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E’ bastato solo giorno di festeggiamenti subito dopo la conclusione della tappa imolese, per mettersi poi di nuovo a testa bassa con dieta, allenamento e concentrazione a livelli tali che i comuni mortali non sanno neanche che si possano toccare per raggiungere l’obbiettivo finale della stagione.
Mentre sino al GP di Assen era prevalere su di un fuoriclasse nove volte campione del mondo proveniente dalla Sicilia, a distanza di sette giorni dall’ennesima doppietta con cui ha sigillato il Mondiale questa volta Jeffrey Herlings ha nel mirino la star del versante statunitense Eli Tomac.
Il neo iridato MXGP sa che non è la sfida di un weekend a decretare il più forte pilota al mondo di motocross, viste le coincidenze che possono susseguirsi in un solo evento, ma la voglia di dar una lezione al suo rivale di fronte al suo pubblico in una manifestazione il cui eco spazia da una parte all’altra del globo per Jeffrey è enorme.
Anche perché ha tutte le carte in regola per poterlo fare, dalla motivazione alle stelle alla consapevolezza di aver già prevalso sul secondo pilota più titolato di tutti i tempi che col suo bel numero 222 sulla moto nonostante gli anni sulle spalle è tuttora il più arzillo di tutti.
Il confronto è appassionante, e pur di fatto quello che poi rimarrà negli annali tiene un po’ in secondo piano il risultato a squadre che sarebbe poi quello per cui è nato l’evento conclusivo dell’anno iridato.
A distanza di otto anni, l’MXoN ritorna negli Stati Uniti sul circuito di Red Bud, nello stato del Michigan, dove cinque formazioni partono favoriti per la coppa Chamberlain.
Il ruolo di spicco spetterebbe alla squadra francese mattatrice delle ultime quattro edizioni, che quest’anno però oltre ad essere stata assortita male sin dall’inizio per uno scontro tra correnti interne che ha tenuto di fatto fuori un pilota del calibro di Marvin Musquin, è stata ulteriormente penalizzata dalla forzata defezione dell’infortunato Romain Febvre previsto a fianco di Gautier Paulin e Dylan Ferrandis che invece è stato sostituito da un Jordi Tixier opacizzato subito dopo la conquista del titolo MX2.
Tenendo in considerazione il risultato di gruppo il ruolo di favorita spetta quindi alla formazione statunitense che oltre al pluricampione della Kawasaki schiera il velocissimo Aaron Plessinger e Justin Barcia. In lista per il podio ci sono anche gli inglesi (Ben Watson, Tommy Searle e Max Anstie), i tedeschi (Ken Roczen, Henry Jacobi e Max Nagl), i belgi (Clement Desalle, Jago Geerts e Jeremy Van Horebeek) e gli olandesi oltre ad Herlings schierano Calvin Vlaanderen e Glenn Coldenhoff.
E poi ci sono i nostri rappresentanti azzurri, che sulla carta avevano un ottimo potenziale vista la competitività raggiunta da Michele Cervellin che ha avuto il suo acuto con il 4° posto assoluto ottenuto nella tappa conclusiva di Imola, da un Alex Lupino, anche lui andato in crescendo con il superamento della boa stagionale, e dal sempre motivato Cairoli.
Purtroppo per questi ultimi due la trasferta emiliana è stata piuttosto pesante visto che entrambe sono stati protagonisti di cadute che non gli hanno permesso di completare il Gran Premio d’Italia, e quindi il risultato finale è del tutto incerto, e bisogna fare affidamento a tutta la loro forza interiore per superare questo loro momento difficile.
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