Cooper Webb, il re del Supercross. Marvin Musquin, il compagno giusto

L'intervista ai due piloti del team Red Bull KTM Factory Racing alla fine di una stagione strepitosa nel campionato Supercross, e prima dell'imminente campionato 450MX
28 maggio 2021

Prende il via questo fine settimana, nel sud della California, il campionato AMA Pro Motocross 2021. Gara di apertura al Fox Raceway Pala National.
È un nuovo inizio per i compagni di squadra Cooper Webb e Marvin Musquin (del Red Bull KTM Factory Racing Team ) pronti a contendersi il campionato 450MX.
Ai due si unirà il debuttante Maximus Vohland nella categoria 250MX.

Ma prima di questo impegno, Webb e Musquin hanno affrontato il campionato Supercross concluso a Salt Lake City.

Vincitore nel 2019, e secondo nel 2020 dopo aver saltato alcune gare per un infortunio alla schiena che ha condizionato anche l'inizio del campionato 2021, Cooper Webb ha trascorso la prima parte della stagione a ridurre il gap di punti in classifica ed è stato protagonista di una forte rimonta nella seconda metà della stagione.
Il venticinquenne pilota della Carolina del Nord è arrivato al round finale con un vantaggio di 22 punti, ma ciò non lo ha affatto rallentato.

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Ha infatti ottenuto la sua ottava vittoria stagionale concludendo la serie 2021 con tredici podi su 17 gare e assicurandosi il titolo 450SX AMA Supercross per la seconda volta.

Marvin Musquin ha chiuso con una serata straordinaria dando al team due podi (vittoria compresa) nelle ultime due gare di Salt Lake City e terminando il campionato in nona posizione.

Poco prima di iniziare la stagione Pro Motocross i due si sono concessi per un'intervista.

Cooper Webb

Cinque titoli in sette anni. Questo l’impressionante ruolino di marcia di KTM nel Supercross statunitense, l’ultimo dei quali conquistato appunto da Cooper Webb con una stagione 2021 particolarmente difficile: ancora più compressa del solito e con ancora maggior pressione, dovuta naturalmente alla situazione legata al Covid-19.

A due settimane dalla conclusione, Cooper, come ti senti? Hai metabolizzato l’impresa compiuta?
“Subito non me ne sono quasi reso conto, con il passare dei giorni, grazie alla pausa che quest’anno c’è fra le stagioni del Supercross e del National, rispetto all’anno scorso mi è stato più facile riflettere su quello che è accaduto e assorbire bene le sensazioni di un anno incredibile. Due titoli iniziano a non essere banali".
“È stato anche molto bello potermela giocare in una specie di duello con Ken (Roczen, NdR), diversamente dagli anni precedenti in cui eravamo in tanti a poter puntare la vittoria. È stato davvero figo, anche e soprattutto perché ero partito tanto male: finire l’anno vincendo contro Ken mi ha dato una soddisfazione in più”.

Vero, è stato un anno in cui hai iniziato male. Cosa è cambiato a metà stagione, quando sei riuscito a invertire la tendenza?
“Si, all’inizio eravamo molto più lenti di quanto non ci sarebbe piaciuto essere: le prime due prove sono andate proprio male, anche se ho poi vinto la terza gara. Il problema è stato che con il calendario così serrato che abbiamo avuto quest’anno, con tre gare la settimana, non abbiamo avuto il tempo materiale di fare dei test fra una prova e l’altra. Credo che la svolta ci sia stata a Orlando: eravamo davvero indietro in classifica generale, ma la doppietta ci ha confermato che eravamo sulla strada giusta e ci ha dato fiducia. da lì in poi abbiamo corso per vincere.”

Il tuo passaggio dalle sospensioni ad aria WP alle tradizionali ha qualcosa a che vedere con tutto questo? Non siete riusciti a farle rendere come volevate?
“In realtà quando le abbiamo provate il feeling è stato ottimo fin da subito. Il problema è che le abbiamo ricevute molto tardi, e non abbiamo avuto abbastanza tempo per metterle a punto come si deve e a capire come lavorano nelle diverse condizioni, mentre con le molle tradizionali so bene, su ogni pista, che molla usare e come si comportano.
Quindi anche pagando qualcosa in termini di scorrevolezza, abbiamo preferito tornare a una soluzione che conosciamo bene. Ci serve solo un po’ di tempo: magari nelle pause del National riusciremo a lavorarci e potremo valutare di tornare a usarle. Credo abbiano un ottimo potenziale, ma nelle gare a volte la prevedibilità del comportamento è più importante delle prestazioni pure”.

