Il sistema di 76RacingTeam ha un impianto preciso di fondo, che si è evoluto e raffinato nel tempo naturalmente, ma che resta fedele ai capisaldi iniziali che hanno fatto la fortuna della scuola presso la grande maggioranza di chi l'ha "assaggiata":
pista in esclusiva: una persona che mette per la prima volta il naso in circuito deve sentirsi anzitutto tutelata da istruttori che abbiano il completo controllo del comportamento di tutti i veicoli in movimento sulla pista, ne determinino la corretta quantità e vigilino, con l'autorità del ruolo, su eventuali intemperanze. Immaginate quale sarebbe la bolgia di un cartodromo con dentro insieme 6 allievi del corso, 3 minimoto, 2 motard di amatori molto avanzati e 2 cazzaroni su naked o sportive, un pochino più esperti della media degli allievi, che si divertono a fare i fenomeni sulla pelle delle vittime predestinate: differenze di traiettoria, andatura, conoscenza delle regole, che possono traumatizzare chiunque all'esordio!

attenzione e training individuale a rotazione: ciascun allievo nel corso della giornata di corso è seguito personalmente da un istruttore per un discreto lasso di tempo (aritmeticamente, con turni di 15 minuti in pista, sei allievi e due istruttori, significa 5 minuti di training individuale per ogni turno, e i turni sull'intera giornata sono tanti!); l'istruttore segue l'allievo affiancandolo o precedendolo/seguendolo da molto vicino, urlando per farsi sentire e mostrando con l'esempio cosa intende; lavora sugli aspetti che evidenziano le maggiori necessità e/o potenzialità di miglioramento, senza forzare innaturalmente nessuno oltre le sue possibilità ma cercando di farle emergere tutte con la più corretta impostazione possibile.
I partecipanti, solitamente diciotto, sono suddivisi in tre gruppi da sei con due istruttori per gruppo, a rotazione su tre istruttori presenti con uno riposante; i gruppi alternano i momenti a girare in pista con pause di riposo e teoria, tenuta da Mirko.

parte teorica senza paranoie e con molto DIALOGO: l'impostazione che Mirko dà alla teoria è prima di tutto di metodo, rivolta a "ascoltare e far parlare" la capacità che ognuno ha (e dovrà tirar fuori e sviluppare) di sentire la propria moto con rispetto ma senza terrore. non sono sessioni rivolte a dare un inquadramento di perfezionismo "coreografico", come si sente fare da tanti amatori fin troppo spesso, 3 gradi in qua la spalle, 7 mm in là il piede, la mano così, il collo cosà eccetera. questa sovrabbondanza di minuziose istruzioni "meccaniche" condurrebbe l'allievo ad entrare in tensione per autosservarsi continuamente, disperdendo l'attenzione su una miriade di dettagli a questo stadio inutili, e non trovando il rapporto con la moto necessario a evolvere un aspetto per volta con impegno ma anche con ALLEGRIA, con la fiducia che ogni miglioramento effettivo si porta armonicamente dietro un aumento di tutto il potenziale successivo. certo, l'impostazione del corso va verso la guida motociclistica di velocità, e precisamente verso la familiarizzazione con la sua tipica posizione: quindi movimento del corpo all'interno della curva e tendenzialmente ginocchio a terra; ma lo si ottiene anzitutto disinteressandosi della prestazione velocistica, della frenata, della traiettoria ideale "da tempo" (almeno all'inizio), della marcia corta da massima accelerazione e altre fregnacce da sfigati che è totalmente inutile e anzi dannoso affinare all'inizio di un corso di base dove c'è da trovare un'intesa mentale e poi impostare un'armonia fisico-motoria il più possibile avvolgente e naturale.

Naturalmente se un allievo, per doti naturali o esperienze pregresse, mostra una disinvoltura superiore, la parte di lavoro individuale va a raffinarlo nei punti dove più può crescere o gli occorre correggersi; se un altro è più ingessato (io per esempio ero un blocco di pietra) o impacciato, si tratta di scioglierlo e il lavoro si soffermerà su un aspetto più elementare. Ma nessuno viene mollato a se stesso o forzato a incasellarsi in uno schema adatto a un altro. Poi nella realtà, la grande maggioranza dei partecipanti ha attitudini e incertezze molto simili, quindi si riesce solitamente a mettere in comune soluzioni e chiarimenti sia di teoria che di pratica esplicativi per tutti, o almeno per molti.

Ne escono allievi di ogni genere, persone che a volte sviluppano una passione per la pista e procedono con i corsi avanzati e oltre; altre che rifanno il corso base tutti gli anni, per "ripulirsi", e continuano a girare prevalentemente in strada; altri ancora che tornano in strada e punto; ma nessuno che ci abbia messo un minimo di testa e di cuore, esce da lì senza avere rivoluzionato (provando nel frattempo piacere) la propria cognizione del controllo che è in grado di esercitare su una moto, della risposta che la moto, dovutamente "stimolata", è in grado di offrirgli, e della maniera "pacifica" in cui, volendo, è possibile accrescere tanto la propria abilità quanto la propria consapevolezza di che cosa succede quando si va in moto, in dipendenza da come noi ci comportiamo.

Ovviamente ai corsi di base non è solo permesso, ma RACCOMANDATO a ciascuno di partecipare con la propria moto, non importa se è una cbf 600, una cbr 125, una vstrom 650, una vecchia tenere', o una cbr 600 o una z 750. Una delle grandi lezioni è, appunto, che non esiste una moto inadatta a imparare (e a farci) quello che con "le moto" si può fare.

INFO:
Il sito web di 76 Racing Team
Il calendario dei corsi.
Informazioni sulle caratteristiche del corso base

Per alcuni, infine, potrebbe essere importate sapere che, per un sovracosto di 40 euro e ovviamente previa richiesta al momento dell'iscrizione, è disponibile l'affitto per il corso di una tuta della propria taglia con relativo sottotuta (PULITO) e senza aggravi di spesa ex post nel malaugurato caso di caduta. Il parco tute, integrali, è rinnovato con buona frequenza grazie al rapporto che la scuola ha con un primario produttore e fornitore - dei cui prodotti a prezzo convenzionato, per chi fosse interessato, si fa anche informale mediatrice.