Iscritto: 02/07/2004 Locazione: Provincia di Ancona
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Qualcosa ho trovato, ma è sul "motociclista medio".
il motociclista medio Questo individuo, non appena passata la sbronza di Capodanno, corre in edicola ad acquistare i vari giornali di moto per vedere come saranno le nuove moto, ed incomincia a costruire castelli in aria e sognare di vincere il Gran Premio della Flaminia che si correrà la prima domenica di maggio. Attende con ansia il numero di Motociclismo dove viene fatta la prova comparativa delle 600 sportive, lo legge avidamente, e scarta in successione: la Ducati 749, perchè è bicilindrica e poi le moto italiane gli stanno sul *****; la Kawasaki 600 perchè, oltre ad essere orribilmente verde, sulla pista di Calafat (che lui non sa neanche dove sia), è più¹lenta sul giro di ben 2 decimi di secondo rispetto la Honda; la Yamaha 600, perchè i freni nell'uso gravoso in pista allungano di 40 cm lo spazio di frenata rispetto la Honda; la Suzuki 600, perchè a causa del peso superiore di ben 700 grammi, è più lenta di 15 millisecondi in accelerazione sui 400 metri rispetto la Honda. Dopo questa approfondita analisi, corre dal concessionario per permutare la sua Suzuki GSXR 600 vecchia di 7 mesi, ormai sorpassata dalle nuove tecnologie Honda, con la nuova CBR 600R; il concessionario gli mostra una lista d'attesa lunga come la via Appia, ma lui lo corrompe offrendogli la Suzuki in permuta 3000 euro, un prezzo pari alla metà del valore di mercato, purchè sia il primo ad avere il nuovo gioiello di Hamamatsu. Il concessionario ci sta, però vuole la Suzuki subito come pegno in conto vendita, il motociclista da giornaletto accetta, 2 ore dopo il concessionario ha rivenduto la Suzuki a 6000 euro, dopo 2 mesi telefona al motociclista dicendo: le moto stanno arrivando, a proposito ho un cliente interessato per il tuo Suzuki ma mi offre 2800 euro, che faccio, gliela do? Il motociclista da giornaletto, strappando la promessa che gli immatricolino la moto entro il prossimo fine settimana, accetta.
Il giorno fatidico si reca dal concessionario, firma cambiali per 10000 euro, incassa i 2800 euro della vendita della Suzuki, e sale in sella del nuovo gioiello di Hamamatsu tra gli sguardi perplessi dei meccanici e del concessionario e, specchiandosi nella vetrina, si accorge con orrore di avere indosso una tuta bianco-azzurra ed un casco Fujiwara che non sono pandant con la scritta che porta sul serbatoio. Torna a casa, e dopo una notte insonne passata a sfogliare Motosprint, compila una lista della spesa così fatta: tuta Dainese; casco Shoei; guanti Spidi; stivali Alpinestars. Torna dal concessionario, che dopo una rapida trattativa gli procura la mercanzia richiesta in cambio del vecchio abbigliamento (vecchio per modo di dire, l'aveva comprato 7 mesi prima) e dei 2800 euro ottenuti dalla vendita della Suzuki; dopo pochi minuti che lui se n'è andato, l'acquirente del Suzuki, appostato come un falco all'angolo della strada, entra ed acquista tutta l'attrezzatura usata al prezzo di 400 euro. Felice per essere vestito come i piloti che tutte le domeniche fanno palpitare i cuori degli appassionati, inizia la delicatissima fase del rodaggio secondo quanto letto nei manuali di tecnica motociclistica di Massimo Clarke: si mette sul raccordo anulare, e ne esegue 16 volte il giro (totale 990 km) ad una velocità compresa tra i 100 ed i 120 km/h. Dopo 10 ore torna a casa distrutto, e dopo aver letto su Mototecnica i valori di serraggio delle testate del suo CBR, si addormenta sognando Erv Kanemoto che gli fa il primo tagliando. In realtà il meccanico del concessionario si chiama Righetto, e quando lo vede entrare in officina per il tagliando dei 1000 km dopo solo 2 giorni dall'acquisto della moto si frega le mani: dopo che il motociclista si è raccomandato tanto sulle coppie di serraggio della testata, gli cambia l'olio e il filtro, e gli presenta il conto facendogli credere che gli ha smontato le testate per lucidargli i condotti; il motociclista da giornaletto è costretto a vendersi il cellulare per pagare i 500 euro del primo tagliando; nel frattempo la moto è stata usata per tutta una settimana da Righetto ed i suoi amici, con impennate, sfrizionate e fuorigiri a più non posso. E' arrivato il giorno della prima uscita ufficiale: il motociclista da giornaletto ha tenuto nascosto a tutti l'acquisto del nuovo bolide di Hamamatsu, e si reca al punto di ritrovo (benzinaio Esso della Flaminia) per sbalordire gli amici del gruppo con la sua nuova cavalcatura; arrivato lì, lo sbalodirmento viene a lui, perchè ben 14 dei 18 componenti del gruppo sono in sella alla nuova, fiammante, introvabile CBR 600R, ed essendo tutte le moto uguali, ed anche vestiti praticamente uguali, nessuno riesce a distinguersi. Dopo aver fatto benzina, preso il caffè, e regolato le sospensioni secondo quanto suggerito nell'articolo di In Moto, il gruppo selvaggio parte con destinazione Narni, sgasando come e più che nei box della MotoGP, e zigzagando fino al secondo ingresso del cimitero di Prima Porta per scaldare le gomme sui fianchi, dove un vigile li ferma per permettere alle auto di uscire dal cimitero; mentre aspetta il via libera, il motociclista guarda i cipressi, si alza sulle punte dei piedi e si tocca i ********, subito imitato dagli altri amici perchè questo gesto fa tanto Valentino Rossi, si da una grattatina al ****, controlla per l'ultima volta con la coda dell'occhio lo stato della spalla del pneumatico posteriore, ingrana la prima e parte. Come potete ben capire, sono appena iniziate le prove libere del Gran Premio della Flaminia che si correrà la prima domenica di maggio. Le prove vengono usate per testare le moto da poco arrivate dalla factory di Hamamatsu, metterle a punto, controllare se l'asfalto della Flaminia sia stato rifatto in qualche curva e verificare le velocità massime con i rapporti di serie, cosa cui provvedono con l'autovelox alcuni poliziotti travestiti da commissari di corsa. Non trattandosi di una corsa vera e propria, arrivare primi non porta alla gloria ma solo ad una grande soddisfazione morale, e qui tra tutte le CBR600 R 2003 svetta un tipo con la CBR600 del 1987, tuta gialla con scritta blu, che sta un po' sul ***** agli altri del gruppo perchè¨ si lamenta di essere l'unico con la moto vecchia, e suo padre non gli vuole comprare almeno la carenatura come quella nuova. Ma torniamo al protagonista della storia: