iglia di un artigiano torinese, iniziò giovanissima a frequentare gli ambienti sportivi, praticando la pallacanestro e, in seguito, gare di atletica e tiro a segno. Scoprì la sua passione per i motori e la velocità nell'immediato dopoguerra quando, in sella ad una "Vespa", partecipò alle gare monomarca organizzate dal "Vespa Club", negli anni 1947-48.
In quel periodo primeggiava continuamente, tanto da indurre la dirigenza Piaggio a prenderla in squadra ed affidarle una moto ufficiale. Per i colori della casa di Pontedera, si cimentò in varie competizioni, compresa la "Sei Giorni" e la "Mille Chilometri", con risultati incoraggianti.
Nel 1950 iniziò a partecipare anche a qualche gara automobilistica, con la scarsa incisività dovuta alla poca esperienza e, soprattutto, alla mancanza di mezzi competitivi, ma si rifece con le vittorie in "Vespa", che le consentirono di conquistare il Trofeo Nazionale Gincane nel 1953, nel 1954 e nel 1956.
Il primo successo importante[modifica | modifica wikitesto]
La sua carriera di pilota sembrava destinata a restare nell'ambito delle "due ruote" finché, il 21 aprile 1951, si presentò alla partenza della "Torino - San Remo" alla guida di una anzianotta, ma finalmente competitiva, "Fiat 1500 6C": vince contro ogni pronostico, gettando nel panico gli organizzatori e, nondimeno, la propria la famiglia.
La direzione di gara, infatti, non sapeva come accogliere una vincitrice donna, eventualità non prevista dal regolamento, mentre i genitori erano restii, secondo la rigida moralità dell'epoca, ad inviare la figlia nubile in quella bolgia di corridori, meccanici, giornalisti e fotografi.
La questione venne risolta "all'italiana": la direzione di gara accolse la vincitrice con un mazzo di fiori, mentre a bordo dell'automobile con cui la Pace raggiunse il podio, come da protocollo, sedeva impettita la madre, dotata di borsetta sulle ginocchia ed espressione vigile "d'ordinanza". Probabilmente, l'unico caso di "premiazione sotto scorta" che la storia dell'automobilismo ricordi.
Lo sberleffo di Sayonara[modifica | modifica wikitesto]
Gara dopo gara, Ada Pace divenne una "testa di serie" dalla quale, passato il momento di sorpresa, molti colleghi maschi mal sopportavano d'essere battuti. Ogni volta che la "corridrice" (come si diceva al tempo) si affacciava sul podio, veniva regolarmente sommersa dai "reclami ufficiali" dei piloti giunti alle sue spalle che, almeno in un caso, sfociarono in un procedimento giudiziario. Un forte segnale venne dato dalle autorità sportive al termine della gara sul Circuito di Lumezzane, nel 1957. Il commissario tecnico Renzo Castagneto, autorevole patron della Mille Miglia), all'ennesimo reclamo decise di sottoporre alle verifiche anche le automobili dei reclamanti, giunti secondo e terzo. Il responso delle verifiche fu sorprendente: il veicolo della Pace risultò regolare, mentre gli altri due vennero squalificati.
Al Circuito di Modena, dove vinse nella Coppa d'Oro ACI del 1960, non vennero presentati reclami, ma il secondo ed il terzo classificati disertarono l'importante premiazione, rifiutandosi di salire sul podio in posizioni inferiori a quella di una donna.
In verità, occorre dire che Ada Pace, nonostante l'aspetto pacioso e sorridente, non si faceva pregare nel "rendere pan per focaccia" ai colleghi maschi: spesso metteva la scritta "sayonara" (in giapponese "arrivederci") al posto della targa posteriore, tanto per far capire al sorpassato di turno che si sarebbero rivisti solo dopo il traguardo.