si chiama centocellerider?) e anelano un incontro sotto forma di raduno.
Giunti nel caldo della serata, Otto viene richiamato ai propri doveri: come ogni supereroe che si rispetti, deve tornare a moderare il mondo, abbandonando l’allegra comitiva – aveva un appuntamento a cena fuori, ma questa è stata solo la sua copertura, noi abbiamo fatto finta di crederci e l’abbiamo lasciato volare via.
Prima di andare, ha ordinato di non rivelare la sua identità a nessuno; un po’ come il leggendario Elvis, riapparirà all’insaputa dei suoi utenti fan per confortarli nei momenti di bisogno o moderarli se dovessero cadere vittime dell’ira.

P.S. La funzione moderatrice di Otto si manifesta come un’aurea di positività diffusa, senza che gli altri ne abbiano sentore alcuno, nelle zone limitrofe alla sua presenza. Pare che dopo il suo passaggio accanto a un tavolo occupato da una coppia di fidanzati che litigavano animatamente, i due partners abbiano immediatamente interrotto la disputa per lanciarsi in un abbraccio di profondo amore. Io c’ero, posso testimoniarlo.

La serata torna nel vivo quando anche il povero bonnalex scatta in piedi, ritto sugli attenti: la sua mente gli ha ricordato l’appuntamento per andare a prendere la consorte, lo scatto è stato eseguito come riflesso inconscio all’input mentale.

Rimango con Ego, l’indomito e rispettive compagne. Mentre si disserta di vari argomenti, la mia mente si sofferma su alcuni particolari: la meticolosa scientifica forma dialogica di Ego, sembra uno di quei cuochi che ti spiegano come eseguire una ricetta, in televisione, e il contrappasso esistente tra il caprino-diabolico pizzo di Gaek e la sua lucente quanto rasserenante pettinatura di pigsurfiana memoria.

La serata si conclude con una sigaretta fuori dal locale e la promessa di rivederci quanto prima, per tornare nelle proprie dimore con la certezza della presenza del buon Otto a vegliare moderatamente su di noi.