partito come un razzo, con tanto di impennata e saluto con la mano al pubblico che assiste lo show (ovvero contadine che ai bordi della strada raccolgono cicoria e lumache), stira le marce fino alla sesta fino all'entrata del limitatore di giri, viene flashato dalla polizia a 230 km/h alla fine del primo rettilineo, e viene sorpassato da tutto il gruppo alla prima staccata, che anticipa clamorosamente di 100 metri perchè spaventato dalla troppa velocità ; arriva in curva a 40 km/h con la sesta ancora inserita, apre il gas e scopre quanto avesse ragione il test di Motorcycle News, secondo il quale la CBR600 R è un po' vuota in basso; scala di getto 5 marce, riapre il gas e la moto gli si impenna a 90 gradi, chiude il gas e pinza il freno davanti invece che quello dietro, la ruota davanti tocca terra bloccata e scarta, lui lascia il freno e il manubrio inizia ad oscillare impazzito, anche la ruota posteriore inizia a saltare, si fa 100 metri in preda alle convulsioni della moto, infine lo sbacchettamento termina e la moto si ferma a 10 cm dal fosso che costeggia la strada. Il nostro eroe scende, guarda con terrore se c'è qualcuno che ha assistito alla scena, fa pipì nel fosso (non senza difficoltà , vista la tuta intera), da un'occhiata sprezzante all'avantreno della moto, si dice che un'ammortizzare di sterzo migliore potevano pure montarcelo, regola le sospensioni indurendole al massimo (così la moto oscillerà di meno), e riparte all'inseguimento del gruppo, ormai scomparso all'orizzonte. Mentre si produce nel suo massimo sforzo per recuperare il distacco, durante una piega inaudita alla esse di Morlupo, viene superato all'esterno da una Suzuki GSXR600 guidata da uno vestito in maniera familiare... Arrivato ai tornanti che precedono Civita Castellana, viene passato sul primo tornante da un monocilindrico Gilera Saturno 600 (quello però col motore 4 valvole ad acqua, che vi credevate!), e nel secondo tornante da UDITE! UDITE! un bicilindrico Monster 600 col bauletto; punto nell'orgoglio, tenta una reazione al terzo tornante, ma dopo aver piegato leggermente più del solito ed aver aperto il gas un attimo prima, la ruota posteriore perde leggermente aderenza, la moto scoda dietro di 10 cm, ed invece di mantenere il gas semi aperto e chiudere la curva in leggera derapata, il cretino chiude tutto facendo riprendere bruscamente aderenza alla gomma posteriore, che inizia a scodinzolare (avendo indurito al massimo le sospensioni) leggermente a destra e sinistra. Stringendo forte le mani sul manubrio, raddrizza la moto e attraversa frenando tutta la carreggiata stradale, fermandosi contromano sull'orlo del fosso che costeggia la Flaminia, mentre i Carabinieri che sono sempre appostati all'uscita di quel tornante per fare le multe anche se non hai fatto niente, si fregano le mani. Dopo esser stato multato per guida pericolosa, non senza aver tentato di spiegare ai Carabinieri che la colpa non era sua, ma delle gomme già finite, si rimette in sella e si avvia lentamente ai box di Sassacci; lì trova gli amici del gruppo, riuniti a controllare le gomme, regolare le sospensioni, e domandarsi chi fossero quel Saturno e quel Monster che li avevano passati; dopo essersi scambiati le impressioni di guida, aver sentito il tipo con la tuta gialla lamentarsi perchè la sua moto non ha la marmitta sotto il codone come quelle nuove, aver concordato che la CBR600 ha bisogno di un ammortizzatore di sterzo migliore, visto che il tempo si sta annuvolando le prove libere vengono chiuse lì ed il gruppo decide di tornare a casa. Sulla via del ritorno, il nostro intravede a metà di un rettilineo un casco Fujiwara che guida lentamente un Suzuki GSXR600, scala due marce, apre il gas, si mette in carena, lo passa sverniciandolo, e viene nuovamente flashato dalla polizia a 230 km/h. Il lunedi, incurante di quanto gli costerà l'uscita del giorno prima (2 autovelox da 250 euro ciascuno + 100 euro per la guida pericolosa), vende l'enciclopedia Treccani rilegata in pelle e oro e scende nuovamente nell'antro di Righetto. Dopo aver letto nella notte le prove comparative di Tuttomoto, decide di montare le Pirelli Diablo SuperCorsa ed un ammortizzatore di sterzo WP. Quando ritira la moto, lascia al meccanico 1200 euro più le vecchie gomme, e 10 minuti dopo una suzuki GSXR 600 entra per cambiare le gomme... Mentre percorre i 5 km per tornare a casa, il suo istinto fine di colladuatore gli fa apprezzare la progressività della discesa in piega dei nuovi pneumatici, la tenuta in accelerazione e la tenacia in frenata; prova a girare qualche pomello dell'ammortizzatore di sterzo, anche se non sa bene a cosa serva; è contento perchè ha capito che con questi piccoli particolari la moto sarà molto più prestazionale. La domenica si presenta sulla pista di Vallelunga dove "si gira", con tutti i pelucchi di gomma sulla spalla delle gomme nuove, convinto che a fine giornata non ce ne sarà più traccia causa le grandi pieghe: tra l'altro dalla lettura del numero di Motociclismo dove viene fatta la prova comparativa delle 600 sportive sul circuito di Calafat (chissà dove sarà 'sto posto) capisce che Vallelunga è una pista molto simile perchè corta e contorta, e quindi potrà stare davanti agli altri 600. Arriva alle nove di mattina, si prenota per il turno delle 17 perchè gli altri sono tutti pieni, nell'attesa si mette sul muretto dei box a prendere il tempo di quelli che girano, poi gira per i box e cerca di attaccare bottone facendo sfoggio di grande cultura motociclistica, sbircia sulle forcelle altrui i clic di regolazione del freno idraulico, si nutre solo di gatorade per reintegrare i sali minerali ed evitare di appesantirsi troppo, ricontrolla 100 volte la taratura delle proprie sospensioni afferrando il manubrio di lato e spingendo la forcella, alla 101 volta si accorge che la forcella si impuntava a metà perchè non aveva tolto il cavalletto laterale, allora toglie il cavalletto, da un'affondata bestiale, la moto rimbalza come una palla di gomma e gli scappa di mano, si inclina dalla parte opposta in cui lui si trova e si adagia per terra. Terrorizzato passa dall'altro lato, tira su la moto, fa il check-in dei danni e scopre UN graffio sulla carenatura, ma non c'è tempo per piangere, stanno chiamando il suo turno. Si avvicina al cancello pista insieme ad altri 30 esaltati, stanno lì fermi 5 minuti e più stanno fermi e più sgasano, e quando il biossido di carbonio ha ormai sostituito l'ossigeno