Con la gara corsa sul circuito di Mosca, a stagione 2014 del
DTM è arrivata a metà percorso. Una stagione importantissima, per questo campionato tedesco turismo (ovvero
Deutche Tourenvagen Masters), visto che si tratta della trentesima edizione di questa manifestazione, nata nel
1984 come campionato nazionale per vetture di serie preparate secondo le specifiche Gruppo A e diventata, anno dopo anno e con vari stravolgimenti regolamentari, la massima espressione dell'automobilismo a ruote coperte, insieme alla
Le Mans Series ed alla
Nascar, per contenuti tecnici, sportivi e, soprattutto, per la qualità e la professionalità dell'organizzazione.
Nel corso della sua storia, la serie tedesca ha tracciato una strada nuova e diversa, rispetto ai campionati per vetture turismo, prediligendo una maggiore libertà di preparazione e di tipologie di vetture rispetto al Campionato Europeo Turismo, poi Campionato Mondiale Turismo (WTCC).
I marchi tedeschi sono sempre stati il riferimento, ma anche altre case europee hanno avuto un ruolo importante, come la
Volvo agli albori o alla
Rover, che con la Vitesse vinse il campionato nel 1986.
Ed è indimenticabile la vittoriosa partecipazione dell'
Alfa Romeo, che nel 1992 si impose con la 155 V6 TI guidata da
Nicola Larini. In quegli anni di grande fermento per l'automobilismo sportivo, il DTM arrivò anche a proporsi come campionato alternativo alla
Formula 1, forte di una formula che garantiva spettacolo e ritorno d'immagine per gli sponsor e le case automobilistiche. Un passo, forse, troppo lungo quello dell'ITC (International Touring Car Championship), e che non venne premiato dal successo, anche a causa dell'ostracismo degli organismi federali mondiali, che mal digerivano uno spostamento dai consolidati centri di potere franco-anglosassoni a quelli tedeschi.
Anche lo sviluppo del regolamento tecnico, sempre improntato sulla estremizzazione del concetto di auto da turismo, arrivò alla definizione di una tipologia di vetture che, in realtà, con le turistiche stradali hanno davvero poco da spartire, se non il richiamo estetico ai modelli di riferimento.
La formula attuale, infatti, è praticamente assimilabile a quella statunitense delle gare Nascar, un cui il telaio ed il motore sono strutture costruite ad oc, e la carrozzeria, arricchita da flap ed alettoni, è semplicemente una “
coperta” su una struttura da prototipo monoposto. Per contenere i costi e garantire l'equilibrio delle prestazioni tra le case partecipanti, si è optato per una unica soluzione di motore (motori
V8 aspirati di 4000 cc) e trazione posteriore, e con fornitore unico per i sistemi di trasmissione e cambio, così come per gli pneumatici. Nonostante ciò, il livello di tecnologia e prestazioni è altissimo, visto che Audi, BMW e Mercedes partecipano in forma ufficiale, con team di diretta emanazione dei reparti corse e da scuderie private altamente professionali. A completare il tutto, è la altissima qualità dei piloti in gara. Oltre a far correre ex piloti di Formula 1 come
Timo Glock o Paul Di Resta, nel DTM si sfidano giovani talenti che, purtroppo, non hanno avuto la possibilità (pur avendone il talento) di correre al meglio nella massima categoria ma che possono sfruttare l'occasione per proporsi al grande pubblico. Piloti come
Nico Muller, Antonio Felix Da Costa ed il nostro Edoardo Mortara stanno conquistando il competente pubblico tedesco ed i tantissimi appassionati che seguono la serie in tutto il mondo, scontrandosi con gli esperti specialisti delle ruote coperte come
Augusto Farfus, Gari Paffett e Bruno Spengler e dimostrandosi, gara dopo gara, sempre più capaci nel gestire le delicate strategie di gara (dovute anche all'obbligo di cambio gomme).
Nella stagione in corso, si è assistito ad un sostanziale equilibrio tra
Audi,
BMW e
Mercedes, con gare dal risultato incerto fino alla fine, ma la classifica premia la la classe e la consistenza del giovane
Marco Vittmann. Il ventiquattrenne tedesco di Furth, pilota della
BMW M4 del team RMG, è stato l'unico pilota a vincere, fin ora, due gare: quella d'apertura ad
Hockenheim e quella corsa all'
Hungaroring di Budapest. Al secondo posto troviamo lo svedese
Mattias Ekstrom, alfiere dell'
Audi RS 5 dello storico team Abt, a venti punti di distacco, mentre si contendono il terzo posto, con 41 punti, l'ufficiale BMW Spengler ed il nostro Mortara con la sua Audi. Il pilota italiano si sta confermando come uno dei piloti più spettacolari ed aggressivi, e nonostante qualche eccesso e qualche “
svista” della buona sorte, ha sorpreso per le sue eccezionali rimonte e per la capacità di difendersi anche situazioni di evidente svantaggio.
Per la
Mercedes, invece, non sono bastate le vittorie di Vietoris e Wickens per rimanere tra i protagonisti del campionato. Già al giro di boa, rimane solo la matematica a tenere in gioco le
AMG C-Coupè, e solo
Vietoris sembra in grado di esprimersi al livello dei migliori. Vedendo i volti tesi nei box Mercedes, si capisce che le grandi soddisfazioni in Formula 1 non sono di consolazione, e che la volontà di imporsi contro gli storici rivali di casa (e principali rivali sul mercato mondiale) è sempre viva.
"Io cerco le curve anche nei rettilinei" Tonino Guerra