Gautier Paulin: "Vincere è sempre il mio obiettivo"

Gautier Paulin: "Vincere è sempre il mio obiettivo"
Abbiamo incontrato Gautier Paulin, impegnato nel mondiale MXGP dove attualmente è secondo alle spalle di Cairoli, durante una sua visita alla Dainese. Ci ha parlato del GP d'Italia di domenica e del suo modo di affrontare la MXGP
11 aprile 2014

 Abbiamo incontrato Gautier Paulin, impegnato nel mondiale MXGP dove attualmente è secondo alle spalle di Cairoli, durante una sua visita alla Dainese. Il veloce 24enne francese corre infatti con un casco AGV, marchio da alcuni anni passato sotto il controllo della celebre marca di Molvena.

Come sta andando la stagione 2014?
«E’ iniziata bene: ho corso gli Internazionali d’Italia qui, a Montevarchi – mi piace girare in Italia, perché pur essendo francese ho corso qui il mio primo anno da professionista, e ho tanti tifosi. Poi ho corso il primo GP in Qatar, vincendo anche lì. In Thailandia abbiamo avuto qualche problema con la benzina – ne abbiamo avuti in tanti, ma io sono stato fra quelli a cui la moto non andava proprio più. E’ stato molto difficile accettare il problema, soprattutto perché non dipendeva da me, si trattava di un problema davvero stupido. Non siamo riusciti a trovare benzina pulita, ma sono riuscito comunque a finire il GP bene. In Brasile sono partito due volte davanti, in gara-1 ho finito bene nonostante una caduta, nella seconda manche sono arrivato secondo. Sono molto contento della preparazione fisica e della velocità!

Che cosa ti aspetti dal Gran Premio d’Italia?
«Il mio obiettivo è sempre quello vincere; non ho mai fatto una doppietta, al massimo ho fatto un primo e secondo posto per cui questo fine settimana il mio obiettivo è vincerle entrambe»

Per farlo però bisognerebbe battere Cairoli. Come pensi di fare?
«Be', l’esito di una gara dipende da tante cose: la meccanica, il clima, le condizioni della pista… tantissimi parametri, la tattica si decide per forza sul posto. Di solito scelgo semplicemente di dare il 100%»

 

Paulin in gara nella MXGP
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Ho visto che sei rimasto molto colpito da diverse cose che hai visto qui in Dainese.
«Mi è piaciuto molto visitarla. Quando ho fatto il giro in fabbrica ho trovato una struttura ancora più grande di quanto mi aspettassi, pur immaginandomi dimensioni enormi per Dainese. E' una struttura molto bella, sono rimasto davvero colpito dalla scelta dei materiali per tutti gli aspetti, anche qui nel forum per esempio. E poi i prodotti sono incredibili, sono rimasto piuttosto impressionato da quelli che arriveranno nel futuro, oltre che ammirato ovviamente quelli con cui Dainese ha iniziato»

Tu non usi il neck brace, perché non iniziare?
«E’ vero, non l’ho mai usato. Dovrei prima provarlo: nei test che avevo fatto a suo tempo non mi ero trovato bene. Non si trattava di un vero e proprio fastidio, più della sensazione che qualcuno mi spingesse la testa verso il basso, soprattutto in discesa: ho l’abitudine di guardare molto in alto con la testa. Vedremo»

Nel cross in effetti le protezioni sono poco diffuse, perché i piloti amano sentirsi molto liberi nei movimenti. Dainese produce protezioni molto leggere, che dovrebbero offrire il compromesso ideale.
«Noi piloti professionisti in effetti non diamo il buon esempio in quanto a protezioni: credo che se si scorre la classifica del mondiale, dal primo al trentesimo non troveremo nessuno che indossa protezioni a parte quelle per le ginocchia. E’ vero che le protezioni vanno sviluppate, soprattutto per proteggerci dalle pietre, e noi piloti dovremmo dare per primi il buon esempio, soprattutto per i giovanissimi»

In passato hai avuto un problema con una pietra, tanto da fari credere di esseryi rotto una clavicola
«Si, nel Gran Premio della Repubblica Ceca del 2011 presi una sassata nella clavicola. Normalmente sono uno che sopporta molto bene il dolore, quella volta invece per due giri mi fece un male d’inferno. Credevo di essermi rotto la clavicola. Quando ho tagliato il traguardo sono andato nel motorhome e ho guardato la spalla: avevo un livido grande come un uovo, c’era tanto sangue – mi ha fatto un male della miseria per tre settimane. Quando senti un dolore così pensi che sarebbe meglio avere una protezione… ma siamo crossisti, siamo fatti così, un po’ ci piace anche rischiare»

Siamo qui in Dainese perché tu da tempo hai a che fare con loro, indossando il casco AGV. Come ti trovi? Come sei arrivato ad AGV?
«Ho sempre lavorato con sponsor un po’ inconsueti. Sono stato in America fino ad inizio 2010 per fare il supercross, e non avevo ancora deciso che casco usare per quella stagione. AGV ne ha fatto uno bellissimo, che ho visto all’inizio solo in una foto di una e-mail. Ho visto un casco completamente nuovo, diverso da tutto quello che era stato fatto fino ad allora: ho firmato subito. Il primo anno avevo in realtà un prototipo, tutti mi chiedevano dove potevano comprarlo; oppure lo odiavano, a dire la verità, perché era molto grande. Dal 2011 piace a tutti e ha iniziato a diffondere moltissimo. Adoro lavorare con questa gente, è raro trovare anche nel nostro mondo persone di questo livello di motivazione ed esperienza»

Tu hai uno stile di guida molto bello ed aggressivo. Come nasce? E poi: come ti alleni?
«Mi viene naturale così, visto che mi piace proprio molto guidare la moto. Diciamo che ho iniziato con le biciclette, con le BMX, quindi a differenza di altri piloti lavoro molto muovendo le gambe: sono arrivato tardi alle moto, avevo 10 anni quando ho avuto la mia prima moto, e ho iniziato a correre a 13. Come allenamento… sono malato di sport, mi alleno anche in vacanza quando dovrei riposarmi. Ogni giorno faccio qualcosa – anzi, faccio molto – dalla bici da corsa ai rollerblade, palestra, moto, mountain bike, nuoto»


Gautier in un momento di pausa
Gautier in un momento di pausa

Ci sono tante buone moto in griglia quest’anno: puoi offrirci un parere di prima mano?
«Sinceramente tendo a guardare molto poco le moto degli altri, sono molto concentrato sul lavoro da fare con la mia squadra: dobbiamo lavorare tantissimo per vincere!»

Allora non si fa come in Formula 1, dove quando si va sul podio si osservano i mezzi degli altri per capire come fanno a vincere?
«Si fa dappertutto». E lo dice ridendo.

Ultima domanda: chi saranno i tuoi avversari più forti nel 2014?
«Sicuramente Antonio Cairoli, ha vinto tanti mondiali ed è il campione in carica. E’ molto forte, anche se a seconda del tipo di pista puoi trovare gente diversa davanti. Ripeto: sono molto concentrato su me stesso, cerco di non pensare con chi mi posso trovare a lottare, ma solo a lavorare su di me e sulla mia guida!»

Vuoi fare un saluto ai nostri lettori?
«Volentieri. Un saluto a tutti i tifosi italiani: è sempre un piacere venire a trovarvi e correre qui, sapete trasmettermi un affetto incredibile: è quello che mi spinge a dare più tempo possibile ai fan italiani. Mi piace come siete capaci di rispettare noi piloti, di aspettare se siamo occupati, rispettare la nostra concentrazione»

Emiliano Perucca Orfei

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