Prima di scrivere qualsiasi cosa, corre l'obbligo di anticipare che
Fernando Alonso, pur rimanendo ricoverato all'
Ospedale di Barcellona, sta bene, anche se persiste uno stato di malessere che costringe i medici a prolungare la permanenza in osservazione. L'augurio è che torni al più presto a casa e che si rimetta in forze per i prossimi, decisivi, test di preparazione al Mondiale.
L'incidente di cui è stato vittima, però, è stato davvero
strano. Troppo. Inoltre, a rendere la vicenda ancora più opaca sono le molte ed evidenti incongruenze presenti nelle dichiarazioni ufficiali della McLaren ed in quelle dell'entourage del campione spagnolo.
Chi segue da tempo la F1 sa che l'arte della negazione dell'evidenza è stata utilizzata a profusione già in passato. Basti pensare alla dolorosa vicenda di
Ayrton Senna, le cui cause dell'incidente sono ufficialmente rubricate come “
errore di guida”, mentre immagini, foto e testimonianze dirette non lasciano dubbi sul fatto che sulla sua Williams si sia
rotto il piantone di sterzo.
Il dato comune, di questa come di altre vicende più o meno analoghe, è sempre lo stesso:
eliminare la responsabilità del costruttore e/o dell'organizzazione dell'evento, o escludere che ci sia un grave difetto costruttivo che ha messo in pericolo la vita del pilota e degli spettatori.
Solo con questo perverso presupposto si può comprendere la serie di incongruenze nella descrizione di quello che è avvenuto a
Barcellona.
Partiamo dai punti che ci possono portare a ritenere che quanto sostenuto ufficialmente sia falso.
1) La dinamica dell'incidente;
2) L'urto della McLaren di Alonso;
3) Il suo stato di salute al momento dei soccorsi.
Partiamo dai fatti. La
McLaren Honda MP4-30 di Fernando Alonso aveva percorso le curve 1 e 2 a ritmo gara, dopo esser passato per il rettilineo di partenza a “full throttle”. Quindi, rallentava ed entrava nella lunga
curva 3, che si prende normalmente in accelerazione progressiva. Prima dell'uscita dalla curva, però, la McLaren numero 14 e taglia verso la sua destra e va nella via di fuga interna, impattando contro il
muretto. I soccorsi sono immediati. Dopo la verifica dei commissari, arriva l'ambulanza ed i medici, che organizzano un “
cordone” coprendo l'attività di soccorso. Anche all'arrivo dell'ambulanza al centro medico del circuito, il trasporto di Alonso con la lettiga è coperto dagli addetti. Poco dopo, il pilota viene imbarcato sull'
elicottero e trasferito all'Ospedale di Barcellona.
Secondo la ricostruzione ufficiale, la McLaren Honda è stata investita da un
forte colpo di vento, che ne ha deviato la traiettoria verso l'esterno della curva 3, finendo con le ruote esterne sull'
erba sintetica e causando una
sbandata del posteriore, evidentemente non controllata adeguatamente da Alonso. La vettura,
fuori controllo, è così finita violentemente contro il muretto interno e percorrendo lo stesso fino ad arrestarsi.
A sconfessare la congruità di questa ricostruzione, però, vi sono
più dati convergenti.
Prima di tutto, le
testimonianze dirette di due persone. Uno è
Sebastian Vettel, che seguiva Alonso.
Il tedesco della Ferrari, che seguiva Alonso e che lo ha sorpassato nel momento in cui usciva verso l'interno, ha dichiarato che prima dell'impatto lo spagnolo aveva percorso la curva
lentamente, e che lo ha visto andare verso l'interno curva
senza sbandate o manovre improvvise. A conferma di questo dato, c'è anche la sequenza fotografica realizzata da
Jordi Vidal Conejo, unita alla sua testimonianza. Il fotografo ha confermato che la McLaren Honda di Alonso procedeva molto più lentamente rispetto al normale, quando è arrivata alla parte finale della curva 3. Inoltre, lui ha scattato una foto ad Alonso proprio mentre percorreva la curva 3, prima di riprendere la sequenza dell'incidente. Da questa (
prima foto in basso) si vede chiaramente che Alonso era molto all'interno della traiettoria, e quindi
lontano dall'esterno e dall'erba sintetica su cui, come sostengono in McLaren, la vettura avrebbe sbandato. Inoltre, si nota bene che le tracce di gomma sull'asfalto erano
preesistenti, e lontane dalla traiettoria della vettura. Vidal Conejo ha confermato che c'erano forti folate di vento, ma maggiormente in prossimità della doppia curva 1 e 2, infatti lui, che prima scattava foto alla staccata della curva 1, si è spostato verso la curva 3 proprio perché aveva molto freddo.
Ma se la McLaren Honda non ha sbandato, come mai è andata a sbattere contro il muro all'interno della curva? Anche se la
scuderia di Woking lo esclude, si può ipotizzare un
guasto meccanico; però, se la vettura procedeva già lentamente, come mai Alonso non è riuscito a dirigerla sul prato senza sbattere, pur con limitata efficienza?