il cancello si apre ed entrano in pista! Prima regola, quando si gira in pista, scaldare bene le gomme, e così si fa 2 giri zigzagando mentre gli altri bestemmiano mentre lo schivano, poi altri 2 giri ad andatura ridotta per prendere i riferimenti delle staccate, poi decide di lanciarsi. Esce dalla Roma a 50 km/h, spalanca il gas, mette 4 marce sul rettilineo e frena per il Curvone, almeno 100 metri prima del Cagiva 125 Mito che lo passa interno a tutta manetta; piega la moto, la mette in appoggio, da il gas progressivamente in uscita, le gomme tengono meravigliosamente, inizia a raddrizzare la moto e spalanca il gas, il motore sale di giri e ................... ###### *******, c'è la curva del semaforo, sono veloce e sono ancora piegato, se freno adesso mi sdraio, che faccio? Raddrizza la moto, poi frena, arriva lunghissimo alla curva del semaforo ma riesce a tenere la moto in pista e mentre la gira a 40 km/h gli scooter modificati lo sverniciano all'interno. Arriva al tornantino senza infamia e senza lode, lo gira fiero di perdere solo 2 o 3 metri dagli altri (che alla velocità del tornantino significa 3 decimi di secondo) apre il gas per la esse, e nonostante i consigli di Guido Meda e Loris Reggiani va subito a prendere la corda; ora, prendere la corda nella prima curva di una esse significa che o devi chiudere il gas per fare bene la seconda oppure che uscirai larghissimo dalla seconda, pur di non farsi passare dal Garelli VIP che lo tallona tiene aperto, in uscita vede avvicinarsi il cordolo, chiude il gas, ma ormai è salito sul cordolo, poi sul prato, 20 metri di prato, poi riesce a rientrare in pista, gira la Roma larghissimo, si prende altri 2 giri a ridotta andatura per pulire le gomme, ricomincia a tirare, riesce fare il semaforo tenendo la corda (mentre un aprilia 125 RS sdraiato a sogliola lo sorpassa all'esterno), si fa un paio di giri ingarellandosi con un UDITE! UDITE! Monster 600 con bauletto e valigie laterali, quindi il turno finisce, ed il guerriero torna a casa, non senza beccarsi un autovelox sulla Cassia bis. Passa la sera della domenica vedendosi la videocassetta registrata del gran premio del Mugello, ascoltando le dotte dissertazioni di Guido Meda e Loris Reggiani sul telaio a traliccio, studia le traiettorie di Valentino Rossi per poterle replicare su strada, invidia il motore di Capirossi, dà ragione a Biaggi che si lamenta perchè la sua moto è inferiore alle altre, compatisce Yamaha, Suzuki e Kawasaki che non vincono un gran premio ed inoltre (come confermato dalla comparativa di Motociclismo sul circuito di Calafat) costruiscono delle 600 sportive che fanno cacare. Lunedì mattina è già dal carrozziere per far sistemare il graffio sulla carenatura, ma visto che c'è per essere originale si fa anche riverniciare tutta la moto coi colori ufficiali di Rossi, ed un bel numero 46 sul cupolino; quando la ritira, visto che il conto sono 400 euro di verniciatura + 400 euro di adesivi, deve lasciare in pegno al carrozziere l'orologio d'oro che gli avevano regalato per la prima comunione. Decide di uscire il sabato, perchè c'è meno traffico, e di fare la Tiburtina perchè "più tecnica"; dopo aver passato all'esterno un ciclista poco dopo Tivoli, sverniciato alcuni motocarro Ape 125 nei pressi di Vicovaro, esser rimasto in scia ad un UDITE! UDITE! Monster 600 con bauletto, valigie laterali, passeggero e borsa sul serbatoio nella salita dopo il bivio per Subiaco, arriva al curvone di Arsoli dove sono soliti radunarsi gli smanettoni per controllare la temperatura delle gomme; scende dalla moto, la parcheggia, entra nel bar per fare rifornimento di gatorade e con la coda dell'occhio vede con fierezza 2 bambini che guardano estasiati la sua moto come quella di Valentino. Beve il gatorade, con la cannuccia perchè fa tanto pilota ai box, entra nel bagno per fare pipì, cosa sempre scomoda causa la tuta intera, poi lava la visiera e quando esce trova parcheggiate davanti al bar ben 46 Honda CBR600 R coi colori ufficiali di Rossi, ed un bel numero 46 sul cupolino; l'unica moto che si distingue dalle altre è un vecchio (per modo di dire) Suzuki GSXR 600 del 2002. Il mucchio selvaggio risale in sella, non senza qualche difficoltà nel ritrovare la propria moto in mezzo a 46 moto uguali, e riparte rombando alla volta di Tagliacozzo, tutti rigorosamente attaccati come alla partenza di un gran premio, per cui anche se superi qualcuno la mischia è talmente folta che devi subito chiudere il gas per non tamponare il successivo; e così il serpentone inizia la salita lungo i colli di Montebove, strada molto bella, piena di curve, ma stretta ed anche un pò scivolosa. E infatti, dopo qualche chilometro, molti dritti per fortuna senza conseguenze (la strada è poco trafficata, perchè c'è una variante molto più veloce che corre parallela), uno del gruppo si sdraia. Tutti fermi per tirare fuori la moto dal fosso, constatare i danni (carenatura, semimanubrio storto, freccia, leva del freno), discutere sulle cause (asfalto sporco? aghi di pino? ha tirato troppo la staccata? gomme dure?) ammorbidire le sospensioni (SuperWheels dice che così la gomma lavora meglio negli asfalti a bassa aderenza) ed il gruppo riparte ad andatura ridotta per Tagliacozzo. Il motociclista da giornaletto si offre eroicamente di chiudere il gruppo, seguendo la moto danneggiata, così almeno ha la scusa per non tirare; nonostante il gruppo vada ad andatura di passeggio, non mancano svariati dritti lungo i tornanti in discesa; si arriva a Tagliacozzo, si lascia la moto danneggiata ad un meccanico, si va tutti in piazza, dove si intravede un gruppo di MOTOCICLISTI ESPERTI (oggetto delle prossime puntate), si passeggia ingobbiti nella tuta come banane disquisendo sulla necessità di montare freni al carbonio per frenare meglio in discesa, poi si torna a casa facendo la variante veloce, dove in fondo ai rettilinei sono in agguato come falchi gli autovelox che anche stavolta scattano al nostro protagonista una foto ricordo della splendida giornata. Arriva l'estate, ed il motociclista da giornaletto va in vacanza, avendo finito i soldi, a casa degli zii a Ladispoli. Zainetto in spalla con i pochi indumenti necessari, vestito come compete alla stagione (canottiera e calzoncini corti, sandali da frate), sale in sella alla fida cavalcatura ed imbocca l'Aurelia, tutta dritta tranne 3 curve sulle quali concentra tutta la sua ars piegatoria. Viene massacrato da: moscerini, zanzare, calabroni, particolato