Agueda: che sorprese! Commento e Gallery

Agueda: che sorprese! Commento e Gallery
Pronostici ribaltati sulla terra rossa della quarta tappa iridata, che ha tirato fuori dal magico cappello i nomi di Clement Desalle e Marvin Musquin | M. Zanzani, Agueda
11 maggio 2010


Ormai lo avete capito, la stagione del cross iridato ci entusiasma molto e in Portogallo abbiamo avuto l'ennesima conferma di quanto proviamo ad ogni GP. Due settimane prima il trionfo di Jeffrey Herlings e di Antonio Cairoli, la gara successiva il ritorno ai vertici di Musquin e la prima vittoria stagionale di Desalle.

Proprio i due che dall'arena di Valkenswaard erano usciti più malconci, il primo così stordito dalla botta delle qualifiche da essere rimasto in gara irriconoscibile e impotente nel controbattere la pressione delle due pesti 15enni che da inzio stagione cercano di fargli vedere i sordi verdi, l'altro addirittura rimasto a secco di punti per la lussazione di una spalla.

Ma il livello dei piloti e la loro motivazione sono così elevati che può succedere di tutto, come si è ben visto in Portogallo. Dopo essere salito in sella solo una volta giusto per verificare come rispondeva l'articolazione, i vallone ufficiale Teka Suzuki ha affrontato la trasferta con l'incognita se sarebbe riuscito a portare a casa un po' di punti. Non solo ne ha racimolati ben 44, ma si è preso anche il lusso di

Antonio Cairoli
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vincere il GP.

Antonio ha faticato infatti un pò più del solito a divincolarsi dalla mediocre partenza dovuto ad un contatto con un avversario, degno protagonista comunque di una impegnativa rimonta da oltre metà gruppo alla quinta piazza. Ha così espresso tutto il suo carisma da numero 1 nella manche finale, dove ci ha servito un'altra delle sue sconcertanti cavalcate solitarie. La sua prestazione è stata un po' la fotocopia di quella del compagno di squadra Max Nagl, che ha ripetuto gli stessi risultati del pupillo di Claudio De Carli ma in modo invertito. Buffo è che il team manager romano, diversamente dalla scorsa stagione, quest'anno deve dividere le sue attenzioni e le sue simpatie tra entrambi i piloti, visto che indossano la stessa casacca.

Sorprendente anche il quarto posto dell'ufficiale Kawasaki Xavier Boog, già perfettamente a suo agio sulla 450 dopo soli quattro GP MX1, che ha addirittura preceduto David Philippaerts. Se non altro il toscano ha lasciato Agueda con in mano il terzo posto nella classifica iridata, staccato di 46 punti da Cairoli che non sono un'inezia ma neanche un'utopia con un campionato ancora così lungo e imprevedibile. L'ex iridato della Yamaha Monster Energy deve però fare il punto della situazione, perché, per un motivo o per l'altro, non riesce mai a concretizzare due manche di seguito all'altezza del suo potenziale.

Più continuità farebbe gioire anche Davide Guarneri, anche se non bisogna dimenticare che il "Pota" è ancora in tirocinio nella classe regina. Ha fatto vedere già buone cose, ad iniziare dalle sue partenze al fulmicotone, ma anche queste a sorte alterna. Peccato invece per Manuel Monni, costretto ad un delicato intervento per ridurre la frattura alla sesta vertebra cervicale dopo la caduta nella prima parte di gara. Fortunatamente non ci sono stati problemi per la sua mobilità, ma per lui e per tutto il team Yamaha 3C Racing è stato un duro colpo giunto proprio nel momento in cui il perugino cominciava a farsi valere visti i risultati in continua ascesa culminati col 7° posto ottenuto nella qualifica del sabato.

Cattiva sorte anche per Ken De Dycker, appiedato in Gara 1 per la rottura del radiatore, dopo che ha sua moto, in seguito ad una scivolata, è stata centrata da un avversario. Così il fiammingo ha perso un bel pò di punti che lo avrebbero portato nella zona alta della classifica considerato la terza piazza spuntata nella seconda manche.

Musquin è stato ancora una volta magnifico. Che dire di un pilota che ancora ricordavamo inerme sulla sabbia di Valkenswaard, che il giorno dopo era ancora intontito dalla botta presa come un pugile suonato e che la gara dopo ha corso come nulla sia successo? Grandioso! Come il suo modo creativo di guidare. Dopo il triplo successivo alla linea del traguardo c'era una salita in curva che finiva con un salto che portava in discesa: lui era l'unico (non lo faceva nessun'altro, neanche nella MX1) che aveva trovato un piccolo dosso a metà salita dove comprimeva la moto facendolo diventare il trampolino di lancio per atterrare direttamente sulla discesa senza più toccare il terreno. E parliamo di un volo rasoterra di una quindicina di metri….

Roczen
Roczen

Velocissimo, determinato, quasi scanzonato il francese, ma fantastici anche Herlings e Roczen. L'olandese sapeva che questa volta per lui, senza più la sabbia del suo ambiente naturale, sarebbe stato difficilissimo fare meglio dei suoi rivali, e così è stato. Roczen però se l'è lasciato alle spalle solo perché a tre giri dalla fine della seconda manche il tedesco è stato urtato da un doppiato che gli è volato sopra facendolo cadere quando era al posto d'onore finendo poi sesto. Ken è stato un vero signore quando in conferenza stampa non ha fatto minimamente accenno all'incidente, tra l'altro sempre con lo stesso Aleksandr Tonkov col quale i battibecchi risalgono da quando correvano assieme nella 85, spigando quanto successo col russo solo dietro insistenza di un giornalista.

A proposito di ragazzini, vi ricordate il pezzo dell'Olanda dove accennavamo alla banana e al kiwi che Roczen si era slurpato al termine di una manche tra abbondanti sorsi d'acqua? Ebbene, come immaginavamo il team manager Thomas Ramsbacher ci ha confermato che l'immediata iniezione di vitamine serve per far superare meglio e più rapidamente lo schock fisico imposto dai 40 minuti di gara.

Domenica si corre invece sulla terra dura (se non piove…) della pista spagnola di Bellpuig. Noi ci saremo, pronti per altre sorprese.