Lo scorso weekend ho fatto una serie di belle esperienze mototuristiche, motociclistiche ed umane.
Ho visto posti nuovi per me (motociclista "quasi sul serio" lo sono diventato a Roma, qua ero un moto[beep] tardivo e non giravo, tranne un po' in Liguria), ho conosciuto persone nuove e ho rivisto persone care.
Ho anche un po' smanettato come un demente (sabato), cosa certo divertente se presa a dosi rare.
Ho fatto un po' di itinerari, di foto e di video.
Venerdì mi sono mosso da Milano al gommista di Calusco d'Adda, e di qua ho raggiunto nel pomeriggio Trento, dove ho cenato in ottima ancorché ristretta compagnia, e ho dormito ospite di una recente ma già preziosa amica.
Come mostra
l'itinerario, ho percorso la val Serina, buon tracciato ma condizioni di traffico, pulizia, ampiezza della carreggiata e grip parecchio discontinue. Poi ho preso la direzione del Passo della Presolana (videi in attesa di valutazione ed eventuale montaggio), bello e piacevole da guidare, anche se forse un po' veloce e soprattutto trafficato in questo periodo. Di lì ho raggiunto il passo del Vivione (video panoramico semi-integrale in costruzione), una strada strettissima da cui si gode la vista di un bosco lussureggiante, e poi, sopra, di uno stupendo panorama di montagna.
Dopo la discesa a valle, mi dirigo verso il Passo del Tonale, che sul versante estetico non è forse all'altezza del resto, ma motociclisticamente parlando (a parte le aree numerose con lavori stradali in corso) è stupendo, salvo forse per il traffico. Di lì si entra nel paesaggio delle meraviglie trentino: la bellezza dei luoghi e il livello medio del grip stradale ne fanno una sorta di sancta sanctorum del motociclismo piegaiolo di qualsiasi tendenza. E io sperimento, al venerdì sera, il margine infinito offerto dalle strade con un approccio turistico-scorrevole sempre più disinvolto.
L'indomani è il giorno del
giro per onorare la festeggiata, e naturalmente noi stessi: vi partecipano una trentina scarsa di moto, tutte di impostazione sportiva o sportiveggiante, eccetto la mia e una GS 1200. Lo stile di guida è consono alle moto e alla giovane età prevalente, pur con le differenze di abilità del caso: non mancano alcuni bei talenti.
Mi trovo subito bene, e dall'ascesa alla Mendola in poi è tutto un piacere eccelso, che si interrompe solo per soste alimentari o di decompressione generale; oppure per aspettare innesti successivi lungo la strada.
Si fanno due soste per attendere "rinforzi", durante la seconda delle quali scatto qualche foto
ma poi si procede.
Mi è difficile descrivere nei dettagli i luoghi, perché non si è trattato di un ritmo precisamente turistico.
Ma delle strade posso dire solo una cosa: superbe. Con l'eccezione di quella del lago di Molveno, che a me è parsa un po' scivolosa, ma evidentemente non ha indotto il minimo ripensamento nei miei compari rimasti.
Approfitto di questo calo fisiologico per fotografare uno dei punti più suggestivi della zona, il lago di Molveno e i monti circostanti
L'indomani, dopo una splendida serata in compagnia di tante persone nuove e qualcuna nota, avendo ridefinito i concetti di "diversamente astemio", "diversamente intelligente" e "diversamente disappetente" (soprattutto il primo e il secondo), mi sveglio dimentico di me e del mondo, verso le 10.45. Provvedo, per così dire, a una colazione rigenerante con mooolta lentezza, quando mi si para davanti in completo motociclistico, casco compreso, un caro amico noto anche su queste pagine, convenuto puntualmente alle 11.05. Con grande farraginosità riesco a prepararmi per uscire verso mezzogiorno e mezza. Siamo in quattro e nessun altro si associa al nostro giro, sono tutti troppo stravolti dai bagordi di serata e nottata. Il gamba ed io, autentici diehard del mototurismo aspiratutto, a tutto tondo, prendiamo invece l'abbrivio dietro al nostro Cicerone et Magister, accompagnati dal marziale pno, guzzisticamente stentoreo e rigoroso.
A fine giornata avremo fatto questo.Rapidamente a me - terzo fermone in linea - girano le balle per l'andatura troppo sostenuta (io parto sempre male, e in più mi pare di vedere troppe costruzioni abitate, troppe macchine, troppe famigliole domenicali a spasso, troppo tutto, per lasciare solo 5-10mm di luce a ogni curva) e anche perché il panorama è superbo ma nessuno dà l'idea di prendere in considerazione una sosta per fotazze.
Quindi a un certo punto io mi fermo unilateralmente e ne scatto qualcuna, a caso in valle:
[...continua, forse la settimana prossima, boh...]
vedere tutto, sopportare molto, correggere una cosa alla volta