[ESCLUSIVO] Andrea Dovizioso: “Il mio folle sogno del motocross”

[ESCLUSIVO] Andrea Dovizioso: “Il mio folle sogno del motocross”
Dovi gestirà il crossodromo di Faenza: “Tanti progetti in testa, spero diventi un punto di ri-trovo per tutti gli appassionati e non solo”. Sulla MotoGP: “Lo stile di guida è cambiato moltis-simo, incredibile quanto i piloti adesso si sporgano”. Sulle Case giapponesi: “Sono indietro su certi aspetti, difficile recuperare in un inverno”. Sulla Sprint Race: “Molti dubbi”
27 dicembre 2022

Anche in video, attraverso la telecamera del telefonino con il quale si collega alla diretta, si vede che la mano destra di Andrea Dovizioso è grossa così. Naturalmente è tutta fasciata, ma fa piuttosto impressione.

Sta andando tutto bene - racconta il Dovi rispondendo alla domanda sulle sue condizioni fisiche -: mi sono stati messi dei “fili” invece che viti e placca. Stiamo procedendo bene: devo aspettare 25-30 giorni per fare un’altra lastra e capire come si evolve la situazione. E’ una frattura un po’ particolare, non è come quelle delle clavicole subite in passato. Per fare motocross il polso non può essere, che so, al 60%, ma deve essere quasi integro: vediamo come procede”

Da qualche giorno, è ufficiale, Dovizioso è diventato il “gestore” del crossodromo di Faenza: ecco un po’ di dettagli sulla sua nuova attività da appassionato e imprenditore.

“Ci sto lavorando da tantissimi mesi: è davvero un sogno che avevo da anni, che ho sempre avuto in testa. Vorrei vivere di questa cosa in futuro: ho individuato Faenza come il luogo giusto per me, lavorando tanto è andata in porto. E’ la conferma che se hai dei sogni, li puoi realizzare. Ho più idee e più ambizioni su questo progetto: il parco è molto grande, si possono fare più attività. Punteremo tanto sul minicross, perché ci tengo. Poi ci sarà un pezzo asfaltato per le bici. Ma ci vorrà un anno e mezzo o due per fare tutti i lavori: mi piacerebbe creare un punto di incontro per gli appassionati di sport, ma non solo, per passare un po’ di tempo in mezzo al verde”

Dovi spiega la differenza tra motocross e MotoGP: “Ci vuole un talento totalmente differente, il motocross è uno sport complicatissimo: so che è abbastanza insensato quello che sto facendo, ma ho questa passione e vado avanti”

Tutti, o quasi, i piloti della MotoGP si allenano e si fanno male facendo motocross: l’ultimo, in ordine di tempo, è Fabio Quartararo, infortunatosi alla mano sinistra. Dovi, perché continuare a praticare questa specialità?

“La prima motivazione è che il motocross è uno degli sport più belli del mondo e ti diverti a farlo anche se non sei troppo capace. Poi non ci sono tante alternative: o hai la possibilità di andare a girare al Ranch di Valentino Rossi, oppure fai motocross. Sull’asfalto non è facile allenarsi per un pilota, personalmente non ho mai trovato una situazione veramente significativa e utile per la MotoGP. E’ vero che il motocross è pericoloso: capisco che il team che investe tanti soldi su di te, non vorrebbe mai sentire che il suo pilota si è infortunato facendo fuoristrada. Nel cross alleni tantissimo il fisico, per esempio gli avambracci, molto usati in tutte le discipline motociclistiche”

Piano a piano si va a parlare di motomondiale: si sta arrivando al limite fisico in MotoGP?

Da un lato le moto sono meno “arrabbiate”: questo è un vantaggio per il pilota, anche se devi fare molte più manovre di prima. Ogni anno, però, ci devi mettere sempre più intensità perché si frena ancora più forte, si va sempre più in là. Ci vuole più energia di prima, ma lo sforzo fisico è compensato in parte dai maggiori controlli.

Ma c’è troppa elettronica nelle MotoGP di oggi?

Per uno come me, che ha corso per 21 anni, c’è sempre la nostalgia del passato. E’ normale che ci sia una evoluzione: quando tu fai un regolamento bloccato per tanti anni, i progressi tecnologi sono enormi, perché gli ingegneri sono bravissimi e si investe tanto nello sviluppo. Se io potessi cambiare, avrei modificato il regolamento già 2-3 anni fa, ma, giustamente, adesso non si può fare perché c’è un accordo precedente. E’ vero, però che i sorpassi sono diminuiti.

Viene chiesto a Dovi se ha avuto ripensamenti sulla Ducati dopo aver provato la Yamaha

E’ incredibile quanto guidare un’altra moto ti apra la visione delle cose: certi dettagli li percepisci solo salendo in sella. E’ un aspetto particolare: il pilota crede di sapere tutto, ma non è così. Quello che ho trovato sulla Yamaha non è stato inaspettato, diciamo che non pensavo che il lato negativo fosse così amplificato. Ma quello che pensavo della mia Ducati non è cambiato: ho avuto una maggiore conferma di quanto buon grip abbia sempre avuto la Desmosedici.

La guida in MotoGP è cambiata molto negli ultimi anni: lo stesso Andrea è colpito da questo aspetto

Su Sky stanno facendo vedere tante mie gare: adesso i piloti si sporgono tantissimo e vanno fortissimo. Rivedere GP di due, tre anni fa e vedere le mie vittorie stando così composto in moto, mi fanno effetto di brutto, ti chiedi come fai a fare la curva così veloce in quel modo… Adesso si sporgono talmente tanto, che devono sollevare un po’ la spalla perché troppo esposti.

Si va a parlare di gomme

Fanno tantissima differenza, è normale che si dia spesso colpa agli pneumatici. Il pilota deve credere talmente tanto in quello che fa, che deve trovare dei colpevoli se non ottiene certi risultati.

Le Case giapponesi torneranno a giocarsi il titolo? Ecco l’opinione di Andrea

Per anni sono rimaste indietro, non si sono adeguati su certi per tanto tempo, “copiando” molto: le Case europee adesso sono più strutturate. Su alcuni aspetti Yamaha e Honda sono indietro e non possono progredire così tanto in un solo inverno

E la Sprint Race?

Non mi sembra la novità che può far cambiare le caratteristiche della MotoGP in questo momento. Magari verrò smentito, ma c’era bisogno di altro: non credo che sarà questo a far vedere più sorpassi. Sono però curioso, il fine settimana andrà gestito in maniera differente.

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