Sabato, complice la buona stagione, ho fatto la classica uscita in moto con destinazione... nessuna, se non fare più chilometri di curve possibile. Curva che ti ricurva, mi imbatto in una categoria di fave che percorrono le nostre strade (oltre a noi motociclisti ed ai ciclisti che ho già citato in altra occasione) cioè i pullman, autobus, torpedoni o come li volete chiamare.
Naturalmente la fava non è il mezzo in se, ma specificamente l'autista che è al volante del mezzo medesimo.
Storia: girello in massima tranquillità in una strada a curve bella e che da un buon ritmo, visto che ci sono curve e controcurve tutte più o meno del medesimo raggio. Perfetta per godere, senza bisogno di strafare, ma semplicemente facendosi cullare dalla moto.
Curva a destra cieca, velocità nella norma, mi preparo all'uscita della curva e ad impostare la controcurva sinistra e... SORPRESA! Un autobus di quelli immensi mi si para davanti agli occhi, di quelli alti, larghi, con tutte le persone affacciate ai finestrini che guardano distrattamente il paesaggio. Peccato che venendo in direzione opposta alla mia ed affrontando la curva a destra (contro la mia sinistra) avesse occupato tutta e dico tutta la sede stradale con la sua stazza da balena, lasciando forse giusto 30 cm dal bordo estremo della strada.
Realizzo immediatamente che è impossibile passare nei 30 cm di spazio lasciati nella mia carreggiata e quindi mi attacco ai freni con tutta la forza bilanciando il peso all'indietro per non rischiare di ribaltarmi in avanti. L'autista mi vede, intuisce e stringe la curva il più possibile. E me la cavo con un po' di spavento, le scuse dell'autista ed un jolly in meno nel mazzo...
Però, meremma impestata, gli autobus di linea che frequentano quelle strade sanno perfettamente che il senso di marcia è in entrambe le direzioni e quindi, quando affrontando una curva od un tornate ciechi, fanno la classica clacsonata PERIPERIPE' ad avvisare ogni anima si trovasse per caso ad incrociare il suo cammino.
Se fossi stato su un auto un po' distratto? O fossi andato un po' più veloce in moto? O se l'asfalto fosse stato umido e sdrucciolevole? O se avevo dei pneumatici duri come il marmo? Meglio non pensarci...
Intanto meglio far tesoro una volta in più della lezione: massima attenzione alle curve cieche; controllare sempre lo stato dei freni; girare con gomme buone ed in salute; mai rilassarsi. La strada, già abbastanza pericolosa di suo per le condizioni dell'asfalto italico, è frequentata anche da utenti che se ne fregano di voi e della vostra salute.
Non han sì aspri sterpi né sì folti quelle fiere selvagge che ’n odio hanno tra Cecina e Corneto i luoghi cólti