espulso dai camion non catalizzati, cicche di sigarette accese gettate dai finestrini delle auto, spruzzi di lavavetri ed anche un temporale estivo. Arrivato a Ladispoli quasi irriconoscibile, si lava, poi lava la moto, poi va in spiaggia a rimorchiare con la moto, rimorchia una alta 1.50 e pesante 70 chili, la porta a fare un giro sulla moto, arriva in un prato, la tizia per metterlo a suo agio gli fa dei complimenti sui colori della moto, e lui attacca facendogli tutta la storia di Valentino Rossi da quando aveva 16 anni in poi, il profilo delle Pirelli Diablo SuperCorsa, chi era Mick Doohan; quando lei dice che gli piaceva fare su e giù sulle buche, lui le spiega il funzionamento dell'ammortizzatore Ohlins; quando lei gli dice che ha un certo calore nelle parti basse, lui le spiega che è dovuto alla marmitta sotto la sella, e le spiega anche tutti i vantaggi di questa originale soluzione tecnica; insomma, quando la nana grassa capisce che questo è un tonto che non si accorge di come gliela sta sbattendo in faccia, si fa riaccompagnare a casa, ed il cretino si produce in robuste frenate per sentire le tette di lei sbattergli sulla schiena; finchè, all'ultima staccata sul lungomare, strada sulla quale è sempre depositato un impercettibile velo di sabbia, la ruota davanti non si blocca, la moto gli prende sotto ed il tapino scivola per terra. Incurante delle bestemmie che gli lancia la nana grassa, guarda la propria coscia sanguinante, e non sa se piangere più per le ferite o per la carenatura spaccata... Passa il tempo, siamo ad ottobre, sono ormai 3 mesi che la carenatura è stata riparata e ridipinta nei colori originali, il motociclista però va in giro senza carenatura per evitare di romperla, la moto va conservata bene per essere rivenduta al meglio l'anno prossimo: le anticipazioni del 2004 pubblicate su Motociclismo parlano già di una kawasaki con le pinze freno radiali, la forcella rovesciata e 5 valvole per cilindro; occorre mettere i soldi da parte.... Che fine fa il motociclista da giornaletto? Le alternative sono 2: o si suicida dopo aver dichiarato bancarotta, oppure diventato grande si vendica; diventa giornalista, si fa assumere da un giornale di moto, ed incomincia a scrivere un pò di balle; il culmine lo raggiunge quando, ebbro dei fumi dell'alcool e delle carezze di Macio Melandri, mette quattro voti a caso nelle sue pagelle del dopogara; tanto, qualche motociclista che ci crede si trova sempre
Tutti noi sappiamo che tra la moto che usiamo sulla strada e quella dei piloti in pista c’è una bella differenza di prestazioni e di guida, però i gesti che facciamo sono quelli e crediamo di provare più o meno la stessa inebriante sensazione di leggerezza, di assenza di peso, quasi di volare. E in fondo al cuore molti di noi sono abbastanza sicuri che su quella moto, naturalmente dopo il necessario tirocinio, riusciremmo a cavarcela. E soprattutto sappiamo che Simoncelli e Dovizioso, Rossi e Capirossi, alla guida della nostra moto farebbero dei numeri pazzeschi. Noi e loro siamo molto simili, parliamo lo stesso linguaggio. E tutti amiamo la moto. - Nico Cereghini
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Iscritto: 23/06/2011 Locazione: Roma
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Il motociclista esperto - vtrovato in coppia con il sopracitato motociclista da giornaletto PARTE 1 Il motociclista esperto è abituato sin dall'infanzia a mettere mano personalmente alla propria moto per qualsiasi intervento, dal rifornimento di carburante alla sostituzione dell'albero motore. Da quando smanettava con il suo ciclomotore 50cc all'età di 12 anni, perchè il motociclista esperto è di solito molto precoce, nessuno oltre a lui ha mai potuto provare a mettere mano al suo destriero. Si narra di concessionari a cui sono state amputate di netto alcune dita perchè alla consegna hanno provato a spingere la moto per alcuni metri fuori dall'officina o dal salone in presenza del nostro eroe! Questa specie è purtroppo in via di estinzione, ed ora cercheremo di capire perchè. Nel tempo non solo le sue capacità di guida, che sono innegabili, ma anche le capacità di meccanico si sono affinate allo stesso ritmo in cui i residui carboniosi e vari lubrificanti hanno finito per saturare abiti e pelle. Solitamente il motociclista esperto non è mai a bordo di una moto nuova o tantomeno un ultimo modello. Lui infatti sa perfettamente che con poca spesa si trovano occasionissime ogni volta che c'è la presentazione del nuovo modello di qualsiasi casa grazie ai tanti motociclisti da giornaletto, inoltre le nuove moto non sono adatte al fai da te, troppa elettronica e troppe diavolerie strane... La sua tipica moto è un modello collaudato ed affidabile a cui ha personalmente apportato le necessarie modifiche per ovviare ai difetti di progettazione di quegli incapaci di ingegneri che bivaccano sfaccendati nelle sedi delle varie case costruttrici. Arriva sempre però l'inevitabile momento in cui la vecchia affidabile moto, ahimè, finisce la sua gloriosa carriera, ed è questo il momento cruciale della vita del motociclista esperto: il cambio della moto! Ai suoi occhi la vecchia moto è un gioiello simbolo di perfezione meccanica e precisione, per molti un vecchio rottame inguardabile a cui sono state apportate modifiche strutturali tali da renderlo irriconoscibile al suo stesso progettista. Non appena il motociclista esperto ha puntato il modello dei propri sogni si apposta presso un concessionario ed attende fiducioso. Prima o poi sicuramente qualcuno ne lascierà in permuta un esemplare, e lui la comprerà in condizioni smaglianti spendendo metà del valore del nuovo. Appena ritirata la moto fin dai primi chilometri la sua grande esperienza gli farà capire che quella moto tanto agognata è sì quasi perfetta, ma che necessita di qualche piccolo lavoretto per renderla veramente perfetta in tutto. Dopo 12 anni passati a guidare la sua moto precedente, infatti, si è ormai assuefatto a tutti i difetti della propria moto, che lui chiamava "carattere", e non trovandoli più si trova inizialmente spaesato. Invece di adattare il proprio stile al nuovo modello preferisce tentare di trasferire il carattere della sua vecchia moto su quella nuova. Arrivato a casa posteggia la moto nel box e la fissa pensieroso (il motociclista esperto ha sempre un box in cui seviziare la propria moto in tutta tranquillità, le ricerche immobiliari di un motociclista esperto spesso