...morto?
Suona brutto, lo so. E tastatevi pure lì. Però mi devo sfogare con qualcuno. Chi legge sa che condivido l'ufficio con sole donne. Ebbene, una delle maggiori negatività che si trova in un ambiente di lavoro femminile è che ogni mattina (ma veramente quasi ogni mattina) una delle presenti arriva in ufficio esordendo con "Ma lo sai chi è morto?"
Ma porka di quella Majala con la emme maiuscola di maremma impestata...
Già arrivare in ufficio con la prospettiva di menarsela per non meno di nove ore al giorno di rotture di palle non dovrebbe bastare per affrontare il giorno con positività? NO?
E allora giù con racconti terrificanti del come, dove, perché il neo defunto ha esalato l'ultimo respiro.
Il brutto è che non c'è salvazione. Io provo a fare finta di nulla, ma purtroppo è solo un breve salvataggio perché alla mia indifferenza reagiscono con "Ma come non lo conoscevi?". "Era quello che lavorava..." "Era il marito di quella..." "Era la moglie del tale..." "Era il cugino della vicina di casa della zia del cognato del dirimpettaio della sorella del marito del postino della consuocera dell'amica del giornalaio parente del gommista che aveva un albergo insieme al fratello del babbo..."
Ed anche stamani è successo. In questo caso per un povero uomo motociclista (che poi guidava uno scooter).
Tra l'altro mi domando, visto che si entra in ufficio verso le 8, come cacchio facciano a sapere sempre le notize in anteprima. Io, appena alzato, mi devo guardare allo specchio per riconoscermi. Figuriamoci andare in giro per raccogliere determinate notizia. Mah...
Non han sì aspri sterpi né sì folti quelle fiere selvagge che ’n odio hanno tra Cecina e Corneto i luoghi cólti