A questo punto, queste domande si incrociano con la vicenda delle condizioni di salute di Alonso.
Secondo la
versione ufficiale, il pilota ha subito una decelerazione molto violenta, che gli ha causato un trauma. Nonostante ciò, Alonso sarebbe rimasto
sempre cosciente ed ha comunicato con i soccorritori.
Sempre guardando le foto dell'incidente, in effetti si vede che l'urto è stato notevole, ma l'
angolo d'impatto dev'essere stato
minimo, visto che sia l'alettone che la sospensione anteriore destra sono rimasti integri. Inoltre, la ruota anteriore destra, integra, ha mantenuto la direzione della sinistra, e perfettamente integra è rimasta anche la fiancata destra. Eppure, sappiamo che questi particolari delle monoposto devono esser costruite non solo per resistere agli urti, ma anche per
assorbire la decelerazione da urto,
deformandosi. Basta tornare, con la memoria, al terribile incidente di
Kimi Raikkonen a Silverstone, lo scorso anno. La Ferrari si disintegra, letteralmente, contro il muro a lato dell'
Hangar Straight ad oltre 230 km/h, con un angolo molto accentuato. Eppure, il ferrarista è uscito, da solo, dal rottame della vettura ancor prima che noi ci mettessimo le mani in testa.
A Barcellona, i soccorsi di Alonso si sono svolti seguendo la
profilassi tipica degli incidenti con perdita di coscienza del pilota. Proprio in questi casi, è diventato d'uso coprire le procedure di soccorso medico sul pilota, ed anche l'estrazione dello stesso dalla vettura quando è
privo di sensi. Tutto ciò è avvenuto ieri, come testimoniato dai vari reportage sul posto (oltre che dalle foto di Vidal Conejo). Alcune indiscrezioni parlano addirittura che sul pilota spagnolo sia stata effettuata una
procedura di rianimazione. Cosa che, in effetti, giustifica la tipologia di soccorsi, il tipo d'intervento ed anche l'
immediato trasferimento, con elicottero, del pilota all'ospedale di Barcellona.
Ora, volendo prodursi in un semplice collegamento dei punti emersi, si può arrivare ad una
conclusione inquietante: Fernando Alonso ha perso conoscenza mentre percorreva la curva. Infatti, Vettel l'ha visto, a quel punto, levare il gas ed andare all'interno della curva (il ferrarista non ha visto l'urto con il muretto), senza che la macchina avesse scarti. La McLaren è andata all'interno senza che il pilota provasse ad evitare l'urto e senza frenare, cosa che può escludere il guasto meccanico.
A questo punto, le ipotesi si chiudono al
malore improvviso o a qualcosa avvenuto all'interno dell'abitacolo. Il primo caso non è, di base, da escludere, ma bisogna pur considerare che stiamo parlando di un
atleta super allenato, controllatissimo ed in
perfetta forma fisica. Si è considerata anche l'ipotesi di un principio di
avvelenamento causato da una perdita di gas dal pacco batterie, ma la cosa risulta piuttosto improbabile, visto che il
pacco batterie è posto dietro al pilota, in basso. Infine, si è parlato di possibile
folgorazione. In effetti, di cavi e contatti che passano a fianco e sotto la cellula del telaio non ne mancano di certo, e non mancano neanche materiali con forte grado di
conducibilità elettrica. Se si fosse trattato di questo, si giustifica la repentina perdita di conoscenza di Alonso (che, ricordo, fino all'uscita dalla curva due procedeva con passo gara) ed anche la
tipologia di soccorsi che è stata prontamente messa in atto sia sul circuito (la folgorazione, di regola, può causare anche un
arresto cardiaco, di conseguenza si giustificherebbe la vociferata procedura di rianimazione), e sia il protratto periodo di cura e di osservazione in ospedale.
Sulla questione, la Mc Laren ha testualmente specificato, nel suo comunicato, che “
possiamo anche rivelare che nessuna scossa elettrica o irregolarità nel drive del sistema ERS si sia verificato, prima, durante e dopo l'incidente”.
Ecco, il fatto che abbiano specificamente indicato l'ipotesi e, pur rispetto alle tante altre, abbiano avuto tanta cura nell'escluderlo, lascia aperta una classica “
malizia interpretativa”.
Malizia che va ad ingigantirsi valutando gli eventi oggettivamente e, come abbiamo visto, riscontrando la loro non conformità con la versione ufficiale.
Quale che sia la verità, è comunque molto difficile che questa venga autonomamente a galla, visto gli enormi interessi in gioco e visto il tipico “
modus operandi” del dorato mondo della F1.
Quel che possiamo fare, quindi, e mandare un grande “
in bocca al lupo” a Fernando Alonso.
La cosa giusta, in ogni caso.
"Io cerco le curve anche nei rettilinei" Tonino Guerra