sono del tenore "cercasi box privato minimo 45 mq, annesso appartamento qualsiasi taglio"). Subito per prima cosa comincia a pensare che la guida con i semimanubri nel misto stretto non è redditizia, che le carene appesantiscono troppo il mezzo, la frenata ha poco mordente e come ripresa e accelerazione si può fare di meglio, sotto è proprio morta. Inoltre il reparto sospensioni può sicuramente essere migliorato. Dal più vicino ricambista compra subito: manubrio da cross piastra superiore in ergal ricavata dal pieno pignone con un dente in meno corona con due denti in più catena (la trasmissione o si cambia tutto o niente!) kit completo molle-pompanti-olio ammortizzatore di sterzo pastiglie brembo racing grigie kit completo di tubi in treccia con giunti in ergal Il costo dei pezzi acquistati lo manda quasi in pari con quanto ha risparmiato nell'acquisto iniziale e gli permetteva quasi di comprare da subito il tipo di moto che ha in mente di creare, ma la soddisfazione personale di farlo da sè, per un vero motociclista esperto, non ha prezzo. Torna a casa felice pronto per trasformare l'elegante supersportiva in una cattivissima streetfighter. L'ora di cena è ormai vicina ma il motociclista esperto dall'alto della sua esperienza sa di poter smontare la carenatura completa in tempo per il risotto e si accinge coraggiosamente all'opera. In 12 minuti infatti plexiglas, cupolino e fianchi sono già a terra, ma solo dopo 5 ore di bestemmioni apocalittici che provocano vistose crepe sui muri delle chiese entro 2 km di distanza, finalmente il motociclista esperto realizza che quella vitarella bastarda che regge il puntale sul telaio è proprio bloccata e ormai spanata irrimediabilmente. La cena ormai ghiacciata se l'è magiata il cane e tutti i componenti della famiglia sono ormai a dormire da un pezzo, a parte il cane che, lo stomaco appesantito, non riesce a prendere sonno e non lo riconoscerà tentando di morderlo quando rincasa. Il giorno successivo, anzi, ormai lo stesso, decide che il puntale in fondo può rimanere, anzi non stona affatto con il progetto che ha in mente, anzi può essere perfino un miglioramento. Appena rientrato a casa dal lavoro passa subito a smontare i semimanubri e piastra per installare il manubrio largo da cross e la piastra in ergal. Per questo ha ripescato dal fondo del garage i riser del suo vecchio Fantic Caballero, ma quando ormai i semimanubri sono smontati si accorge che quei riser sono troppo larghi per la piastra che ha preso. La ricerca dei riser intanto lo ha tenuto occupato per alcune ore rovistando in giganteschi scatoloni pieni di oggetti vari la cui natura appare incomprensibile ai più (spesso anche a lui, ma non lo ammetterà mai). Anche stanotte dormirà non più di 5 ore e a stomaco vuoto, il cane stavolta sta russando felice e satollo (lui) dopo aver nuovamente spazzolato la cena fredda avanzata; se non altro stasera si dovrà pensare solo ai morsi della fame e non quelli del cane. La sera seguente torna dal ricambista e ordina i riser adatti che però non saranno disponibili fino al martedì successivo. Rientrato nel box si trova di fronte alla moto priva di carena, cupolino, piastra di sterzo superiore. In attesa del manubrio mette la moto sul cavalletto anteriore e procede a smontare le forche per fare la modifica molle-pompanti, roba da un'ora o poco più (pensa l'illuso). Tutto sembra procedere per il meglio fin quando la moto inizia a cadere dal cavalletto sbilanciata dalle manovre di rimozione degli steli. Lui si butta per afferrarla ma è costretto a lasciare la presa sugli steli, la moto si adagia lentamente addosso a lui mentre le forche si sfilano da sole cadendo a terra e graffiando sia steli che fodero. Stavolta i bestemmioni arrivano a intaccare edifici sacri poco oltre i 5 Km, stanotte si dorme prima ma il cane ha ormai ingurgitato anche questa cena, comunque non importa, del resto il giubbotto della tuta iniziava a tirare un po' sul davanti... La fase successiva consiste nell'acquisto di un avantreno completo, dal momento che gli steli bozzati e graffiati ormai sono inutilizzabili, e il kit molle-pompanti-olio verrà rivenduto ad un asta su e-bay per un terzo del suo valore iniziale dopo soli 4 giorni dall'acquisto. Le varie fasi successive tengono impegnato il motociclista esperto per circa 3 mesi sui 4 giorni inizialmente preventivati, ma alla fine il bolide è pronto non senza aver costretto però il nostro eroe all'acquisto di altri 4500 euro di attrezzature e ricambi. Il povero cane intanto è morto a causa del colesterolo, grasso ma felice; quando rientra a casa la moglie ormai non lo identifica più e continua sempre a dire: "Desidera? Ah, sei tu, non ti avevo riconosciuto...". Al termine la supersportiva è diventata un oggetto misterioso. Al posto del cupolino un parastrumenti da scooter con plexiglas doppia curvatura, due fari sovrapposti di una Skoda Octavia al posto delle luci originali, che secondo il nostro fanno tanto un misto tra Speed Triple e 999 e in effetti ne uniscono il peggio, telaio a vista come del resto tutti i cablaggi e le tubazioni, forche racing da 50 mm rosso bordeaux con fodero dorato che fanno a [beep]tti con la colorazione della moto, puntale originale perchè proprio quella bastarda di vite non ne vuole sapere, portatarga e frecce minimaliste molto apprezzate dalle forze dell'ordine che non mancheranno di manifestare tangibilmente l'apprezzamento dell'intero corpo, coprisella monoposto in vtr ancora da verniciare, niente pedane passeggero che aggiungono solo peso (350 grammi) per nulla (anche se nel vano sottosella c'è un catenone in lega polimeroantanizzata di duranio da 12 Kg), portatarga in alluminio "leggermente" rialzato (cioè visibile unicamente da meteosat). PARTE 2 Il cambio di corona e pignone garantiranno alla moto prestazioni da brivido in accelerazione e il nuovo scarico 2 cv in più, ma da 12800 a 13100 giri... tra 3000 e 8000 ne perde 12 ma il vero motociclista esperto, in quanto tale, è perfettamente in grado di mantenere il regime di rotazione sempre nel range utile per fruire della miglioria, anche sulla A14 tra Cesena e Rimini Sud la domenica prima di ferragosto. Siamo ormai a metà giugno quando finalmente tutto è pronto per provare le modifiche. Il cambio di avantreno ha modificato drasticamente l'avancorsa della moto, che ora è diventata stabilissima sul dritto ma non curva nemmeno sotto tortura. Il mono posteriore originale, tutt'altro che disprezzabile di