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44 anni dopo il successo di Broc Glover il supercross torna a Philadelphia. In Pennsylvania va in scena il quindicesimo appuntamento del Monster Energy Ama Supercross 2024.
Terzultimo round di una battaglia, quella tra Lawrence e Webb, che perdura da inizio stagione, e proprio qui, nella città di Rocky Balboa, va in scena quello che potremmo definire il primo match point per il campionato. Ogni singolo punto, guadagnato o perso, diventa ora più fondamentale che mai!
All’interno del Lincol Financial Stadium troviamo un tracciato particolarmente tecnico caratterizzato da una lunghissima sessione ritmica, ben due tavole in sequenza e ulteriori tre tripli, e una lunga serie di whoops strategicamente costruita proprio prima dell’arrivo.
Il terreno, duro, è stato reso ancora più scivoloso dalla pioggia. Una leggerissima perturbazione ha, infatti, colpito Philadelphia proprio durante la fase delle heat di qualifica. Fondo che non si è trasformato, fortunatamente, in fango ma che comunque alternava alcuni tratti con molto grip ad altri veramente scivolosi.
Per questo quindicesimo appuntamento si è optato per un day format: tutto il programma è stato anticipato e le gare si sono disputate con la luce del sole.
Per noi “del Vecchio Continente” è sicuramente una soluzione più comoda per seguire in diretta l’azione in pista senza fare le ore piccole, però il supercross senza riflettori… superfluo dire che perde un po’, bel po’, del suo fascino.
Il grande assente è sicuramente Ken Roczen. La roulette russa degli infortuni non lo ha risparmiato, e il malfunzionamento della sua sospensione posteriore durante il main event della scorsa settimana, purtroppo, lo ha obbligato ad uno stop. Frattura del piatto tibiale e del piede, fortunatamente senza la necessità di interventi chirurgici. Non è stata menzionata una data dell’eventuale rientro ma sicuramente non lo dovremmo vedere schierato nei primissimi round del National.
Il programma pomeridiano si apre con le batterie di qualifica della 450 che vengono vinte da Tomac e Anderson. Solo quarto Jett Lawrence che, nella heat #1, cade alla prima curva e mette in atto una rimonta incredibile.
Il pilota HRC sbaglia quando gli è concesso sbagliare ed è perfetto quando bisogna esserlo.
Scatta il main event e l’holeshot lo agguanta proprio il campione australiano, dietro di lui Tomac e Webb. I due compagni di squadra Monster Energy Star Racing Yamaha si scambiano le posizioni ma Jett è imprendibile. Un assolo ineccepibile. La perfezione. Una performance che, concedetemelo di scrivere, mette in imbarazzo gli altri. Sulla moto è leggero, tecnico, quei pochissimi e piccolissimi errori che commette vengono corretti in un attimo. Insomma fa sembrare il motocross, o meglio ancora il supercross, una cosa facile, semplice. Gli altri possono solo vederlo da dietro e comunque non con poca difficoltà data la distanza.
Webb deve cedere il passo a Sexton, che dopo la grande botta di Nashville sembra essere davvero in forma.
Questo weekend a fornirgli le informazioni sulla lavagna in pit lane e a curare la sua KTM ufficiale nel paddock troviamo Kyle Defoe (meccanico dell’orbita KTM/HQV/GasGas che aveva seguito Prado durante le prime gare) e non Brandon Zimmermann, da sempre meccanico di Chase e che si è portato con sè in arancio questa stagione. Che possa il problema tecnico di settimana scorsa aver minato qualche equilibrio sotto la tenda Red Bull KTM Factory Racing?
Sul terzo gradino del podio sale Jason Anderson che sorpassa proprio all’ultima curva Cooper Webb. Un sorpasso che costa al pilota Yamaha ben 2 punti in ottica campionato e che mai come ora pesano veramente ma veramente tanto.
Chiude la top 5 Eli Tomac, il quale dopo un’ottima partenza e la vittoria nella heat, in finale non riesce a stare al passo con i primi.
Piccola, ma non piccola, nota di merito per Anthony Bourdon, pilota francese, privato in sella ad una Suzuki che conquista il 21º posto. Il pilota transalpino dopo degli ottimi risultati nella costa ovest 250 in questa sua esperienza oltreoceano si toglie pure la soddisfazione di conquistare un main event 450. Lo scorso weekend di Nashville ha rivoluzionato la classifica della East Coast. Si presenta a Philadelphia con la tabella rossa Tom Vialle, Red Bull KTM Factory Racing, il quale non dovrà più preoccuparsi di Cameron Mcadoo out per il resto del supercross.
Per un pilota Monster Energy Pro Circuit Kawasaki che deve abbandonare la pista un altro rientra, parliamo di Seth Hammaker vincitore della prima batteria di qualifica. È invece Triumph a festeggiare la vittoria della heat 2 con Jalek Swoll che passa per primo sotto la bandiera a scacchi e regala così alla casa inglese, new entry nel mondo tassellato, la sua prima “vittoria”.
A vincere il main event è, però, Max Anstie. Il pilota inglese parte in seconda posizione e regola Hammaker, autore dell’holeshot, con un sorpasso da manuale del motocross, doppio incrocio di linee e via indisturbato fino alla vittoria.
Da quella che più che una gara di supercross sembrava essere una gara di Moto2 (i primi sei piloti in soli 4 secondi) la spuntano sul podio Vialle e Deegan rispettivamente secondo e terzo. Un’ottima seconda piazza per il francese della KTM che va, così, a consolidare la propria leadership in campionato.
Un vero peccato, invece, per Triumph che dopo la vittoria nella manches di qualifica era pronta a raccogliere il primo podio della storia in un main event. A due giri dal termine il suo portacolori, Swoll, sbaglia completamente la manovra di sorpasso ai danni di Hammaker. I due si ritroveranno a terra in mezzo alla sabbia e concluderanno rispettivamente 8º e 7º.
Con due round da disputare e 50 punti in palio tutto è ancora da scrivere, il gap però tra Lawrence e Webb ora è di 12 lunghezze. Un piccolo bottino che sicuramente farà dormire un po’ più serenamente il pilota Honda ma attenzione a non rilassarsi troppo! L’unica certezza quando scende il cancello è che non ci sono certezze. O meglio, l’unica certezza è che siamo davvero fortunati, come appassionati, a poter assistere ad una stagione stellare come questa.
Il prossimo appuntamento? Tra sette giorni a Denver, Colorado, casa di Tomac, chissà se l’altitudine e il tradizionale fondo duro e secco saranno in grado di rimescolare, di nuovo, le carte in tavola.