Cairoli: Cosa dicono di lui i Grandi del Motocross!

Cairoli: Cosa dicono di lui i Grandi del Motocross!
Arriva a Lierop a un passo dal titolo sulla scia dello stradominio di Matterley Basin. Cairoli sembra venire da un altro pianeta: De Carli, Everts, Philippaerts, Bartolini e Rinaldi ci spiegano questo suo momento magico
30 agosto 2012

Punti chiave


L’occasione ci si è presentata ripercorrendo la gara di Matterley Basin, dove scrivemmo che mentre Tony ha corso due manche al fulmicotone gli altri piloti che erano in pista sembravano in allenamento a suo confronto. Ad un paio di settimane dal GP del Regno Unito la sabbia di Lierop accoglie la terzultima prova iridata, dove il messinese punterà a consolidare il suo ruolo di leader MX1 così da poter aggiudicarsi il suo sesto titolo Mondiale in Italia e con una prova in anticipo. Cinque tra i più affermati addetti al settore del Gotha del motocross ci hanno offerto il loro punto di vista sull'imbarazzante superiorità che Cairoli ha in questa parte finale di stagione.


Le domande


Ecco le domande che abbiamo posto ai nostri intervistati:
1 La schiacciante superiorità di Cairoli a cosa è dovuta?
2 Gli altri piloti si sono arresi?
3 Quanti anni durerà ancora l'era Cairoli?


Andrea Bartolini


1 «E' dovuta alla sua tenacia e alla sua mentalità vincente. Non ne nascono molti con questo carattere, che non si accontentano mai e vogliono vincere sempre, sono rari, mi viene in mente solo Everts. E poi la sua tecnica e la sua velocità, unite a questo fattore del carattere, lo rendono ancora più forte. Tony è il pilota più completo, anche dopo aver vinto diversi mondiali ha ancora la stessa voglia di vincere come fosse il primo. L'unico che ha le doti tecniche come le sue però non ha il resto è Christophe Pourcel, prende anche meno rischi quando guida ma gli mancano la mentalità e il sacrificio del lavoro».

2
«Gli altri fanno quello che riescono a fare, non hanno le doti tecniche, l'allenamento e la mentalità che ha lui. Ci provano all'inizio, ma quando vedono che lui è superiore, man mano che passano le gare, quando lo vedono davanti sanno che non possono fare più niente. Desalle ci ha provato, però era al suo limite e ha fatto molti più errori. Antonio ha avuto degli incidenti che possono capitare, però è uno che sbaglia pochissimo. Partendo anche molto bene, è davanti quasi in ogni gara, per gli altri diventa difficile».

3
«Considerando che finora non ha avuto grossissimi infortuni, che è molto agile e con poca massa muscolare, penso possa andare avanti fino a 33 o 34 anni senza problemi. Dipende dalla voglia che avrà di fare dei sacrifici. Potrebbe mettere a rischio il record di Everts, e sarebbe bello, per come si sta comportando Antonio, che arrivasse a 11 titoli».


Claudio De Carli


1 «E' dovuta a una grande forza mentale, a una grande preparazione atletica e a una grande
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passione per la moto che lui riesce a gestire bene, inoltre gli è rimasta intatta quella fame di vittoria che lo ha portato a scalare le classifiche».

2
«Secondo me no, perché praticamente tutti i primi cinque sono abbastanza vicini come forse non mai e quindi il mondiale è ancora aperto. Antonio ha gestito bene la sua preparazione dall'inizio alla fine mantenendo una certa progressione, quindi lui nelle ultime gare era al cento per cento. La stagione è molto lunga, nel cross devi sempre essere preparato e allenarti tutte le settimane senza mai mollare, non è facile la gestione dell'allenamento. E' una tattica anche quella, di come prepararsi e rimanere sempre al massimo della forma. Desalle comunque sta facendo un bel mondiale, perché al di là di tutto è secondo ed è sempre lì. Al GP in Inghilterra ha avuto un piccolo problema dopo la seduta del sabato, ma è sempre un avversario pericoloso e incisivo, però Tony in questo momento sta dimostrando di essere superiore».

3
«Sicuramente lui adesso è in piena maturità, ha messo insieme tecnica ed esperienza, e visto che tra poco compirà 27 anni ed è al massimo della sua potenzialità, io penso che possa continuare per altri cinque anni. L'importante è che rimanga integro fisicamente, se gestisci bene il tutto tranquillamente puoi arrivare a 34 anni, poi il calo di rendimento non si sa, può essere a 30, o a 32, ma se un pilota sta bene, se ha voglia di continuare e il fisico è a posto, sicuramente può arrivare anche a 34 anni».


David Philippaerts


1 «Al fatto che è molto bravo, che ha un team che lo segue sempre, una buona moto, è un pilota forte psicologicamente. Ha tutto quello che ci vuole per essere superiore agli altri».

