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Vedere sfilare 338 piloti in una pista di motocross, tutti partecipanti alla manifestazione, in occasione di una prova iridata di motocross è stata un’occasione inedita e avvincente. Una serpentina di moto lunga quanto la pista del Gran Premio del Regno Unito, che ha testimoniato il successo della prima edizione del Festival del Motocross, ovvero quattro giorni di gare con ben dieci classi come non si era mai visto prima. L’idea del patron della Youthstream Giuseppe Luongo è andata a segno, e già il prossimo anno è prevista una seconda opportunità per godere di un fine settimana full immersion di sport, competizione e colore.
Il circuito inglese è stato ideale per ospitare un evento così a largo respiro, per le sue dimensioni, le caratteristiche del fondo di erba e terra che ha retto alla perfezione l’incessante susseguirsi di manche, lo spazio ottimale per il paddock ma anche per gli stand e le attrazioni per il pubblico, la localizzazione a meno di un'ora da Londra e ad una decina di chilometri dall’affascinante Winchester, e la splendida accessibilità per gli spettatori che hanno potuto godere di quasi il 100% di visibilità della pista.
Chi era presente ha potuto godere di gare appassionati, da una tiratissima MX2 alla suggestiva prova femminile ad una classe regina dove è mancata la suspense ma non il piacere di vedere come un marziano riesce a guidare una MX1. Il nome sta a voi intuirlo.
Tra gli attesi protagonisti è mancato solo il belga della Kawasaki Joel Roelants, che ha dato il
commiato alla stagione MX2 per la caduta del sabato che gli ha procurato la lussazione del bacino. Un vero peccato per il belga, in procinto di passare alla Yamaha per correre la stagione 2013 con la YZ450FM, che è uno dei nostri preferiti per la grinta che trasmette in ogni metro del percorso rendendolo perfetto per foto sempre spettacolari.
Ha fatto invece piacere la conferma di Max Nagl, che dopo il grintoso debutto stagionale di Loket in Inghilterra ha ribadito le sue qualità di ottimo interprete di partenze e abile conduttore di moto di grossa cilindrata nonostante la sua minuscola stazza, rendendosi con la sua velocità l’unico ad aver tentato di mettere i bastoni tra le ruote a Tony 222. Obbligata da questioni di budget a mantenere nella propria squadra ufficiale per il prossimo anno solo due piloti, Cairoli e De Dycker, la KTM a malincuore è costretta a lasciarlo libero sulla piazza, e c’è da scommettere che al timido tedesco sono bastate queste due sole gare per aprirgli le porte in diversi team, ad iniziare da quello Suzuki che avrebbe così trovato il sostituito ideale di Leok da affiancare a Desalle.
A proposito di Clement, il belga da quando è passato in testa al Mondiale approfittando del doppio zero di Tonino in Svezia non è sembrato più lui, tanto da ritrovarsi dopo appena quattro gare ancora alle spalle dell’ufficiale KTM ora con 55 punti di distacco. Un bel mistero, conoscendo il potenziale di Desalle. A Matterley ha pesato psicologicamente la scomparsa di un parente e il dolore ad un polso, certo è che nel momento in cui sarebbe stato ora di tentare l’affondo per sfuggire alla attesa contromossa di Cairoli il vallone è rimasto l’ombra di se stesso visto che su otto manche è terminato solo due volte secondo ed una terzo. Imitato da un Christophe Pourcel che o per cadute alla partenza o per problemi che neanche chi gli è vicino capisce da metà stagione in poi non ha più centrato una vittoria di manche. Difficile capire quello che passa nella testa del francese, che è ancora incerto sulla propria sistemazione della prossima stagione agonistica. Da una parte è tentato da alcune buone offerte giuntegli dagli Stati Uniti, dall’altra nei GP ora si trova bene ma non è intenzionato a continuare ad occuparsi direttamente il suo team privato, dove corre anche il fratello Sebastien, per la difficoltà nel reperire fondi e gestire i numerosi aspetti necessari per far funzionare tutta la struttura.
Ritornando alla KTM, la sconfitta di Jeffrey Herlings arrivata dopo due vittorie consecutive dell’olandese ha guastato quella che poteva essere una giornata memorabile per la KTM, che oltre ad aver dominato la MX1, nello stesso fine settimana negli Stati Uniti ha svettato sia con Marvin Musquin, salito sul gradino più alto del podio 250, che con Ryan Dungey il quale si è assicurato il titolo 450.
Matterley Basin ha anche ospitato il rappresentante del Gran Premio della Tailandia, che aprirà il calendario 2013, e una delegazione proveniente dall’India che ha stretto gli accordi con la Youthstream per organizzare un GP a partire dal 2014.