Originariamente inviato da Nick_Farl_4004938Capisco il tuo punto di vista anche se universalmente viene riconosciuto come fondamentale non solo la fidelizzazione del cliente ma anche la necessità di creare un rapporto uno a uno (anche nei casi di mass marketing).
Nei casi specifici a cui mi riferisco e che sono stati la causa del mio post, dico solo che:
- se ti contatto e ti comunico che sono interessato, minimo minimo mi ricontatti;
- se hai già venduto la moto mi comuniche che l'hai venduta... e da buon markettaro cogli l'occasione mi fai due domande e magari mi comunichi che hai altri prodotti interessanti
- se ti vengo a trovare, so che la moto che hai in vetrina è ferma lì da quasi 1 anno e anche tu me lo confermi, ti dico che sono interessato, mi proponi di fare una prova, io accetto.... minimo minimo dopo 1 settimana mi ricontatti (come si dice: a pregare si va in chiesa)
Capisco di non far vedere ai clienti di essere alle strette (o magari no) ma quello che ho scritto sopra dovrebbe essere la base!
Lamps
La banalità che avevo postato era riferita in maniera generale al concetto di vendita, non alla vicenda da te descritta, in cui la scortesia e la dabbenaggine dimostrate sono evidenti.
Non ho una conoscenza accademica del settore marketing & selling, ma solo un pò di tempo dedicato al settore pubblicitario e accounting. Sul campo ho avuto modo di conoscere molti professionisti del settore, più o meno competenti e più o meno organizzati. E ne ho sentite di tutti i colori.
A parte che la fidelizzazione in genere è legata ad un rapporto di rappresentanza con il brand (di cui il venditore è "la faccia ed il braccio"), e riguarda il nuovo (perchè se prendi una Triumph da un rivenditore multimarche, l'assistenza vai comunque a farla altrove, e sarà lì che dovranno dimostrare di essere insostituibili, come il loro amato prodotto e, perchè no, le loro giacche, occhiali...
). Il rapporto diretto è proprio quello che vuole il venditore "vero", perchè è lì che può esprimere la sua arte nel trasformare un "interessato" in "cliente", ma bisogna anche vedere l'altra faccia della medaglia.
Ad esempio, che proprio nell'era degli annunci digitali, diventa necessario portare l'interessato viso a viso (vedi sopra), e quindi tutte le contrattazioni intermedie e indirette sono inutili e/o nocive (da qui la scarsa propensione al rispondere via mail; meglio l'appuntamento fissato per telefono), Inoltre, come mi diceva un rivenditore ciarliero, tra 10 persone che entrano 5 sono perditempo, 3 sono "farfalle" (che volano di concessionario in concessionario a vedere dove spuntano il prezzo più basso "a prescindere") e due potenziali clienti, con cui al 90% dovranno fare la guerra per tiragli fuori i soldi (ritiro usato, finanziamento, pagamento in natura, bottoni e caramelle...), e di guerre se ne vincono sempre di meno...
In quello che scrivi, quindi, concordo sul ricontattarti telefonicamente in caso di vendita effettuata, ma solo se tu hai chiamato prima per fissare un appuntamento. Negli altri casi, se consideri le tipologie "filtro" citate ed abbastanza realistiche ovunque (e che di certo non identifichi con una mail), fai semplicemente vedere che hai la moto sul groppone. e questo vuol dire tirarsi un'incudine sulla "gioielleria".
Insomma, la regola per cui non è il venditore che ha il bisogno di vedere, ma l'acquirente che deve avere il desiderio di acquistare può essere discutibile o meno, ma vale come buono nella maggioranza dei casi.
Poi, ad un appassionato e competente può interessare maggiormente la competenza e la sincerità di chi si trova davanti, ma diciamocelo: quanti sono gli appassionati e competenti da una parte e dall'altra?
"Io cerco le curve anche nei rettilinei" Tonino Guerra