Chiara Fontanesi: "MX2? Qualche gara, perché no?"

Chiara Fontanesi: "MX2? Qualche gara, perché no?"
La campionessa in carica del Mondiale cross femminile ci racconta del suo schiacciante debutto stagionale e non solo | M. Zanzani
26 giugno 2013

 

Tre GP, sei manche, altrettante vittorie: per Chiara Fontanesi la prima parte del 2013 meglio di così non poteva andare.
«Effettivamente è iniziata molto bene – spiega la 19enne parmense arrivata leader indiscussa al giro di boa del campionato WMX - anche perché il debutto a Valkenswaard non è stato affatto facile perché quando abbiamo corso noi la pista era gelata ma soprattutto perché sentivo il peso del mio ruolo di neo campionessa del mondo. Non mi era mai capitato di trovarmi in simili condizioni, è stato impegnativo ma ho vinto tutte e due le manche e la paura è passata».


La doppietta olandese ti ha dato subito la convinzione che anche quest'anno non ce n'era per nessuna?
«Sinceramente temevo un po' la prima gara proprio per l’incertezza che mi aspettava, e se non avessi vinto tutte e due le manche mi sarei un po’ demoralizzata, ma il risultato pieno mi ha dato la determinazione per andare avanti al meglio del mio potenziale».


A cosa è dovuta questa tua notevole superiorità?
«Non so neppure io con esattezza, posso solo dire che io ci metto tanto del mio sotto il punto di vista degli allenamenti. Mi impegno molto, durante l'anno niente vacanze ma allenamento costante tutti i giorni. D’altronde la moto è una cosa che ho nel sangue, e non mi costa troppi sacrifici portare avanti quello che faccio, anzi mi diverto e mi viene quasi facile e tranquillamente anche perché non vado mai oltre il mio limite».

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Quando hai raggiunta questa tua "maturità"?
«Penso già dalla metà del 2011 quando ho iniziato a lottare per il Mondiale, che poi non ho vinto. Da lì ho iniziato a fare sempre meglio e adesso mi sento veramente bene sia con la moto che fisicamente, quindi quando c'è tutta la perfezione il risultato poi arriva. Diciamo comunque che per me è sempre stato così, non sono mai andata oltre il mio limite, l’unica differenza è che adesso ogni volta che salgo in moto sono sempre più tranquilla».


Ma sei un mostro tu o dormono le tue avversarie?
«Non saprei dire, io penso di essere cresciuta tanto, ma a vedere i tempi rispetto ai maschi o i video di quando siamo in gara non mi sembra che anche le altre siamo ferme».


Chi reputi alla tua altezza?
«Quest'anno siamo un bel gruppetto perché la Megan, la Laier e la Kane sono forti, sono loro a giocarsi sempre il podio assieme a me».


Tu però sei la più forte….
«Il fatto che ora vado forte anche sul duro come sulla sabbia mi rende completa, credo che questo sia il vantaggio che mi fa fare la differenza. Magari a una riesce meglio una cosa piuttosto che un'altra mentre in questo momento io non ho problemi in nessun circuito».


Quanto tempo ti impegna la preparazione atletica?
«Tutti i giorni all’incirca mezza giornata, che mi va via o allenandomi in moto o in palestra. Non faccio pesi perché ti limitano la mobilità, dal 2009 sono tornata ad allenarmi con il mio preparatore di ginnastica artistica col quale seguo uno schema tipo quello delle ginnaste, tutto a corpo libero senza mai sollevare pesi».


Ti rimane un po' di tempo libero?
«Poco, diciamo un paio d'ore al giorno che uso per fare quello che non riesci quando sei via, come andare a trovare degli amici o giocare col mio cane, sicuramente non mi chiudo in casa a guardare la televisione».

Non mi sento assolutamente arrivata. Per questo ogni anno cerco di sviluppare un obiettivo diverso


Pensi di avere ancora margine per migliorarti?
«Direi di sì, perchè non mi sento assolutamente arrivata. Per questo ogni anno cerco di sviluppare un obiettivo diverso, quest'anno ad esempio stiamo lavorando un sacco sulle partenze perché sono quelle che mi sono mancate l'anno scorso. E infatti i risultati stanno arrivando, perché se parti in testa hai già fatto tre quarti di gara. Poi c'è il periodo dove lavori di più sui salti, quello in cui ti concentri a migliorare le staccate, non sembra, ma ce n'è da fare!».


