Cairoli: "KTM 350 e 450 completamente nuove. Le proverò e deciderò"

Cairoli: "KTM 350 e 450 completamente nuove. Le proverò e deciderò"
Fresco campione del mondo per l’ottava volta, il fuoriclasse messinese racconta la sua stagione e si prepara per l’imminente gara a squadre | M. Zanzani
23 settembre 2014

Punti chiave

«Avrei preferito chiudere il campionato in Europa perché ci sono più familiari, più amici, più fans, anche se vincere con una gara di anticipo fa sempre piacere ». Antonio Cairoli ha compiuto la sua ennesima impresa, per l’ottava volta nei suoi dieci anni di attività agonistica, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. Perché una delle cose che rende ancora più grande il fantino di Patti è la sua spontaneità e semplicità rimaste immutate col passare degli anni e… dei titoli iridati. 

 

E’ stata però una stagione lunga e sofferta, se non altro perché iniziata con l’infortunio alla caviglia nell’ultima prova degli Internazionali d’Italia.

«Sì, ho fatto molta fatica sia mentale che fisica per il poco allenamento che ho fatto a causa dei piccoli infortuni e problemi vari. Quindi rispetto al solito è stata una annata decisamente intensa, per fortuna al contrario di altri miei avversari sono riuscito a mantenermi costante e alla fine sono stato premiato».

 

Anche nel team si respirava una certa tensione.

«Sicuramente il peso della responsabilità si sente, più vinci e più hai peso addosso perché è sempre più difficile riconfermarsi».

 

Quest’anno sei stato eccellente nel riuscire ad andare forte, ma anche nel sapere accontentarti quando era il momento di farlo.

«Non è stato facile perché ogni tanto l’ho dovuto fare contro voglia, volevo poter rendere di più ma non ero in forma per farlo e quindi in alcune situazioni ho dovuto un po' mollare. Purtroppo a volte lo devi fare, ti dici: "oggi non è giornata, mi devo allenare di più per fare questo e questo", quindi portiamo a casa i punti che riusciamo. Però è stato un bene per il campionato, quindi va bene».

 

Un'altra cosa importante, è che ti sei saputo preservare.

«Sì, sicuramente nell’ottica di portare a casa un titolo conta anche questo. Ma non è solo stata questa stagione, è una caratteristica che ho da un po' di anni».

 

Lo dici come se fosse la cosa più facile di questo mondo, ma come si fa a limitarsi e allo stesso tempo riuscire a raggiungere il podio?

«Semplicemente perché non ho ancora raggiunto il limite che voglio».

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Il pilota che ti è piaciuto di più in questa stagione?

«Sicuramente Van Horebeek, ha fatto una stagione perfetta e un grande salto di qualità. E' stato il più pericoloso dei miei avversari, anche rispetto ad altri che erano partiti favoriti per il titolo come Desalle o Paulin. Di sicuro Jeremy ha sorpreso molte persone, è stato molto veloce e costante, cose che non vedi spesso nei piloti specie quando si passa dalla guida di una MX2 a quella di una MXGP».

 

E quello che ti ha più deluso?

«Non c'è uno in particolare, ci aspettavamo di più da Rattray, visto oltretutto che a inizio stagione aveva detto che partiva per vincere il Mondiale, e invece ha deluso un po' tutti perché non ha fatto le gare che meritava di fare».

 

Non è che certi piloti vanno in America e quando tornano alla MXGP si credono di essere superiori?

«Oltreoceano i tracciati sono diversi rispetto all'Europa, ed è diverso correre il National o il Mondiale. Da noi ci vuole più tecnica, là i tracciati sono più veloci, e quando ti schieri di nuovo nei GP penso sia difficile riadattarsi».

 

La gara più bella di questa stagione?

«La Finlandia, è stata una delle piste che mi è piaciuta di più perché tra le più difficili e più toste. Dopo la prima manche non ero del tutto contento del mio risultato perché avevo scelto un setting della moto sbagliato, ma nella seconda manche ho adottato le regolazioni precedenti ed è andata benissimo, sono andato via subito fin dai primi giri ed ho fatto una decina di minuti come non avevo mai fatto durante tutto l’anno».

 

La più brutta?

«Loket, come al solito. Fino a due giri dalla fine potevo vincere il GP ma per un piccolo errore mio ho buttato al vento la gara. Alla fine sono salito sul podio, ma mi ha dato un po' fastidio aver perso per uno sbaglio così banale. Per me quella di Loket è una delle piste più difficili. Da una parte per il campionato è uno degli appuntamenti più facili, perché tutti tengono lo stesso ritmo, dall'altra è molto difficile per me trovare la concentrazione per capire quali sono i punti in cui posso migliorare perché ho molte difficoltà su questo tipo di terreno. Questo sarà il mio obiettivo per la prossima stagione: divertirmi anche sulle piste dove ho delle difficoltà».