per sè, ora in confronto all'anteriore racing è un budino e rimbalza come un pallone sulle minime asperità. Appena ingranata la prima, aprendo normalmente, grazie alla nuova trasmissione, la moto si alza a candela, e anche in seconda e in terza. In compenso la velocità di punta si è ridotta così tanto che anche una neopatentata sedicenne sul Leonardo 125 riesce a tenergli dietro agevolmente fino alla prima curva, curva in cui il tachimetro indica 130 ma grazie alla modifica a corona e pignone la velocità reale è circa 75 km/h. Mentre si produce in una staccata degna della San Donato riducendo la velocità a 80 Km/h (indicati, non reali), in perfetto stile e con movenze elegantissime, il Leonardo lo passa all'esterno senza scomporsi. Perplesso ma non domo, dopo 12 tentativi riesce a partire al semaforo senza ribaltare la moto, continua il suo giro prefissato e rientra in serata convinto che le modifiche sono quelle che servivano ma ancora c'è qualcosetta di marginale da mettere a posto. Ordina un mono racing che sia adatto alle nuove prestazioni garantite dal granitico anteriore, pinze radiali e nuovi piedini predisposti per il loro montaggio. Nonostante i tubi in treccia la frenata è ancora un po' spugnosa, decide quindi di procedere con uno spurgo. Smonta una pinza e sblocca la molletta, che ne approfitta per schizzare via e cadere nel tombino di fronte alla saracinesca del box. Visto che tanto le doveva cambiare e arriveranno tra un paio di giorni smonta entrambe le pinze e decide di aspettare per rimontare quelle nuove. La moto con cui dopo 3 mesi ha fatto finalmente 50 km è nuovamente dissezionata ed inutilizzabile. Le pinze dei freni arrivano ovviamente in ritardo, il montaggio provoca l'abbattimento anche di un paio di campanili del paese confinante ma dopo soltanto un altro mese la moto è nuovamente in assetto di marcia, anche se il mono, purtroppo, non è ancora arrivato. Finalmente per un intero week-end il nostro eroe può dedicarsi alla sua moto e percorrere tutte le strade più belle e panoramiche gustandosi le sensazioni della guida maschia e rude che solo una vera streetfighter può dare, sia pur rovinati parzialmente dal solito mono rimbalzante ancora da sostituire. Una pattuglia della stradale lo vede arrivare ma impietosita dallo stato del mezzo lo crede appena scampato ad un incidente e non lo ferma per un controllo che avrebbe evidenziato almeno 12 parti non omologate causando l'immediato ritiro del libretto. Al suo ritorno a casa non trova nemmeno più la moglie che è fuggita con un allevatore di cani conosciuto poco dopo la scomparsa del fedele e famelico quadrupede, che mentre lui era fuori per il week-end in moto, aspettando che la moglie preparasse le valige gli ha anche svuotato il frigorifero lasciandolo un'altra volta digiuno. Finalmente arriva il mono, quello vecchio viene smontato e immediatamente rivenduto ad un "motociclista comune" che vuole trapiantarlo sulla sua hornet; in fondo quello originale di una supersportiva è senz'altro meglio del suo e prima di arrivare a sfruttarlo al limite ce ne vuole, pensa giustamente! Il montaggio del mono nuovo sembra semplice e tutto procede speditamente finchè nel fissare il serbatoio pressurizzato dell'olio, tirando per portarlo in posizione, il tubo improvvisamente si stacca e tutto l'olio viene schizzato a velocità ultrasoniche su 2 pareti del box, sulla moto e sul motociclista. Grondando olio per ogni dove il motociclista tenta di rialzarsi ma ovviamente scivola e cade urtando la moto che cade contro il muro provocando piccoli ma visibili danni sul serbatoio, mentre contemporaneamente si avvertono alcune scosse telluriche con epicentro in Vaticano. Il giorno seguente, con la moto priva di sospensioni posteriori e quindi nuovamente abbandonata e inutilizzabile, porta a far ricaricare il suo mono nuovo che verrà trattenuto per circa altri 2 mesi nonostante poco virili pianti e lacrime nel vano tentativo di sveltire la pratica. Quando finalmente recupera e riesce a rimontare il resuscitato mono siamo ormai in pieno inverno. La moto è finalmente pronta e il vero motocicilsta esperto è comunque perfettamente in grado di padroneggiare le situazioni più avverse. Pioggia, freddo, vento, nulla lo può fermare! Perchè mai non andare in moto alla cena aziendale di fine anno? Che importa se per terra ci sono 2 dita d'acqua e la temperatura è sotto i 5 gradi? In auto non troverebbe di sicuro parcheggio e in fondo al brutto tempo è abituato. Fiero e felice inforca la sua fedele cavalcatura infagottato nella tuta antipioggia e percorre con sicurezza tutti i 25 km fino al locale prescelto scortato da lupi siberiani e orsi polari sotto il peggior nubifragio degli ultimi 40 anni. Arrivato a destinazione scopre che inevitabilmente nel cavallo dei pantaloni dell'antipioggia è comunque passata acqua, che il casco ha gocciolato per tutto il tempo nel colletto e non appena sfila la giacca un rivolo di ghiaccio appena sciolto gli cola dentro la camicia lungo tutta la schiena. Quando entra nel locale un cameriere tenta di cacciarlo scambiandolo per un "vu cumprà". Trascorre la serata evitato da tutti, bagnato fradicio, in condizioni impresentabili, vestito con jeans chiazzati dall'umido e maglioncino infeltrito a guardare la nuova segretaria carina su cui aveva fatto una lunghissima serie di sogni ad occhi aperti, la quale invece lo ignora completamente e accetta un passaggio fino a casa da parte dell'antipatico collega, lampadato e vestito griffato dalla testa ai piedi, sulla sua nuova "potente" stescionvuagon da ben 90 CV! Rientra a casa a notte fonda da solo in preda ai sintomi della polmonite e finalmente realizza di non avere più 20 anni; si rifugia sotto le coperte con un febbrone da cavallo che lo accompagnerà fino al 7 gennaio quando finalmente potrà tornare a lavorare. Nel frattempo il collega lampadato ha sposato la segretaria carina, è in licenza matrimoniale e tutto il suo lavoro sarà aggiunto a quello normale che attendeva il povero motociclista esperto. Il motociclista esperto a questo punto simula una precaria situazione di salute che lo costringe a rinunciare alla sua adorata moto. In alcuni casi arriva anche a lesionarsi un menisco a martellate per rendere la cosa più credibile. Compra un SUV e si iscrive a quanche forum o newsgroup sul quale dispenserà ai motociclisti "niubbi" i più saggi consigli, grazie ai quali potranno anche loro, un giorno, diventare finalmente motociclisti esperti.