Tutte e otto le tue vittorie sono state importanti, ma ce n’è qualcuna che per te ha fatto la differenza?
“In generale credo che Dallas sia stata fantastica: tre vittorie in tre gare, anche perché in prova avevo fatto fatica… quella è la gara simbolo della mia stagione. Ma anche l’ultima prova, dove non avevo bisogno di vincere per aggiudicarmi il campionato, è stata importante: mi sentivo bene, e ho pensato che vincere l’ultima gara fosse il modo migliore per chiudere la stagione.
Anche solo per portarmi nella pausa invernale la soddisfazione che deriva da quando fai un bel risultato nell’ultima gara che hai corso”

KTM ha fatto un po’ una scommessa su di te, tu li hai ripagati con due titoli in tre anni. Com’è adesso voltarsi indietro?
“KTM mi ha ingaggiato quando correvo nelle 250, ed ero in un momento piuttosto difficile della mia carriera, stavo soffrendo per colpa di alcuni infortuni. È stata un’occasione d’oro, che ho colto al volo. Ed è andata bene subito, come dicono i risultati. Tre anni fantastici…”.

Parlando di Supercross, qual è il tuo ostacolo preferito, e quello che ti riesce peggio?
“Ho sempre amato le sezioni da ritmo, sono sempre stato molto rapido a trovare la traiettoria più veloce e la soluzione migliore, anche oggi che iniziano a esserci anche i salti quadrupli. Non mi piacciono invece i muri: faccio fatica a capire quando frenare, quando 'scrubbare'…”

Lusinghiero il giudizio di Roger De Coster - uno che se ne intende, presente all'intervista - su di lui...
“Cooper è speciale. Una delle grandi differenze con gli altri piloti è che è molto duro con sé stesso, non cerca mai scuse. Mentalmente è fortissimo, e si è visto benissimo quest’anno. Ci crede sempre, non molla mai fino al traguardo. È stato bellissimo vedere alcune delle sue gare!”

Adesso inizia il National. L’unico titolo che manca al palmares di Webb. Quanto sei motivato a conquistare anche quello? E un pensierino al Mondiale l’hai mai fatto?
“Tantissimo. È l’unico campionato che mi manca, quest’anno abbiamo migliorato molto la moto e so dove devo lavorare - ho imparato molto nel campionato dell’anno scorso. Sarà un campionato molto lungo, 24 gare che dureranno per tutta l’estate - devo restare concentrato ma posso farcela. Il Mondiale? Certo, voglio rifare il Nazioni, ma partecipare a tutto il campionato… francamente non saprei, forse un giorno.

Al momento voglio continuare a vincere qui negli States, dove penso che il Supercross sia la massima espressione del mio sport. Non mi fraintendete: i piloti del mondiale non sono affatto inferiori a noi, semplicemente credo che il Supercross sia la formula più divertente e selettiva nel cross”.

Marvin Musquin

Un anno molto difficile invece per Musquin, che solo nel finale del 2021 si è ripreso ed è tornato alla vittoria a Salt Lake City.
“Tutte le vittorie sono belle, uniche. Ma quella di Salt Lake è speciale anche perché è stata inattesa. Ed è stato fantastico tornare alla vittoria perché ho visto l’impatto che ha avuto un risultato del genere sulla mia famiglia, sulla squadra, sui tifosi e sui miei amici. È una cosa enorme: è stato fantastico. Mi è tornata in mente la mia prima vittoria, a Dallas, che è stata davvero speciale.”

Sei parte del team da tempo. Come hai vissuto la crescita della squadra, dei risultati…
“Vero, è stato un viaggio incredibile. E non cambierei veramente nulla: l’inizio è stato davvero speciale, ne potrei parlare per ore da quanti aneddoti e storie ho nella mia memoria. Sono davvero orgoglioso di essere ancora con loro dopo tanto tempo, e spero di chiudere la mia carriera con loro.
È bello soprattutto vedere quanto siamo riusciti a sviluppare la moto insieme, e stiamo facendo cose a cui gli altri non sono ancora arrivati”.

Anche su di lui De Coster ha un’opinione precisa.
“È un pilota fortissimo, e lo ha dimostrato con la vittoria all’ultima gara, quando si è ripreso dopo un anno difficile. Credo che il suo difetto sia che a volte si complichi troppo la vita, cercando di pensare e analizzare troppo il lavoro sulla moto.

A volte dovrebbe semplicemente spegnere un po’ il cervello e correre senza pensieri. Quando è in grado di farlo, pochissimi riescono a stargli alla pari.”

Come per Cooper: qual è il tuo ostacolo preferito?
“I salti in generale, mi sono sempre piaciuti: sono diversi dall’outdoor. Il salto sotto il traguardo, o un bel triplo… sono una cosa incredibile.
Cosa odio? La sabbia nelle piste da Supercross. A volte non è male, ma a volte sembra proprio che non c’entri niente con il resto della pista, e ci sono momenti in cui non si vede davvero niente!”.