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Nonostante le difficoltà del mercato la KTM non si perde d'animo, ed anzi alza il tiro convinta che proprio nei momenti difficili bisogna spingere al massimo. Questo spiega le dimensioni con le quali la Casa austriaca si presenta quest'anno al via del Mondiale motocross dove punta senza mezzi termini ad una fantastica tripletta, visto che oltre ai titoli MX1 e MX2 mira a collezionare anche a quello femminile con l'attuale campionessa tedesca Stephanie Laier.
Lo spiegamento di forze sfoderato da Mattighofen è sbalorditivo, quella supportata dalla Red Bull si può considerare come una delle squadre più forti e consistenti di tutta la storia del fuoristrada. Talmente corposo da far impallidire persino i più blasonati factory team giapponesi, schierando sei piloti di altissimo livello tra i quali nella MX2 il campione in carica Marvin Musquin e nella MX1 sia il numero uno Antonio Cairoli che il vice campione Max Nagl.
Le dimensioni assunte sono ben evidenziate dalla struttura con cui i colori arancio si presentano in pista, che occupa una bella fetta di paddock necessaria per ospitare i due semiarticolati affiancati e distanti tra loro una decina di metri nel cui spazio è ricavata la zona hospitality; da una parte la squadra MX1 con le moto di Cairoli, Nagl e Rui Goncalves, quest'ultimo passato nella classe regina col ruolo di collaudatore della 350, dall'altra le SX-F 250 di Musquin, Shaun Simpson e del 15enne vice campione europeo Jeffrey Herlings.
«E' il momento giusto per battere i giapponesi - ha spiegato il CEO KTM Stefan Pierer - non solo a livello sportivo ma anche per quanto riguarda le vendite. Abbiamo tutta una serie di moto di nuova generazione che ci possono permettere di allargare la nostra fetta di mercato, ed una forte determinazione dataci dalla nostra grande passione per il fuoristrada e dalla convinzione di poter superare i momenti difficili».
L'arma giusta per tentare il sorpasso potrebbe essere la nuova 350 SX-F, la moto forse più intelligente e completa realizzata in questi ultimi anni per il fuoristrada. La sua garanzia è certificata dall'esperienza del dieci volte campione del mondo Stefan Everts, che ne ha sviluppato il progetto dopo averlo fortemente voluto, superando persino le resistenze di alcuni tecnici interni. Per ora bisogna attenderne lo sviluppo definitivo, ma la lista delle prenotazioni da parte di pubblico e concessionari sembra essere già alta.
Un impiego di così tante risorse sicuramente fa storcere il naso a qualcuno, che potrebbe vedere nel progetto KTM una spocchiosa prova di forza.
Il nostro punto di vista è esattamente il contrario, perché crediamo che anche le Case che hanno sino ad ora monopolizzato il mercato avrebbero potuto investire di più nello sport professionistico, come non ha fatto ad esempio la Suzuki che sino ad un paio di anni fa non aveva neppure un pilota ufficiale nella MX2.
Se anche le quattro sorelle del Sol Levante investissero quanto la KTM, il motocross sarebbe di gran lunga la Formula 1 del fuoristrada e avrebbe poco da invidiare alle discipline che si corrono su asfalto.