(parlando della Kawasaki ZZR1400) "Io sostituirei subito lo scarico di serie, con 197 cv non vai da nessuna parte. Non c'è niente di più pericoloso di quella fastidiosa sensazione di vuoto che si prova quando spalanchi il gas è hai quella risposta timida e impacciata tipica di 197 miseri cavallucci..." [UomoNuovo] Moto, ergo sum! [Wormbike]
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Iscritto: 23/06/2011 Locazione: Roma
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Il vero motociclista da bar
Il "Vero motociclista da Bar" ha altre cose per la testa che vengono prima della moto, nell'ordine di importanza le prime 3 sono: a- Le donne, b- La birra (o il vino), c- Il cibo. Se il "Vero motociclista da Bar" organizza un motoraduno deve poi presentarsi rigorosamente in macchina. La proporzione dei Km percorsi in macchina/moto deve sempre assolutamente essere superiore a 20/1. Nel caso in cui il "Vero motociclista da Bar" fosse un accanito frequentatore di piste, deve presentarsi col carrello o col furgone, ed in caso di troppa gente o condizioni meteo dubbie non scaricare nemmeno la moto ma andare direttamente a cercare un buon ristorante. Nel drammatico caso in cui il "Vero motociclista da Bar" si trovasse in pista e ci fossero tutte le condizioni per girare, deve andare molto molto piano in circuito, e deve altresi' essere in pole position all'apertura del Bar che solitamente c'e' nel paddock. Quando il "Vero motociclista da Bar" e' un appassionato di Enduro deve sfoggiare la moto sempre linda e pulita onde dimostrare che lui il fuoristrada non l'ha mai fatto e mai lo fara'. Il "Vero motociclista da Bar" deve schifare e boicottare tutti i motociclisti che fanno piu' di 20mila Km all'anno. Il "Vero motociclista da Bar" si dimostra tale quando i gommisti non lo ricordano nemmeno per sentito dire. E' regola d'oro per il "Vero motociclista da Bar" aver bisogno di fare il tagliando solo quando l'olio raggiunge la data di scadenza. Il "Vero motociclista da Bar" che aspiri a vincere l'annuale premio "Shuri-Bar" deve fare il pieno ogni 6 mesi. Il mito per il "Vero motociclista da Bar" e' cambiare per usura almeno 3 cavalletti laterali nell'arco di 5 anni. Il "Vero motociclista da Bar" deve possedere una moto potente e modernissima che va' ben al di la' delle sue limitate capacita' di guida onde avere la fama di uno che va' forte. Il "Vero motociclista da Bar" deve saper ordinare una birra media guardando negli occhi il Barman. Il "Vero motociclista da Bar" quando e' in compagnia, deve essere il primo a parcheggiare la moto facendosi imbottigliare paurosamente, perche' egli gia' sa' che sara' l'ultimo ad andarsene dal Bar. Nel malaugurato caso in cui la conversazioni si sviluppasse attorno alle motociclette, il "Vero motociclista da Bar" deve avere l'accortezza di spostarla su argomenti piu' edificanti quali le tecniche di riproduzione umana, le birre d'abbazzia o gli spiedini di pesce. Il "Vero motociclista da Bar" deve essere di un'ignoranza abissale per quanto riguarda la tecnica e la meccanica. Il "Vero motociclista da Bar" deve possedere ginocchiere limate da qualcun'altro per esibirle (con discrezione) agli amici al Bar. Il "Vero motociclista da Bar" non deve sapere quanti ottani ci sono nella Super ma deve saper distinguere al primo assaggio una Heineken da una Stella Artois. La proporzione litri di birra/Km percorsi per partecipare ad un raduno non deve mai scendere sotto al 1/20. Il "Vero motociclista da Bar" deve sempre scegliere la via piu' breve, veloce e dritta per arrivare a destinazione. Il "Vero motociclista da Bar" deve pensare prima a dove berra' la prossima birra e poi a dove fara' benzina. Il "Vero motociclista da Bar" deve sapere con certezza che smetteranno prima di fare delle moto che delle birre. Il "Vero motociclista da Bar" si può fermare in compagnia per guardare la corsa in TV, ma solo se e' una scusa per bere qualche birra. Il "Vero motociclista da Bar" se ha sete non deve accelerare per arrivare prima, deve bensi' fermarsi immediatamente e cercare un Bar. Se il "Vero motociclista da Bar" possiede una moto che può essere equipaggiata con borse laterali, deve provvedere a riempirle di bottiglie di birra. Alla domanda "quanto fai con un pieno" il "Vero motociclista da Bar" deve rispodere in termini di litri di birra prima di essere in cassa totale. Il "Vero motociclista da Bar" deve sostenere che la birra e' piu' importante della benzina perche' costa 5 volte tanto. Quando ha fatto la cassa in Bar, il "Vero motociclista da Bar" deve uscire dal locale cercando la macchina e non la moto. Pur di non fare le vacanze in moto, il "Vero motociclista da Bar" prende le ferie d'inverno. Nel caso in cui il "Vero motociclista da Bar" sia costretto a fare le vacanza in moto, deve cercare un posto il piu' vicino possibile e stringere immediatamente fraterna amicizia coi baristi locali. L'unica cosa che può distogliere il "Vero motociclista da Bar" dalla sua Santissima birra e' una proposta tecnico-riproduttiva del/della partner. E' concesso al "Vero motociclista da Bar" di avere, durante l'inverno, qualche crisi di astinenza da moto, ma mai da birra. Durante i raduni, il "Vero motociclista da Bar" se ne sbatte le palle del giro della mattina dopo e resta a fare la cassa ad oltranza. Il "Vero motociclista da Bar" e' oltremodo riluttante ad alzarsi prima di mezzogiorno per uscire