2
«Sicuramente qualcosa hanno mollato, bisogna vedere cosa è successo agli altri. Se Desalle è al 100%, se Pourcel pensa di tornare negli USA o di restare, ecc. Mentalmente Antonio è quello più a posto: è in testa al mondiale, ha la squadra tutta per lui, e le carte in regola per essere il più forte adesso, non ha pensieri, e la parte mentale fa tantissimo la differenza».

3 «
Non lo so, però è ancora giovane, quindi se ci basiamo sull'età di altri campioni come Bartolini o Everts che hanno corso fino all'età di circa 34 anni ritengo possa avere ancora qualche stagione davanti. D’altronde finché vince così, o si stufa perché non ne può più o non avrebbe senso smettere…».


Stefan Everts

1 «Tony si sente molto bene con il team e le persone intorno a lui, è felice, la moto rende più del 100%, lui può fare tutto quello che vuole con la 350, è nella forma migliore della sua vita. Vedi che quando corre tutto va come deve andare, è al posto giusto nel momento giusto».

2 «
Credo che abbiano realizzato che è difficile battere Antonio, alcuni ci provano ancora anche se è difficile. In Inghilterra ad esempio ha corso con grande facilità, è andato così veloce che faceva sembrare gli altri fermi, non so perché sembrava che soffrissero molto il tipo di pista. Al momento la combinazione Cairoli più KTM sta funzionando alla perfezione, gli altri ci provano ma solo all’inizio perché poi dopo qualche giro si arrendono, non reggono il suo ritmo per tutta la gara. Desalle sembrava più forte l'anno scorso, so che ha avuto un infortunio serio, ma adesso dovrebbe aver recuperato del tutto ma non lo vedo allo stesso livello del 2011, fa fatica e commette diversi errori forse perché spinge troppo. La caduta in Inghilterra è stata piuttosto grave, credo che si sia fatto male e in più vede che le cose non gli vanno lisce come a Tony. Gli altri ci provano, ma poi cadono o si arrendono. Tony al momento è semplicemente troppo bravo».

3
«Credo che non continuerà così per più di cinque anni, diventerebbe noioso, probabilmente vorrà trovare nuove sfide. Le cose possono cambiare in fretta nel motocross, anche in una sola gara, guarda in Svezia come si è ribaltata la situazione. Per l'età che ha può ancora correre per diversi anni e vincere molti titoli, sicuramente può puntare a vincerne dieci, ma deve tenere alti il senso di sfida e la sua motivazione. Io feci così, e credo che anche Tony continuerà a trovare i suoi obiettivi. Ma è una cosa personale perché le sfide che cercavo per me stesso probabilmente non funzionano per Tony o altri piloti che le possono ritenere delle sciocchezze. Ad esempio a me è sempre piaciuto giocare con i numeri, quindi le mie sfide erano legate ai numeri, poi c'è la motivazione. Mi è sempre piaciuto collezionare trofei e titoli e ampliare la mia collezione; per me era stimolante anche se può sembrare stupido».


Michele Rinaldi

1 «Al fatto che da metà stagione in poi, in questi ultimi anni, lui ha sempre dimostrato di saper gestire il campionato meglio di ogni altro pilota. E poi al momento è l'unico vero campione che si sta dimostrando tale dopo Stefan Everts. Essere campioni non vuol dire solo andare forte ed essere bravi, perché di piloti così ce ne sono. Lui la differenza la fa quando deve far vedere in pista le sue qualità e capacità anche nel saper gestire una stagione. Un campione sa fare anche questo, e lui lo sta dimostrando».

2
«Mollato no, ma è mancato dall'inizio Frossard che era uno dei pretendenti al titolo, e questo credo che abbia facilitato il compito ad Antonio. Philippaerts purtroppo non è sempre andato benissimo e fortissimo, e lui si trova adesso che alcuni avversari non ci sono più e quelli che ci sono non hanno la sua costanza di rendimento, anche se hanno dimostrato in alcune rare occasioni di sapergli stare davanti. E' lì che il campione fa la differenza, nei frangenti determinanti che sono soprattutto da metà campionato in poi, fanno risultati migliori degli altri concorrenti».

3 «Ogni anno ci si dice: più o meno dovrebbe essere l'ultimo, perlomeno ogni squadra ci spera per l'anno seguente. Non so cosa dire, perché ora sta andando in un modo perfetto ma non so come si comporterà col passare degli anni. Non è così nelle gare pre stagione, però poi ci si rende conto che su sabbia o su piste veramente difficili lui ancora oggi fa la differenza e nessuno o quasi è in grado di batterlo. Se mi chiedi oggi per l'anno prossimo, senza dubbio il riferimento è sempre lui. Tutte le cose volgono al termine, quando e come non si sa».