Intervista a Stefan Everts

Intervista a Stefan Everts
A poche settimane dallo Starcross di Mantova che darà il via ad una stagione coi fiocchi, il dieci volte iridato parla a ruota libera con Moto.it della squadra KTM da lui diretta | M. Zanzani
21 gennaio 2010

Punti chiave


Gli ci è voluto un po’ prima di trovare la dimensione di team manager, ma poi Stefan Everts ha capito come e cosa deve fare per trovare soddisfazione anche una volta smessi i panni del pilota professionista. Assieme all’Offroad Director Pit Beirer, l’anno scorso il suo lavoro è stato fondamentale nella rincorsa per i due titoli iridati di motocross, ed ora lui e la KTM puntano al bis sfuggitogli nel 2009 grazie anche all’arriva del numero 1 della MX1 Antonio Cairoli.

Stefan, cosa ti aspetti dalla stagione 2010?

“Il 2010 dovrebbe essere l’anno della KTM. Cairoli, Nagl e Goncalves sono alcuni dei migliori piloti della MX1, nella MX2 abbiamo il campione del mondo Musquin, un Simpson con tanta voglia di riscatto e l’emergente Jeffrey Herlings per cui mi aspetto una stagione alla grande per la nostra squadra. Ovviamente il nostro sogno e obbiettivo è cercare di vincere entrambi i titoli, magari anche quello femminile visto che possiamo contare sulla campionessa in carica Steffi Laier e sulla nuova arrivata Livia Lancelot”.

Di cosa avete bisogno per raggiungere questi obbiettivi?
“Spero che i nostri piloti rimangano integri fisicamente, per il resto so di poter contare molto sulla forza del nostro team, su di uno staff tecnico molto valido e su moto pronte per vincere. Sarà interessante vedere come procederà il nuovo progetto della 350 che debutterà nei GP con Goncalves il cui compito è sviluppare questa nuova moto, e forse anche Antonio anche se non è ancora certo. Per adesso sta prendendo confidenza con la moto, sta facendo dei test sull’assetto sia della 450 che della 350”.

Sarà difficile gestire due piloti vincenti nello stesso team?
“Sì, tra Nagl e Cairoli potranno esserci degli attriti, ma è Max che deve imparare a gestire questa situazione perchè Antonio è ad un livello diverso, è tre volte campione del mondo e lavora diversamente. La mia preoccupazione sarà di avere un team equilibrato che presterà attenzione ai due piloti allo stesso modo, entrambi devono sentirsi felici. Il resto spetta a loro, lottare in pista, e vincerà il migliore, tutto qui. Abbiamo una buona squadra e se uno dei due dovesse farsi male abbiamo l’altro, ecco perché per noi è stato importante avere i due migliori piloti nella stessa squadra”.

Chi saranno gli avversari più temibili?
“E’ difficile da dire, Desalle era molto forte a fine stagione e mi aspetto molto da lui anche perché è in un nuovo team, avrà una nuova moto e quindi sarà più motivato. In lotta ci saranno anche De Dycker, Philippaerts, Barragan e penso anche Pourcel”.

Sarà proprio dura spuntarla!
“E’ sempre così. All’inizio sono tutti veloci, ma alla fine c’è solo qualcuno tra quei piloti che ha veramente il potenziale per poter vincere il titolo, e Antonio sarà di nuovo il personaggio principale”.

L’MX2 sarà invece una faccenda tra Musquin e Roczen?
“Sicuramente Marvin può continuare il suo buon momento, e si sta preparando per difendere il suo titolo. Ken sicuramente sarà forte, già quest’anno ha mostrato delle cose impressionanti ed è molto veloce, per cui mi aspetto veramente una bella lotta tra loro due. D’altra parte spero che Shaun possa rientrare bene dopo il suo anno difficoltoso, e comunque non bisogna sottovalutare Paulin, Aubin, i tanti giovani francesi e spero che anche Jeffrey possa fare un buon debutto, senza infortuni e con dei risultati positivi”.

