Nome iconico la cui storia lontana nel tempo è simbolo di un’imprenditoria italiana quasi eroica, anche se oggi la proprietà è cinese (gruppo QJ, colosso da 1,2 milioni di veicoli annui). Le radici di Benelli risalgono al 1911 quando, a Pesaro, Teresa Benelli impiegò tutto il capitale di famiglia per realizzare un’officina meccanica ai sei figli, Giuseppe, Giovanni, Filippo, Francesco, Domenico e Antonio Benelli. Nel 1919 il primo motore (75 cc) e nel 1921 il Velomotore, una motoleggera (98 cc a due tempi) poi evoluta sino a 147 cc e portata a correre. Nel 1926 debutta il motore a 4 tempi 175 cc, con distribuzione ad albero a camme comandato da una cascata di quattro ingranaggi. Grazie a questa soluzione Benelli si afferma in pista (quattro campionati d’Italia) e commercialmente. Con gli anni Trenta salgono le cilindrate: 250 e 500. Dopo alcune difficoltà dovute anche al conflitto mondiale, Benelli torna a competere e vincere in pista, con un titolo iridato (250cc nel 1950) e la vita parallela del marchio Motobi, dedicato alle piccole e medie cilindrate, poi riunito nel 1961. Tra i modelli iconici di quel periodo il Leoncino e la Tornado, con soprattutto la nuova vittoria nel Motomondiale classe 250 e al TT. Una serie di vicissitudini societarie nel periodo della grande crescita tecnologica e di concorrenza internazionale, vide Benelli vivere fasi altalenanti, con modelli poco diffusi pur se in alcuni casi originali e molto curati. A oggi la gamma proposta vede sia scooter sia moto stradali di ogni cubatura, con al vertice le tre cilindri di grossa cilindrata.