Il ricco salone di Milano, nonostante l'aria pesante dovuta alla crisi di vendite, ha fatto ammirare una bella quantità di moto. Moto da sogno, belle e non sempre impossibili; moto innovative e moto che cercheranno di riproporre miti consolidati.
Tra le tante, però, io ho scelto quella che per me è la più degna regina:
La KTM 390 Duke è davvero la moto che non c'era.
Una vera world-bike, adatta a tutti i mercati mondiali, in particolare quelli dell'Est asiatico fino all'impenetrabile Giappone.
Ma, a ben vedere, una moto più che adatta al mercato italiano. Una vera motoleggera, quel genere che ha contraddistinto la produzione italica fino ed oltre gli anni '60.
In questa moto trovo tutto. Contenuti tecnici, dati da un leggerissimo monocilindrico da ben 44 cavalli dotato di contralbero di equilibratura; un comparto sospensioni firmato WP, un forcellone in alluminio con nervature incrociate da far impallidire alcuni orrori montati su moto da alte prestazioni e prezzo; un peso sotto i 150 kg con il pieno di carburante: in pratica una bicicletta; un appeal da moto di alto livello, con il bel telaio in tubi dal caratteristico color arancione e l'equilibrio delle forme del serbatoio e della sella, adatta anche ad un utilizzo turistico a medio/corto raggio.
Ma quello che, secondo me, è il pregio più importante è legato al portafoglio.
Pur considerando che il prezzo di acquisto sarebbe all'interno dei 5000 euro, quindi solo di poco superiore alle sorelle 125 e 200 (che già sono ottime moto...), per me è decisivo il fatto che con la sua cilindrata di 390 cc si attesti nella fascia assicurativa più economica in assoluto.
E questo è un elemento che, per molti clienti, non è solo elemento di scelta tra una moto e l'altra, ma più radicalmente può determinare la possibilità di diventare motociclista.
Fa specie, quindi, che una idea centrata come questa sia partita dalla casa austriaca e non dai produttori nostrani, che hanno presentato bellissimi gioielli per figli di sceicchi o bombardoni adatti a solo gente che può permettersi di mantenerle.
Ed è, purtroppo, evidente che in Italia sono sempre meno...
"Io cerco le curve anche nei rettilinei" Tonino Guerra