fender, torniamo allora al tuo primo post:
Originariamente inviato da fender
non capisco solo come possa essere un "atto dovuto" l'accusa a de angelis e redding di omicidio colposo.
E' un atto dovuto semplicemente per via dell' obbligatorietà dell'azione penale (Costituz. art. 112; Codice di Procedura Penale art. 50). Visto che l'omicidio è sempre un reato, è obbligatorio, per il magistrato, verificare che l'evento non sia stato causato per volontà degli indagati (omicidio volontario) o che l'evento non sia stato causato da una condotta dovuta ad imperizia, imprudenza, negligenza (omicidio colposo). Le indagini servono, ovviamente, a chiarire e confermare la totale estraneità dei due piloti all'evento morte, rubricando il nesso causale che li coinvolge nell'ovvio caso fortuito e/o forza maggiore, escludendoli da qualsivoglia responsabilità (penale e civile).
Originariamente inviato da fender
e se i tempi sulla morte di tomy sono quelli, e non posso pensare diversamente visto che c'e' di mezzo un'autopsia, tutta la manfrina dei medici e soprattutto del dr. costa.... non me lo sarei mai aspettato!
Anche l'autopsia è legata principalmente alla verifica delle cause effettive dell'evento morte. Sovviene quando, appunto, c'è da verificare la presenza di eventuali responsabilità.
Andando, poi, nel concreto, ci sono due visioni della vicenda che non necessariamente sono confliggenti.
Mi scuso per il cinismo e la crudezza della ricostruzione, ma da quanto si legge nelle testimonianze dei vari presenti, la questione è piuttosto complessa.
Tomizawa subisce immediatamente ferite mortali. Viene soccorso ed immediatamente rianimato. E' risaputo che le tecniche di rianimazione permettono di "forzare" il cuore per permettere la circolazione. E' quanto hanno fatto i medici in pista più volte. Di volta in volta, il cuore riprendeva e poco dopo cessava di battere. Hanno continuato così fin dentro l'ambulanza che lo portava in ospedale. Però, visto che presentava numerose e gravissime emorragie interne, di volta in volta il sangue rimandato in circolazione era sempre meno. Arrivato all'ospedale, hanno potuto verificare che non c'era più niente da fare, sicchè ne è stata decretata la morte, con un documento formale recante l'ora delle 14.20 a firma del medico responsbile.
Era già morto? Praticamente si, formalmente no. E' stato inutile accanimento terapeutico? Forse, ma a volte i miracoli avvengono.
Chi ha memoria, ricorda che Zanardi arrivò all'ospedale con un litro e mezzo di sangue nel corpo. Lo si dava per morto mentre era in viaggio, e lo hanno rianimato più volte.
Ora, per quanto irrimediabilmente ferito nel corpo, è un simbolo di chi lotta per vivere.
Detto questo, io chiudo ogni commento sulla vicenda.
Preferisco conservare il ricordo del giovane giapponese sorridente e commosso sul gradino più alto del podio nella gara innaugurale. Un'immagine che resterà per sempre legata a questo sport.
"Io cerco le curve anche nei rettilinei" Tonino Guerra