Budds Creek 2007, un plauso va fatto a Youthstream, presieduta da Giuseppe Luongo, per aver riportato in America il Cross delle Nazioni. Nobile anche l’iniziativa di supportare Wings of Life, l’associazione voluta da Heinz Kinigadner per trovare rimedi e cure ai traumi spinali.
L’America è un mondo a parte, per stile di vita, abitudini, mentalità. Anche il nostro amato Motocross cambia rispetto all’Europa.
Tutto è gigantesco, estremo, colorato: gli aggettivi si sprecano.
Cerchiamo di raccontarvi le emozioni vissute, a partire dal contatto con il pubblico yankee.
Il numero di spettatori è di per sé impressionante, ben 75.000 malati di cross hanno circondato la pista, ma non è solo quello a rapire il nostro sguardo.
Ci è rimasta nel cuore la partecipazione pazzesca con cui i tifosi seguono le gare: a ogni incitamento dello speaker – che potremmo definire il più scatenato dei presenti – risponde il boato della folla, al passaggio di Ricky Carmichael la gente urla a squarciagola
Thank you Ricky!, l’attaccamento alla bandiera lascia il segno in noi europei.
Sembra di assistere a una specialissima partita, “USA contro Resto del Mondo”.
Tifo da stadio sì, ma rispettoso delle regole come non si vede nemmeno nella vicina Svizzera. Pensate che basta una fettuccia di plastica tirata da palo a palo per contenere centinaia di persone nelle zone dedicate al pubblico, quando al Mugello non sono sufficienti le recinzioni di Alcatraz.
Della gara sapete già tutto, ma se volete sfogliare le migliori immagini potete guardare
la gallery di Moto.it.
Abbiamo vissuto questa avventura con i ragazzi della Maglia Azzura, guidati dal C.T. Andrea Bartolini. Un commissario di indubbio valore, capace di regalare all’Italia il trofeo più ambito del Motocross nel 1999 (in squadra con Federici e Chiodi).
Prima che in pista, la nazionale italiana si è fatta notare nel paddock: loro la migliore hospitality (forte di 2 camion di appoggio noleggiati in loco) e loro un’ottima organizzazione sul campo.
Tutto era studiato per mettere i piloti nella condizione di vincere.
Perché Maglia Azzura quest’anno puntava al colpo grosso, lo si capiva dal rispetto per gli azzurri mostrato dal pubblico a stelle e strisce.
Un Cairoli in piena forma sarebbe stato un cliente scomodo per tutti, lo sanno bene i piloti della MX 1 che hanno subito la sua incursione vittoriosa nel gran premio di Donington Park.
Come veloci e carichi erano David Philippaerts e Davide Guarneri.
Poteva andare decisamente meglio, inutile recriminare ora sul fondo della pista (ma quanto legava il terreno impastato con la segatura?!) o sulla mala sorte.
Certo i valori in campo autorizzavano a sognare qualcosa di meglio del quarto posto, alle spalle di Francia e Belgio.
Ma gli americani erano distanti, troppo distanti. Non solo il rullo compressore Carmichael, anche Ferry e soprattutto il velocissimo Villopoto hanno mostrato al mondo che gli USA sono la nazione da battere.
Joel Smets, l’ex campione di Motocross a Budds Creek in veste di C.T. della nazionale belga, ha avuto parole di elogio per la squadra americana:
“Gli americani hanno spostato più in là il livello del Motocross attuale. Avevo già visto in azione Ricky e lo sapevo veloce. Non mi aspettavo un Villpoto tanto forte e consistente a soli 18 anni. C’è da lavorare duro per essere veloci come loro”.
Con il Cross delle Nazioni del 2007 prende commiato dalle gare in moto il campionissimo Ricky Carmichael (
150 il numero delle vittorie raggiunte quest’anno), a cui va un premio alla carriera (e una scatola di sigari omaggio di Luongo. Per quando non correrà più…).
Ricky se ne va nel modo migliore, vincendo come ha sempre fatto. Ed è già mito: Youthstream ha creato il premio
Ricky Carmichael Motocross of Nations Award attribuito al pilota più giovane e meglio piazzato in una finale del Nazioni (vinto in questa edizione dal sedicenne svizzero Arnaud Tonus).
Nel 2009 gli Azzurri giocheranno in casa. Ci aspettiamo la grande rivincita.
Ippolito Fassati