De Coster alla KTM. L'intervista

De Coster alla KTM. L'intervista
Il cinque volte iridato belga spiega i motivi della sua separazione dalla Suzuki e il passaggio alla Casa di Mattighofen | M. Zanzani
4 settembre 2010

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Dopo 25 anni di lavoro con il colore giallo di Hamamatsu, nove dei quali come pilota ed i restanti in veste di team manager inframmezzati da un periodo in seno all'American Honda, per Roger De Coster è arrivato il momento di cambiare aria.

Non per volontà sua, ma per l'eccessiva prudenza dei manager che dirigono la filiale statunitense della Suzuki i quali in un momento particolarmente difficile del mercato d'oltreoceano non se la sono sentiti a rinnovare un accordo pluriennale con quello che è tutt'ora l'icona del motocross persino in un Paese così selettivo e patriottico come gli Stati Uniti.


«Ormai sono vicino alla pensione - ha spiegato De Coster - ed il mio ultimo contratto lo volevo siglare per almeno due o tre anni, anche perché non mi sembra giusto lavorare sodo per costruire sponsor e piloti e poi avere il benservito dopo qualche mese. Loro invece volevano firmare per un solo anno, e quindi la trattativa si è arenata. Sono molto dispiaciuto, con il marchio Suzuki ho avuto dei successi sia come pilota che come manager, non ultimo il record della doppia vittoria motocross e supercross di Ryan Dungey al suo primo anno nella classe 450. Certo non erano obbligati a continuare la nostra relazione, ma di certo non mi aspettavo una reazione così decisa. Forse se non ci fossero stati i problemi economici attuali le cose sarebbero andate diversamente, così hanno dimostrato di voler dare la priorità esclusivamente alle vendite e quindi agli incassi, mentre con le corse si hanno solo delle spese».


Chiuso il capitolo Suzuki si è aperta immediatamente la porta KTM. «Tutto è successo così velocemente che non me ne sono reso conto neppure io, abbiamo parlato e ci sono ancora delle cose da chiarire ma siamo sulla stessa lunghezza d'onda e ci sono buone probabilità che arriviamo ad un accordo. Per me è una bella sfida prima della fine della mia carriera. Avrò al mio fianco Musquin, Alessi e sicuramente arriverà qualche altro buon pilota, a me piacerebbe anche Chad Reed che nel Supercross è molto forte. E comunque sia, in questo momento penso che si possa avere successo anche con la KTM».

 

 

 

 

 

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