 

Quanto è stata importante la presenza della tua fidanzata Jill?

«Molto, perché mi dà tanto supporto sia a livello morale che a livello fisico, mi ha evitato tanti problemi psicologici, ed è un bell’aiuto avere a fianco una persona fidata che mi capisca».

Sento i miei genitori sempre presenti, e so che sono lì a guardare le mie gare

Il titolo quest’anno non si può che dedicare ai tuoi genitori.

«Assolutamente, sono loro che mi hanno accompagnato in questo sport, quindi sono loro che hanno bisogno di tutta l'attenzione possibile! Li sento sempre presenti, e so che sono lì a guardare le mie gare».

 

Sì può dire che è il titolo che ti ha dato più soddisfazione?

«E' stata una delle mie migliori stagioni, perché sono salito sul podio in tutte le gare tranne tre, ed una di queste sono stato lì per vincerla fino all'ultimo giro. Però in alcuni momenti non sono stato contentissimo di come ho corso alcune gare, però per gli episodi che sono successi è stata una delle più belle. Di sicuro è stata difficile, e quando è difficile è sempre più bello vincere».

 

Quali sono state le altre belle stagioni?

«Decisamente quella del 2007 in MX2, perché ho dominato in quasi tutte le gare, è stata una grande soddisfazione!».

Ora manca il Nazioni.

«La gara a squadre è una vittoria che mi manca, ma anche in questa edizione il nostro obiettivo è quello di salire sul podio. Siamo realisti e sappiamo che la vittoria è un po' difficile, però il podio è alla nostra portata, come abbiamo già dimostrato l'anno scorso, e cercheremo di farcela».

 

Dopodiché in vacanza?

«A me non piace fare troppa vacanza, per cui non ho programmi particolari a proposito. A me piace stare sempre vicino alla moto, per cui deciderò sul da farsi dopo l’ultima gara».

 

Che programmi hai invece per l'inverno?

«Purtroppo e per fortuna ne ho un sacco fuori dalla moto, perché ci sono tanti impegni con gli sponsor e anche per il film che uscirà ad ottobre, ma cercherò di trovare anche il tempo per girare in moto. A fine novembre inizierò poi la preparazione vera e propria per il 2015».

Sono in arrivo le nuove KTM 350 e 450, completamente nuove, farò dei test e poi deciderò quale utilizzare per il prossimo anno

In base alle esperienze di questa stagione cambierai qualcosa?

«A livello di preparazione atletica non penso, per quanto riguarda l’aspetto tecnico invece sono in arrivo la 350 e la 450 completamente nuove, farò dei test e poi deciderò quale utilizzare per il prossimo anno».

 

Quest’anno hai comunque dato spesso l’impressione di correre al novanta per cento, l'arrivo di Villopoto è la scintilla che potrebbe darti la motivazione per fare un ulteriore salto di qualità?

«Vedremo come si presenterà e in che stato sarà all'inizio, poi da lì si comincerà a lavorare perché intanto il campionato è lungo. Ma non sono preoccupato, come al solito si sentono sempre voci di piloti che durante l'inverno vanno fortissimo, poi quando arriva il pieno della stagione tutto prende la sua giusta dimensione. Quindi vedremo piano piano, durante la stagione. In ogni modo avere il miglior pilota americano nel Mondiale sarà fantastico, porterà ancora più interesse e spettatori per il nostro sport. Averlo come avversario per me sarà una nuova sfida, e correre contro di lui sarà bello anche per i tifosi miei e suoi, sarà molto eccitante».

Finché continuerò a migliorare, continuerò a correre

Dove pensi che potresti migliorare più di come sei già?

«Sulla velocità secca sul giro, specialmente nei primi minuti di gara. Magari lavoreremo su quello e per il resto cercheremo di perfezionare qualcosina, anche se in effetti siamo quasi al top…. Quando sei più giovane guardi gli altri piloti per vedere se fanno qualcosa che puoi usare anche tu in gara, ma siccome mi concentro su cosa voglio migliorare e su come applicarlo durante le gare, ora non guardo quello che fanno gli altri».

 

Ma che cosa ti fa andare avanti in modo così dirompente?

«La motivazione di continuare a migliorare e diventare perfetto, perché sotto certi aspetti si può sempre imparare qualcosa, anche se sono un pluricampione ho sempre qualcosa da imparare quando sono in pista. E finché continuerò a migliorare, continuerò a correre».

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