Dawid con la W

Dawid con la W
E’ il volto nuovo degli Internazionali d’Italia, grazie alla conquista del titolo Under 17 che lo ha affiancato a Charlier e a Guarneri nell’albo d’oro del motocross tricolore | M. Zanzani
30 marzo 2010

 

Ciucci è singolare non solo per il buffo cognome, ma anche per l’insolito nome. Dawid (con la w al posto della più comune v) è dovuto alle sue origini polacche ben nascoste dal suo forte accento a metà tra l’umbro e il toscano. «Sono nato in Polonia, da mamma polacca e babbo italiano, ma a tre anni i miei si sono trasferiti in Italia e sono sempre rimasto a Città di Castello. A sette anni ho iniziato a girare con una minicross Lem 50 perché tutti i miei amici avevano il motorino, poi avendo una pista da cross ad un paio di chilometri da casa i miei mi hanno comprato una moto più grande e ho cominciato ad andare in pista sempre seguito da loro».

Dawid è un tipo decisamente originale. Allegro, simpatico, bizzarro, tanto da essere considerato un po’ una testa calda anche per via della sua difficoltà ad essere troppo inquadrato. Ma è sulla moto che diventa esuberante. Lo sa bene Massimo Bartolini, che quest’anno lo ha preso sotto l’ala nel proprio team spartendosi gloria e soddisfazione nel centrare il titolo tricolore riservato alle giovani promesse azzurre, con ben sei vittorie, un secondo ed un terzo posto sulle otto manche disputate. Risultati che, in attesa di vederlo schierato al via del neonato campionato europeo 125, lo hanno premiato con l’ammissione dietro al cancello di partenza MX2 del Gran Premio di Bulgaria.

Quando hai iniziato a correre?
«A otto anni, la prima gara l’ho fatta a Castiglione del Lago nel campionato italiano 65 debuttanti finendo quinto. E’ stato un buon inizio, poi ho vinto il titolo italiano minicross junior nel 2006 e due anni dopo quello senior finendo anche terzo nell’europeo 85 con la KTM. L’anno scorso sono entrato nel team di Massimo Bartolini ma mi sono fratturato l’omero a Cingoli nella seconda prova degli Internazionali d’Italia, la moto ha sbandato prima del salto e sono andato contro la rete. Purtroppo sono stato fermo cinque mesi perché mi hanno operato due volte in quanto la rottura era scomposta e l’osso non riprendeva come doveva. Le ultime due gare del trofeo Italia però le ho fatte benino, a Castellarano ho vinto l’Under 21 e ho fatto secondo assoluto, mentre a Cavallara, la prima manche ho fatto secondo e nella successiva sono caduto».

Quest’anno, invece?
«Quest’anno è partito bene, come d’altronde mi aspettavo. Ora però bisognerà vedere come sarà il passo dell’Europeo, spero di finire come ho fatto agli Internazionali. Il potenziale penso di averlo, ho una buona squadra, la mia KTM va molto bene, e mi sento seguito al meglio: è tutto perfetto, ora tocca solo a me. Prima però mi hanno dato la possibilità di fare una prova del Mondiale, che correrò per fare una bella esperienza».

Le tue aspirazioni?
«Andare a correre in America, è un Paese che amo anche se non ci sono mai stato. Inizierei col National per rompere il ghiaccio e togliermi la paura, poi penserei al Supercross. Nel 2005 infatti mi sono rotto la tibia al Superbowl di Genova provando a fare un triplo, sono andato corto e ho cappottato. Da allora non l’ho più rifatto, però mi piace. Anche il Mondiale mi interessa, ma il National mi acchiappa di più”.

Ti trovi bene con tuo manager?
«Sì, benissimo. Massimo mi segue sempre».

Però so che diventa un po’ matto a starti dietro, non è così?
«Diciamo che non ascolto molto, sono fatto un po’ alla mia maniera, e infatti molto spesso sbaglio. Magari proverò a dargli più ascolto, è meglio senz’altro».

I tuoi pregi e difetti come pilota?
“Vado bene nei salti e nelle piste veloci, il mio difetto invece sono le curve. Non curvo, curvo piano, sono proprio fermo, quasi mi impunto”.

Dovresti dare un’occhiata alle cassette di Stefan Everts, lui lasciava correre la moto come nessun altro....
«Mi alleno sempre con Chicco Chiodi, però non c’è verso».

La tenuta fisica?
“Quella va bene, mi alleno tantissimo in palestra anche perché quest’anno al contrario della scorsa stagione per via del tempo sono andato poco in moto».

Hai degli hobbies?
«D’estate mi piace andare a pescare, vedo i miei amici e mi piacerebbe comprare una bici da trial, è il mio prossimo obiettivo».

Com’è il tuo carattere?
«Non lo so spiegare bene, comunque sono strano e testardo».

Forse è per quello che ogni tanto Bartolini ha i capelli dritti.
«Mi sa proprio di sì. Anche perché se una persona mi da’ contro, anche se ha ragione le do’ contro anch’io».

Chi è il tuo pilota di riferimento?
«Travis Pastrana, perché è veramente pazzo, non so cosa darei per passare una giornata con lui e mi piacerebbe un sacco fare le cose che fa».

Quest’anno nei GP MX2 sembra che manchi un pilota italiano di riferimento e se le cose non cambieranno ci sarà il problema di scegliere il pilota di questa classe per il Motocross delle Nazioni, che ne diresti di andare tu?
«Secondo me è dura, io ci andrei molto volentieri ma ci sono piloti come Lupino o Moroni che se lo meritano molto più di me».

Se vinci l’europeo, magari chiamano te.
«Magari, sarei molto, molto contento».

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