Conoscendone già il notevole potenziale, su cosa vi siete concentrati per sviluppare ulteriormente la vostra MX2?
“Abbiamo ridisegnato completamente il telaio compresa la sospensione posteriore che ora è dotata di link e che ha reso la moto completamente diversa. Riguardo al motore non abbiamo grossi cambiamenti, anche se abbiamo dovuto lavorare sodo per mantenere lo stesso livello di potenza che si era persa per compensare l’abbassamento dei decibel imposto dalla FIM per quest’anno. I piloti sono rimasti soddisfatti, specie Marvin che dice di sentirsi più veloce”.

Il nuovo link è su tutte le moto factory, 450, 350 e 250?
“Sì. L’avranno anche le moto da cross che entreranno in produzione per il 2011”.

Se non sbaglio la sostituzione del PDS con il link è stato fortemente voluto da te.
“Sì, è stata una delle mie prime richieste e il CEO KTM Stefan Pierer ha seguito i miei suggerimenti aprendo una nuova era di moto KTM con il link, per cui si può dire che sono stato la chiave per questo passo che dovrebbe portare più clienti alla KTM. Non è stato un percorso facile perché all’interno dell’azienda ci sono diversi dipartimenti e non tutti erano d’accordo, ma poi l’introduzione della nuova 350 la lasciato tutti impressionati e posso ritenermi fiero di fare parte di questo progetto. Ho infatti speso molto tempo nei test della ciclistica e del motore ma anche nel disegno della moto così mi ha fatto pensare di non essere in gamba solo quando guido ma anche in fase progettuale. Anche perché è impressionante vedere quanto sia difficile costruire una moto e quante persone sono coinvolte nello sviluppo”.

Da chi era venuto l’imput di costruire la 350?
“La prima richiesta era venuta dagli Stati Uniti, e i vertici della KTM non hanno impiegato molto a decidere di costruire il motore partendo da zero. Ho visto di persona i primi disegni, mettere insieme i pezzi e ricordo bene anche il giorno che hanno fatto il primo test al banco. E’ stato come aver visto nascere un bambino, un’emozione notevole. I primi test non sono stati eccezionali in termini di potenza e velocità, ma poi tanti problemi sono stati risolti e ora siamo arrivati ad una base di partenza più che buona”.

Qual è il suo potenziale?
“E’ notevole, dobbiamo vedere come va in questa prima fase ma siamo consci che possiamo migliorare tanto perchè siamo solo all’inizio. Penso che non dobbiamo paura di incontrare qualche problema, superati i quali credo che avremo una moto vincente specie per i piloti provati perché ha la maneggevolezza delle 250 ma con migliori prestazioni che non ti mettono però in crisi come quelle di una 450”.

Quanto puoi guadagnare sul giro rispetto ad una quattroemmezzo?
“Ho fatto molti test ma non ho mai confrontato direttamente le due moto per cui è difficile dirlo con certezza. Credo comunque che dipenda dalla pista e dallo stile del pilota. Io ad esempio mi sono trovato benissimo sulla sabbia, normalmente sono veloce su questo terreno ma con una moto così maneggevole mi sentivo ancora più veloce. E anche Goncalves si è detto contento di correre i GP con questo modello”.

Non è ancora sicuro che Cairoli correrà con la 350, Max invece cosa guiderà?
“Sicuramente la 450 perché è importante per KTM dimostrare che abbiamo una moto vincente anche con questa cilindrata. Antonio invece deve decidere con quale si trova meglio, deve fare la scelta giusta e noi non lo forzeremo in nessuna direzione perché deve essere sereno nel scegliere il mezzo che ritiene più consono per ottenere i risultati a cui puntiamo sia lui che noi”.

Pensi che sia possibile per lui scegliere la 350 in alcuni Gp e la 450 in altri?
“Credo che ci siano pochissime possibilità che ciò accada”.

La sua scelta potrebbe essere influenzata da due fattori, il primo dei quali il fatto di avere meno cavalli alla partenza.
“Parliamo di Antonio Cairoli, ovvero di un pilota che l’anno scorso tante volte si è ritrovato subito indietro ma a fine gara era davanti a tutti per cui questo non dovrebbe essere un problema. Per quanto ho visto finora nei test, alla partenza era scattante, meglio di quanto io abbia mai visto perchè riusciva a gestire la moto molto bene. Non so come mai con la Yamaha ha fatto così tante brutte partenze, ma credo che se potrà fare anche solo cinque partenze migliori di quelle che fatto quest’anno non ci sia affatto da essere preoccupati”.