I tuoi genitori sono sempre al tuo fianco.
«Sì, sempre, quest'anno sono pilota Yamaha ufficiale ma alle gare ci andiamo con il nostro camion in quanto il team è di mio papà. Rimanere in famiglia e avere il supporto dei miei genitori e di mio fratello per me è un bell'appoggio, mi danno una sicurezza e una tranquillità notevoli».


Hai programmi per gli Stati Uniti?
«Il 4 agosto parteciperò alla gara Supercross che si corre nello stadio californiano di Anaheim all’interno degli X Games, che sono le Olimpiadi americane delle due ruote. Per me è una esperienza nuova, ma se non ci provo adesso che ho diciannove anni quando ci provo? E' stata una decisione difficile perché comunque metto a rischio il campionato facendo una cosa che non ho praticamente mai fatto, e che non è nemmeno una delle più facili, però parlandone bene con mio papà alla fine ho pensato che è giusto fare anche delle esperienze nuove».


Invece di gare outdoor oltreoceano pensi di non farne?
«Mi piacerebbe farne una, ma per ora abbiamo programmato solo quella degli X Games che è già abbastanza impegnativa, e quando torno ci sono le gare del mondiale che finirà a metà settembre per cui sono già piuttosto presa».


Il prossimo anno il Mondiale femminile si corre assieme alla MXGP.
«Non so ancora quello che farò nel 2014, ma sicuramente è una bella cosa per i miei sponsor Yamaha e Monster, vedremo però quante gare faranno perché quest’anno sono rimasta piuttosto delusa dal fatto che hanno cancellato due prove su otto».


Ma se non fai i GP che alternative hai?
«Voglio valutare bene cosa, perché un campionato come quello di quest’anno di sole sei prove è molto corto. Quindi magari potrei fare più di una gara o più di un campionato, anche se sinceramente non ho ancora pensato a quello che farò il prossimo anno. Mi piacerebbe molto fare anche il campionato femminile statunitense, ma è tutto da vedere».


Cosa ne dici del livello dei GP di quest’anno?
«Rispetto alla scorsa stagione il distacco tra la prima e l'ultima classificata è minore, e quindi la competitività si è alzata sia tra le prime che nelle retrovie. Nel 2012 c'eravamo io e la Kane, poi c'era un distacco enorme, poi altre due e un altro distacco enorme, ora invece sono saltate fuori tante altre pilotesse di altri Paesi che magari l'anno scorso non hanno fatto il Mondiale e che invece vanno piuttosto bene».


Forse ci vorrebbe un numero maggiore di gare per dare più possibilità di correre a tante altre ragazze.
«Penso di sì, scegliendo i Paesi dove potrebbe esserci una maggiore partecipazione. Secondo me verrebbe fuori un bel campionato, perché dove abbiamo corso le nostre gare hanno creato molto interesse».


Il confronto con gli uomini è sempre vivo?
«Sì, almeno per quanto mi riguarda. Come riferimento per migliorarmi io tengo sempre presenti i tempi dei maschi, mai quello delle mie avversarie. Sarebbe sbagliato guardare il distacco che dò alla seconda, preferisco guardare cosa fa un uomo più di me per poter piano piano migliorare le mie prestazioni».


Una tua partecipazione al Mondiale MX2 è inimmaginabile?
«Ci ho pensato, perché mi sarebbe piaciuto molto farlo quest'anno. Avrei voluto correre la prova di Lierop, perché è dove l’anno scorso ho vinto la prima manche del Mondiale femminile, è una pista che mi piace un sacco e secondo me sarebbe stata la più adatta per provarci, ma non posso farlo perché quel giorno devo correre l'ultima del mio Mondiale. Un'intera stagione però non è fattibile, perché io corro nella categoria femminile e ai miei sponsor probabilmente non interesserebbe supportarmi in un campionato maschile».


Se tu volessi essere un pilota dell' MX2, chi sceglieresti?
«Jeffrey Herlings, non perché adesso sta vincendo ma perché mi piace molto come pilota per le cose che è in grado di fare specialmente sulla sabbia, ma adesso anche sul duro. E poi perché è un mio amico, lo conosco e anche come testa mi ci rivedo molto, siamo un po' matterelli tutti e due…».


Invece nella MX1?
«Gautier Paulin, mi piace molto il suo stile di guida e la sua velocità».


Un desiderio.
«I desideri non si dicono, perché poi non si avverano».