Le vittorie di Paulin e Frossard hanno permesso alla squadra transalpina di svettare su Belgio e Usa; paura per Cairoli caduto nella prima manche | M. Zanzani, Lettonia
Partiva tra i favoriti e la squadra francese non ha disatteso i pronostici grazie ad una formazione compatta e omogenea che si è assicurata a pieno merito la conquista della 67ª edizione del Motocross delle Nazioni. Una bella soddisfazione per Gautier Paulin, Steven Frossard e Dylan Ferrandis che hanno riportato la Coppa Chamberlain in patria mancante dal 2005.
Chiave di volta che ha portato al successo la Francia sono state le prestazioni di Paulin che nonostante le non eccezionali partenze ha vinto entrambe le manche MXGP svettando nella classifica finale su Jeremy Van Horebeek e Aleksandr Tonkov il quale si è addirittura lasciato alle spalle nientemeno Ryan Dungey. Frossard ha invece prevalso nella classe Open piazzandosi davanti a Dean Wilson e allo statunitense Eli Tomac, mentre Ferrandis ha mandato in porto due manche consistenti grazie alle quali è terminato terzo assoluto della MX2 vinta da Tommy Searle.
Dietro ai francesi si sono piazzati i campioni in carica del Belgio che nella seconda manche hanno pagato lo scotto della partenza nelle retrovie di Kevin Strijbos che si era già messo in luce per aver vinto la prima manche e che nella successiva ha invece tagliato il traguardo nono; Jeremy Van Horebeek ha invece battuto la caviglia infortunata in Brasile ma non ha mollato terminando prima quarto e poi secondo e al posto d’onore della MXGP, mentre Julien Lieber ha aggiunto un undicesimo posto.
Terzi per un soffio visto che hanno chiuso la giornata a pari punti con gli inglesi i piloti della formazione statunitense che pur trovandosi “zoppi” per una tripla frattura ad un piede di Jeremy Martin caduto il sabato per il secondo anno consecutivo non si sono dimostrati all’altezza delle aspettative e comunque non competitivi come si aspettavano.
Dungey è terminato secondo in apertura ma poi ha avuto un incrocio di traiettorie con una avversario e dopo essere finito a terra ha concluso 11°, Martin ha corso per dovere di squadra ed è stato stoico nel riuscire a raggranellare un 11° ed un 13° posto, mentre Eli Tomac ha chiuso prima 6° e poi 3° guadagnando il 3° posto della Open.
Dopo l’incoraggiante quinto posto ottenuto in qualifica, gli azzurri si sono dovuti accontentare di un sesto posto che non rispecchia il loro potenziale a causa della caduta a metà della prima manche di Tony Cairoli poco dopo aver sorpassato il suo avversario della stagione Van Horebeek. In una serie di salti consecutivi l’ufficiale KTM ha perso il controllo della sua 250 e nella caduta ha accusato un forte dolore ad un ginocchio che lo ha costretto ad abbandonare la manche.
Quella successiva l’ha disputata con grande forza di volontà per non infliggere alla squadra un altro zero, e stringendo i denti ha tagliato il traguardo 19° che sommato al 7° posto assoluto di Davide Guarneri nella MXGP e al 9° di David Philippaerts nella Open hanno piazzato il team italiano alle spalle della Germania.
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