Dopo Mantova l'intervista a Stefan Everts

Dopo Mantova l'intervista a Stefan Everts
Una chiaccherata con il dieci volte Campione del mondo ed ora direttore sportivo della KTM. Uno sguardo d'eccezione sul mondiale cross, sui piloti e su cosa ci si può aspettare dal campionato | M. Zanzani, Mantova
13 aprile 2010


Stefan Everts, il Gp in Italia, un’altra grande gara.

«Sì, lo puoi dire forte. Dopo la Bulgaria ovviamente le aspettative erano molto alte. Avevamo vinto entrambi i GP, MX1 e MX2, e volevamo fare lo stesso qui in Italia. Oggi abbiamo fatto la storia per KTM, con la prima 350 a vincere un GP in assoluto con Antonio Cairoli. Come KTM siamo molto, molto contenti, è come un sogno che si realizza. Stiamo sviluppando questa moto da tanto tempo per avviarla nella giusta direzione con la collaborazione di tutti a Mattighofen, e vedere Antonio vincere oggi con questa moto è per me una grande piacere».

Ha mancato di poco due vittorie oggi.

«Sì, ma sono sicuro che prima o poi arriveranno. Puoi vedere che Antonio corre molto bene. Nella prima gara, come anche in Bulgaria, ha avuto qualche difficoltà ma nella seconda è andato più rilassato. Ancora un paio di gare e sarà molto più sicuro di sé, penso proprio che ce la farà».

Ritieni che sia stato il più forte oggi?

«Nella prima manche Desalle era molto consistente, Antonio è stato il più veloce nella successiva. Anche

Oggi abbiamo fatto la storia per KTM, con la prima 350 a vincere un GP in assoluto con Antonio Cairoli

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Philippaerts sembrava veramente forte nella prima gara, prima di cadere. Ci sono molti piloti veloci, Max nello scorso GP è stato velocissimo e anche oggi nella seconda manche ha fatto due ottimi tempi, l’importante è fare buoni risultati in tutte le gare. La settimana scorsa Max è stato il migliore nell’assoluta e oggi lo è stato Antonio, un’altra vittoria per KTM in MX1 e il secondo podio per Max, siamo stati felici anche di vederli entrambi sul podio».

Pensi che sarà così tutto l’anno, senza uno stesso vincitore in ogni GP?
«Non mi piace fare previsioni, ma tutti e due i piloti sembrano forti. Se guardi Max nella seconda gara ha rimontato fino alla seconda posizione dopo una partenza orrenda. Non ho mai visto Max fare niente del genere prima, sono entrambi veramente forti e capaci di ottenere un podio ogni gara».

E’ lo stesso in MX2, Marvin è favoloso.

«Anche Marvin è apparso molto forte nella seconda manche, nella prima ha avuto dei problemi e Roczen gli si è avvicinato molto alla fine ma Marvin è stato bravo a non commettere errori e a difendere la sua traiettoria, così ha mantenuto il comando. Nella seconda manche è stato molto paziente, ha provato diverse volte a sorpassare Herlings, ma non ce l’ha fatta. Verso la fine stavano arrivando i doppiati e Jeffrey è stato un po’ sfortunato, si è scontrato con uno di loro ed è caduto ma non si è arreso e solo al penultimo giro Marvin ha potuto sorpassarlo. Marvin era esausto, ma è il secondo GP e vincere già così è stato proprio speciale».

Sicuramente sapevi che Herlings era un pilota veloce, ma te lo aspettavi così tanto?

«No, non mi sarei mai aspettato di vederlo sul podio già al secondo GP. E’ strepitoso, ne sono davvero impressionato. Me lo sarei aspettato di più nella seconda metà della stagione, dopo aver fatto un po’ di esperienza, con qualche alto e basso, invece è emerso da subito. Ora però deve mantenersi sempre ad alto livello e sarà dura. Finora non sapeva cosa aspettarsi. Avendo vinto le qualificazioni oggi le sue aspettative erano piuttosto alte, ma ha fatto qualche errore ed è finito sesto. Nella seconda manche non pensava di poter essere sul podio, ha guidato meglio che ha potuto e ce l’ha fatta. A questo punto dobbiamo lavorare con lui a livello psicologico per togliergli di dosso la pressione, specie in prospettiva di Valkenswaard perché sarà un passo difficile riuscire a farcela ancora proprio nel GP di casa. Arriva da due GP con un podio e tutti si aspettano che in Olanda Jeffrey vinca».

Ma come è possibile che un quindicenne sia così avanti, così veloce già al secondo GP?

«Ho seguito Jeffrey da quando era un ragazzino che correva con la 80 cc. Ho visto il suo grande talento sulla moto, ma vederlo così intelligente, adattarsi alla nuova squadra, al nuovo stile di vita, è incredibile. Gestisce la situazione alla grande e ama correre. Si allena molto e duramente, è molto in forma per un quindicenne e la cosa più spettacolare è che lui sa decidere velocemente e impara altrettanto velocemente. E’ stato impressionante vedere Roczen l’anno scorso, ma sembra che Jeffrey possa fare ancora di più. Non avrei mai pensato che potesse essere meglio del tedesco fin dai suoi primi GP».

Penso che Ken l’anno scorso fosse più sereno, quest’anno sembra patire un po’ la pressione.
«Sì, dopo la grande stagione che ha avuto l’anno scorso quella seguente è più difficile. Per far si che non ricada nella stessa situazione di Ken cercherò di rendere Jeffrey forte psicologicamente, voglio aiutarlo a diventare duro mentalmente e pronto a non subire la pressione e a correre al meglio. Ken comunque ha fatto una bella prima manche, ha raggiunto Marvin da una posizione molto arretrata ed è stato il più veloce in pista, ma la stagione è ancora lunga e non bisogna abbassare la guardia perchè Ken non si arrende facilmente e lavora sempre duro».

Abbiamo nominato solo tre piloti, e tutti gli altri dove sono?
«L’unico che si è distinto è Frossard, bravo nella prima gara dove ha lottato davanti. Mi aspettavo qualcuno in più dagli altri, ma mi sa che l’unico che avrebbe potuto essere con loro era Paulin che però è infortunato, per il resto al momento non vedo nessun altro».

 

 

Da Automoto.it