Si è chiusa l’
edizione 2014 della grande kermesse milanese e si aprono i taccuini per i consuntivi. Quello che una volta era conosciuto come
Salone del Ciclo e Motociclo, ha celebrato l’edizione del centenario con un successo al di sopra di qualsiasi previsione. I numeri parlano chiaro:
628.000 visitatori, con una crescita del
14,7% rispetto al 2013,
1053 espositori provenienti da tutto il mondo ed una larga eco sugli organi d’informazione, non solo specialistici.
Un trionfo, insomma. E come tale è stato celebrato dall’organizzazione e dagli operatori del settore, pronti a dichiarare che questo è il chiaro segnale di un rilancio del mercato motociclistico che da tanto si attendeva.
Ma è così? La folla dell’evento
EICMA 2014 è un termometro esatto dello stato del mercato motociclistico? Diciamo che i numeri non sono sempre ed indiscutibilmente la fotografia della realtà, e confrontandoli con quelli che riguardano il volume di vendite effettivo ci si trova davanti ad un quadro quantomeno controverso.
Secondo i dati
ANCMA, nei primi otto mesi dell’anno si è registrato un lievissimo incremento delle vendite generali, stante in un
+ 1,4% rispetto allo stesso periodo del 2013, e le previsioni sono di un lieve rialzo fino a dicembre 2014, pronosticabile anche per la notevole quantità di novità presentate in questo fine anno, che dovrebbe tradursi in un
fisiologico aumento delle immatricolazioni, comprese quelle degli stessi concessionari e dei veicoli in parco stampa e da salone.
Ma si tratta di un dato che va ad aggiungersi ad un crollo economico del settore avvenuto in pochi anni, e che ora, pare, si sia stabilizzato, ma verso il basso. La situazione di stagnazione economica generale (o forse è più realistico definirla decisamente
recessione?) non lascia intravedere un margine di ripresa corrispondente ai proclami di gloria espressi in questi giorni nelle conferenze stampa, ma è pur vero che fa parte del gioco soffiare forte sui carboni per aumentare il calore, anche se di carbone ce n’è poco… Resta, quindi, da valutare con attenzione il perché ed il per come di questo successo.
Va considerato, ad esempio, che il
Salone Mondiale del Motociclo è un evento a se. Nei
6 padiglioni della
Fiera di Milano a Rho e nell’area esterna non ci sono solo moto, ma spettacoli, eventi sportivi, ristoranti e gadgettistica. Un luogo di ritrovo, una grande, immensa piazza tra i bellissimi “
giocattoli” e le bellissime ragazze negli stand. E’ quindi credibile che una parte considerevole del pubblico abbia un interesse diretto all’EICMA in se e, forse, meno al contenuto “
formale”.
Certo, lo spettacolo offerto nell’area
MotoLive, con le gare di cross e le incredibili evoluzioni dei
DaBoot, così come i vari spettacoli di contorno nei vari stand e le affascinanti special e custom dell’area Spirit of EICMA valevano da se il prezzo del biglietto, però, a ben vedere, questo dato caratterizza più o meno tutte le passate edizioni del Salone, che ha ormai affermato la sua consolidata formula di evento spettacolare e mediatico, oltre che fieristico.
Al netto vanno considerati anche gli “
aficionados” del Salone, quelli che non perdono un’edizione e che girano per i padiglioni sicuri come nel tinello di casa, e che incontrano i propri simili di fronte alla novità di riferimento, pronti a snocciolare dati e cifre come e più delle corpose cartelle stampa.
Però, nella indicibile moltitudine di volti vecchi e giovani, lisci o barbuti, c’erano due espressioni abbastanza visibili che li accomunava: la
passione e la
curiosità. Ed è in particolar modo il secondo sentimento, sostenuto dal primo, che secondo me ha fatto la differenza.
Merito, credo, prevalentemente dalla volontà delle case costruttrici di costruire intorno alle loro novità la giusta trepidazione e dei un notevoli investimenti sul fronte della comunicazione e del marketing. Perché, è bene sottolinearlo, l’
edizione del centenario dell’EICMA è stata memorabile anche sul fronte della quantità e sulla qualità delle nuove proposte.
Buona parte delle grandi case motociclistiche, sia giapponesi che europee, hanno rinnovato buona parte della loro gamma, dopo anni di sostanziale immobilismo, cadenzato da poche, centellinate, novità.
Quasi tutti hanno “
scoperto” almeno due modelli inediti, e molti di questi erano novità assolute ed importanti, sia per il mercato che per l’immagine dei rispettivi costruttori. Proposte che spaziano in tutti i settori della mobilità a due ruote, e che si pongono all’attenzione del più vasto pubblico possibile.
Se la ripresa economica ancora non si vede, e non è detto che si vedrà in tempi brevi, i numeri di vendita suggeriscono che le moto “
premium” riescono a rimanere su ottime posizioni, per cui le proposte si sono arricchite per quantità e qualità, ma lo sforzo di proporre moto e scooter interessanti e piacevoli per fasce di prezzo “
business” ed “
economy” inizia a sortire effetti interessanti, come si può verificare nel successo delle Honda NC e delle ultime naked Yamaha.
Inoltre, la scommessa su un ritorno di interesse per i più giovani ha convinto a rinvigorire le offerte per i neopatentati con moto e scooter più in linea con i gusti e con le esigenze di questa importante fetta di mercato.
Anche la scommessa della
mobilità alternativa ha acquistato concretezza e appetibilità, e l’idea di cavalcare una moto spinta da motori elettrici può non far storcere il naso agli “
integralisti” del rombo dei motori a scoppio, se le prestazioni e l’estetica riescono a non far rimpiangere la sempre più cara benzina.
Ma se per le singole proposte bastano i tradizionali strumenti di comunicazione, per trasmettere emozioni e convincere i visitatori a condividere i loro sforzi ingegneristici e produttivi, i grandi marchi, così come le case emergenti e l’infinita quantità di imprese dell’accessoristica e dell’abbigliamento si sono vestiti a festa.
Il loro mondo era ricostruito nei loro
stand, costruiti chi con la voglia di stupire e chi con quella di trasmettere un’identità attorno alle loro produzioni, con l’obiettivo di accendere la voglia di moto in chi non l’aveva e di riaccendere il
sacro fuoco della passione in quelli che l’avevano sopita, ma che avevano colto l’invito abbagliati dalle promesse di “
effetti speciali”. E questo, in effetti, è davvero un
grande successo.
"Io cerco le curve anche nei rettilinei" Tonino Guerra