in moto. Il "Vero motociclista da Bar" non concepisce l'idea di mangiare un panino ma esige una mangiata sovrumana. La proporzione ore in moto/ore a tavola nell'arco del week end non deve mai scendere sotto al 1/2. Il "Vero motocilista da Bar" non può possere una Harly Davidson perche' e' troppo ovvio e facile lasciarla parcheggiata per delle giornate davanti al Bar. Il "Vero motociclista da Bar" può postare su IHM report di giri immaginari mentre in realta' e' rimasto tutto il giorno sul divano con la birra in mano. Il "Vero motociclita da Bar" deve negare ad oltranza che conosce, seppur di vista, Garavaglia o Casartelli, che, per inciso, ne rappresentano l'antitesi. Il "Vero motociclista da Bar" quando e' in cassa, cioe' spesso, affida la moto ad un amico e si fa' portare a casa in macchina. Il "Vero motociclista da Bar" non si sogna nemmeno di uscire al Sabato sera in moto. Il "Vero motociclista da Bar" dovendo scegliere fra un giro in moto ed una partita col computer, prende la macchina e va' in bar a farsi una birra. Il "Vero motociclista da Bar" non deve aver paura dell'etilometro perche' sa' che lo potrebbe far saltare in aria. Durante i rarissimi giri invernali, il "Vero motociclista da Bar" e' sempre equipaggiato con cordiali o mignon di liquori vari. Il "Vero motociclista da Bar" deve pensare al suo fegato come al carburatore della sua moto. L'unico caso nel quale il "Vero motociclista da Bar" non partecipa ad un cassa-raduno e' per fare la cassa con altri amici percorrendo meno strada. Il "Vero motociclista da Bar" non si approfitta di Spidi e non lo fa' ubriacare solo per fargli battere il recordo di sboccate. Il "Vero motociclista da Bar" quando va' a mangiare la pizza, prima che gli venga portata la sua pizza deve gia' aver seccato la prima birra media. Il "Vero motociclista da Bar" rimane un essere civile e pensante anche quando fa' la cassa e non ruba le palline degli alberi di natale. Il "Vero motociclista da Bar" non accampa scuse stupide per non andare in moto con gli amici, dichiare semplicemente che preferisce restare in bar a bere una birra. Nel caso in cui si mettesse a piovere durante un tragitto in moto, il "Vero motociclista da Bar" si ferma immediatamente al primo bar che trova. E' escluso che il "Vero motociclista da Bar" esca in moto se piove, egli prendera' la macchina ed andra' in bar a farsi una birra aspettando che smetta. Nel momento in cui smette di piovere, il "Vero motociclista da Bar" si fara' un'altra birra aspettando che la strada si asciughi. Il "Vero motociclista da Bar" non si fara' mai beffe dei tedeschi che girano con moto di 30 anni che perdono i pezzi, perche' gia' sa' che se per caso li ri-incontrera' in una birreria saranno[beep] acidi. Il "Vero motociclista da Bar" non riconosce una moto vedendola passare, ma conosce per nome tutte le bottiglie che stanno dietro al bancone del bar. Il "Vero motociclita da Bar" quando fa' benzina pensa a quante birre medie sta' rinunciando. Da cio' discende che il "Vero motociclista da Bar" va' molto piano cercando di consumare meno benzina possibile, perche' essa toglie sostanza ai fondi destinati alle birre. Quando riceve ospiti, il "Vero motociclita da Bar" non dichiare quale sara' la meta del giro di domani, bensi' propone diverse birrerie nelle quali fare la cassa la sera stessa. Il "Vero motociclista da Bar", nel caso in cui fosse membro dello Spidi Fan Club, ostenta con orgoglio la sua tessera agli amici bevendo una birra. Nel caso in cui il "Vero motociclista da Bar" non sia membro dello Spidi Fan Club, cerchera' di essere sufficientemente alcolizzato da essere degno della member-card. Se il "Vero motociclista da Bar" si trova di fronte Roberto B. - Lo straniero deve sapere con chi ha a che fare. Quando il "Vero motociclista da Bar" arriva in moto davanti al bar e gli viene chiesto "dove sei stato" deve rispondere di getto "a bere". Se il "Vero motociclista da Bar" sta' andando via dal bar e qualcuno gli dice "beviamo una birra assieme?", prima dell'ultima sillaba si deve gia' essere tolto il casco. L'idolo del "Vero motociclista da Bar" non e' Schwantz o chi per lui, e' colui che gli paga le birre in bar. Il "Vero motociclista da Bar" sa perfettamente che e' molto piu' rischioso andare in giro in moto che non stare seduto in bar a bere una birra. Il "Vero motociclista da Bar" dopo che ha bevuto rutta come un ciclope dentro al casco mentre e' fermo agli incroci e poi fa' l'indifferente. Il "Vero motociclista da Bar" prima di morire asfissiato si ricorda che ogni tanto il casco va lavato fuori e dentro. Il "Vero motociclista da Bar" possiede una tuta pratica e molto comoda perche' sa' che potrebbe avere problemi vista la diureticita' della birra. Il "Vero motociclista da Bar" ha conquistato nel tempo un parcheggio preferenziale davanti al bar. Il "Vero motociclista da Bar" si ricorda di parecheggiare la moto fuori dai piedi e col bloccasterzo quando va' in bar, perche' sa' che per molto tempo la moto stara' ferma li'.
(parlando della Kawasaki ZZR1400) "Io sostituirei subito lo scarico di serie, con 197 cv non vai da nessuna parte. Non c'è niente di più pericoloso di quella fastidiosa sensazione di vuoto che si prova quando spalanchi il gas è hai quella risposta timida e impacciata tipica di 197 miseri cavallucci..." [UomoNuovo]
Moto, ergo sum! [Wormbike]
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