Ciao ragazzi
..quando tutti erano in fila in code chilometriche per il mare, noi ci siamo rifugiati sulle Madonie in occasione della "Carvaccata di vistiamara" una festa che si tiene ogni 7 anni !
Dopo una puntatina a Collesano per una visita ai ruderi del castello medievale, ci siamo diretti a Piano battaglia, dove ci siamo deliziati il palato (..come antipasto) con della ricotta fresca comprata in loco. Da qui attraverso scenari stupendi siamo giunti a Petralia Sottana per il pranzo a base di specialità locali. Poi Geraci Siculo per la festa ed infine un tuffo nelle limpide acque del borgo di Cefalù e come ciliegina sulla torta un bellissimo tramonto sulla spiaggia. In attesa del report..date un'occhiata alle foto ed ai video. Alla prossima
http://www.francescoinviaggio.it/REPORT%20SICILIA%202011/13)%2017%20Luglio%202011%20-%20A%20carvaccata%20di%20vistiamara%20-%20Geraci%20Siculo%20(PA).htmlamps siculi
Tratto da Siciliainfesta.com
A Geraci Siculo, in provincia di Palermo, la terza domenica di Luglio, si tiene la "Carvaccata di Vistiamara" (Cavalcata dei Pastori). La manifestazione inizia nel 1643. Costituisce la terza grande manifestazionre delle Madonie. Si festeggia ogni sette anni. E' una originale forma di ringraziamento e di eterna riconoscenza per il particolare segno di predilezione dimostrata da Dio verso i pastori. E' anche il riflesso di quel primordiale ordinamento patriarcale che reggeva le comunità nomade vaganti con i loro armenti per le selve della nostra isola. Ordinamento in cui il più anziano è il più autorevole tra i pastori, era a un tempo il capo, il consigliere, il sacerdote della comunità intera.Per l'occasione vengono preparati dei "cavadduzzi e palummeddi" (cavallucci e colombe) di caciocavallo, modellato dalle mani dei pastori. La sfilata preceduta da un araldo trombettiere con stendardo, rispetta nei suoi particolari quella lontana concezione di vita: sfilano per prima i ragazzi, poi i giovani, quindi gli uomini maturi, infine i più anziani, tra i quali spicca il "Cassiere", montando cavalli riccamente bardati.
Il costume tradizionale, all'inizio era così composto: scarpe di pelo, gambiere di orbace abbottonate dietro e alte oltre il polpaccio, pantaloni di velluto nero sino al ginocchio, giacca pure di velluto, corta, stretta alla vita ornata di galloni neri di seta, copricapo a maglia di lana chiuso alle estremità e scendente sull'omero. Ognuno regge con la sinistra l'offerta. I più giovani: colombi, asinelli, daini, cavallucci, pecorelle fatti di pasta di cacio e pendenti, tra svolazzanti nastri di vario colore dalla conocchia, un cerchio di legno sostenuto da un bastone a guisa di ombrello; gli uomini maturi mazzi di cera più o meno vistosi, (secondo l'importanza del voto fatto), legati con nastri e fiori, mentre il gruppo degli anziani tiene alto, su appositi sostegni i principali paramenti sacri: una sontuosa pianeta, la stola, la manopola e le chiavi d'argento del tabernacolo. Il cassiere infine porta "l'Antisfera" un drappo di velluto di seta nero riccamente ricamata in oro riproducendo la "Sacra Sfera". La manifestazione si conclude con l'offerta alla chiesa di cera e fiori e con la benedizione