Il secondo fattore è l’affidabilità, al quale bisogna stare molto attenti perché non potete perdere punti.
“Questa potrebbe essere una delle ragioni per cui Antonio sta ancora aspettando e valutando, anche perché abbiamo qualche mese prima del Mondiale. Certo se decidiamo di andare in quella direzione dobbiamo essere pronti e avere tutte le parti pronte perché per lui è importante sapere se riuscirà a finire le gare con quella moto. D’altronde è una moto giovane e non abbiamo molti dati, abbiamo fatto alcune gare internazionali, ma abbiamo ancora bisogno di imparare su questo mezzo”.

La FIM ha introdotto la classe 125, cosa ne pensi e quanto è interessata la KTM?
“Al momento il progetto che abbiamo in MX1 e MX2 è talmente impegnativo che parlando di budget siamo già al limite. Sicuramente la 125 due tempi non è morta in KTM, non ci sono i fondi per poter creare qualcosa di completamente nuovo ma stiamo continuando a svilupparla migliorando costantemente le varie parti quindi staremo a vedere come sarà il campionato, quanti piloti correranno e a che livello qualitativo sarà”.

Le due tempi quindi non ritieni siano defunte?
“No, anzi credo che dovremmo cercare di tenerla in vita perché sono moto più economiche da mantenere e specialmente in questo momento di crisi possono aiutare molti genitori”.

Cosa ne pensi della nuova Yamaha 450?
“E’ una moto particolare, abbastanza strana, penso che ci si possano cuocere delle buone salsicce. Scherzi a parte non so cosa dire, sembra buffa con quel motore così dritto ma non avendola provata non posso neanche giudicarla”.

Non saresti curioso di provarla?
“Certo, veramente se potessi testare tutte le moto sarei felice di farlo. Sarebbe un modo per imparare ancora di più, così migliorerei tutte le nostre moto”.

Stefan hai ancora tempo per la scuola di motocross che avevi istituito?
“No, qualche volta mi chiedono di fare delle lezioni ma ho smesso. Il lavoro alla KTM è molto impegnativo per me, voglio farlo come si deve e sempre meglio, quindi ora mi dedico solo a questo”.

Ci sono molti giovani emergenti che ti hanno come punto di riferimento, ne sei lusingato?
“Certo, anche se mi sembra strano perché per i nuovi piloti io pensavo di essere già troppo vecchio. Mi fa molto piacere essere un esempio, avere una buona influenza su altri piloti. Avevo il mio stile, ero diverso in tante cose, ed è bello che la gente lo riconosca ancora”.

Parlando di piloti giovani, il Belgio non sembra più essere così trainante come in passato.
“E’ vero, ma non ho idea del perché. Ora abbiamo un paio di ragazzini che spero possano essere i nostri futuri campioni, per quello che ho visto finora hanno un bello stile e guidano bene, ma dobbiamo aspettare e vedere quando arrivano ai GP come affronteranno la vita reale”.

Anche tuo figlio Liam è in lista d’attesa?
“Ehi, ha solo cinque anni! Per adesso ci divertiamo a girare assieme e basta, ma sta migliorando. Il suo stile non è molto buono, perché quando corre vuole solo dare gas e non mi ascolta. Vuol stare sempre davanti, all’inizio era nervoso e cadeva, ma adesso si controlla di più. Io lo seguo ma poi gli passo davanti e vado più piano così mi sorpassa, poi gli faccio vedere dove posso passare, lui va avanti e mi blocca, ci divertiamo così”.

Che moto ha?
“Ha un accordo con la Yamaha fino al 2011 e guida una TDR 50, io invece lo seguo con una pit bike. Adesso ha iniziato a cambiare, anche quando arriva in curva, aspetta un secondo poi rimette la terza, Gli piace seguire le mie traiettorie, specie in curva, e fa anche già dei salti”.

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