Colpi di scena e risultati a sorpresa nell’ultima prova d’oltreoceano prima dell’apertura europea di Arco di Trento del prossimo 19 aprile. Il nuovo tracciato argentino ha infatti riportato alla ribalta quel Max Nagl che aveva già sovvertito i pronostici in apertura del campionato vincendo il GP del Qatar e che ha fatto il bis anche sul terreno cedevole di lava della terza tappa iridata.
L’ufficiale Husqvarna si è assicurato il gradino più alto del podio forte di una buona determinazione che gli ha permesso di mantenere il suo ritmo preciso e veloce grazie al quale nella manche d’apertura ha recuperato dall’ottava alla terza posizione scavalcando anche Ryan Villopoto dopo avergli preso le misure per tre giri. In quella di chiusura si è invece preso il lusso di scavalcare, prima Antonio Cairoli nel corso del secondo giro, e poi il battistrada Clement Desalle un paio di tornate prima di metà gara e poi mantenersi in testa fino alla fine.
Una giornata quasi perfetta per il tedesco, ora secondo in campionato a pari punti con Cairoli, che ha però macchiato la sua prestazione con l’azione scorretta fatta al cancello della prima manche proprio nei confronti del Tonino nazionale quando ha rovinato volontariamente la posizione che Tony si era preparato con cura. Una situazione incomprensibile, che ha innervosito il messinese trovatosi così in gara con una concentrazione ovviamente non al 100%.
Fatto sta che dopo essere rimasto dietro a Desalle per tutta la manche, con un tira e molla che lo ha portato in scia al battistrada, nel momento clou ha perso il controllo della moto e dopo un volo degno di un perfetto freestyler è finito a terra, per fortuna senza conseguenze ed è riuscito a ripartire mantenendo la secondo piazza fino al traguardo. In quella successiva Cairoli è partito un po’ rintronato dalla caduta, ma non si è perso d’animo e dopo essere partito, ancora secondo, è stato passato da Nagl. Dopo una decina di giri è riuscito a dribblare Desalle e ad aggiudicarsi un altro secondo posto ed il terzo di giornata dietro al pilota della Suzuki. Grazie alla vittoria della prima manche e a quest’ultimo piazzamento, il belga ha mantenuto la leadership del campionato con dieci punti sui due suoi avversari.
E Villopoto? Un buon quarto posto assoluto, che forse non riflette il suo pieno potenziale ma che non ha scusanti. Il passo dei primi è mooolto veloce (sì, molto con tre "o"), e non basta il suo pedigree per rendergli la vita facile. Ok, deve adattarsi ancora alla formula di gara ma è arrivato il momento di capire che se da il 100% già il sabato anche quando non serve (nella qualifica qualsiasi piazzamento dal primo al decimo andava bene per scegliere un buon posto al cancello) forse non riesce ancora ad avere le risorse per fare due manche al massimo… Nella prima manche in più ha sbagliato anche la scelta della gomma, ed è stata un’ulteriore complicazione che ha ricordato l’errato setting del mono in Qatar.
Quinto posto per Gautier Paulin, che naviga ancora in posizioni non consone alle aspettative anche per non avere trovato il giusto feeling (o setting) della sua CRF ufficiale, davanti ai piloti Yamaha Jeremy Van Horebeek e Romain Febvre, entrambi molto veloci ma protagonisti di cadute nella prima manche.
Se l’è cavata bene anche Davide Guarneri, 11° a pari punti con Glenn Coldenhoff. Trasferta da dimenticare invece per David Philippaerts che non è mai riuscito a trovarsi in confidenza col tracciato di Neuquén dovendosi accontentare del 17° posto assoluto.
MX2
Dopo le precedenti quattro vittorie di Jeffrey Herlings, anche in Argentina dall’olandese della KTM ci si aspettava un’altra cavalcata solitaria che pareva scontata dopo l’ennesima prova di forza dimostrata nella mance di qualifica. E invece l’imprevisto ci ha messo lo zampino, sotto forma di uno spettacolare e pauroso incidente nel corso del primo giro quando nella bagarre si è toccato in volo con un avversario ed è rotolato a terra.
Nella caduta si è procurato escoriazioni e una contusione ad una caviglia, ma non ha potuto riprendere la gara per i danni riportati all’avantreno della moto. Ovviamente si è rifatto nella seconda batteria, che ha vinto alla grande come sa fare lui quando fila tutto liscio. La sua battuta a vuoto in Gara 1 ha fatto il gioco dei suoi avversari, ad iniziare da Dylan Ferrandis che dopo un consistente scambio di battute con Pauls Jonass si è aggiudicato la vittoria di manche e quella del Gran Premio grazie al posto d’onore conquistato nella seconda manche.
Secondo assoluto il sorprendente Jonass, secondo e terzo di manche, che ha preceduto il regolare Jeremy Seewer, due volte quinto, Thomas Covington e Tim Gajser. Sfortunati i piloti Yamaha Julien Lieber, quarto in apertura ma caduto e ritirato nella successiva, e Valentin Guillod sesto nella frazione iniziale ma successivamente costretto alla via dei box per noie tecniche. 17° Ivo Monticelli che ha abbandonato la prima manche problemi meccanici per poi piazzarsi 9° nell’altra.
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