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Per il 9° anno consecutivo Thomas Traversini guida il Team Italia al Motocross delle Nazioni mettendo a disposizione della Federmoto e dei piloti convocati la sua lunga esperienza prima come pilota e poi come commissario tecnico.
"Lo spirito con cui ci presentiamo in Olanda è lo stesso che ci ha accompagnato anche nelle altre edizioni" spiega il toscano che vanta come biglietto da visita anche il ruolo di collaudatore dei prototipi fuoristrada KTM. "Ovvero di dare il nostro meglio per onorare la bandiera italiana e la nostra nazione. In particolare il mio obiettivo come commissario tecnico è quello di fare esprimere al 100% ogni singolo elemento della squadra in modo che a fine giornata qualsiasi risultato arrivi non abbiamo nessun rimorso di coscienza per quello che è stato fatto».
Come è stata scelta la squadra quest’anno?
"E’ stato piuttosto semplice, in quanto Antonio Cairoli non era convocabile per il suo infortunio, e quindi gli altri due che si sono messi in evidenza nella MXGP sono stati Alessandro Lupino, fin quando non si è infortunato, e Monticelli che ha dimostrato una buona progressione durante tutto l’arco dell’anno. Nella MX2 invece con Michele Cervellin non disponibile anche lui per infortunio ho puntato su Forato sia perché è stato molto bravo nella EMX250 e nei GP che ha disputato, sia perché sulla sabbia è uno che può dire la sua, specie in una pista difficile come può trasformarsi quella di Assen come ha anche dimostrato nel mese che abbiamo passato in Belgio con tutti i ragazzi prima della gara di Lommel. Lui è risultato sempre il più veloce, sempre il più costante durante gli allenamenti, e questo mi ha portato a questa decisione".
Se avessi potuto scegliere la squadra ideale come sarebbe stata?
"A parte Cairoli che ovviamente avrebbe avuto il posto di capitano, devo dire che la squadra ideale è quella che ho scelto, non vedo alternativa".
La pista quindi dovrebbe essere abbastanza tosta…
"Con le previsioni meteo previste ovvero acqua da oggi a martedì prossimo non sarà un fondo facile, speriamo si sbaglino ma ne dubito".
Hai già pensato a una strategia particolare?
"Di solito al Nazioni tutte le strategie sono buone per essere modificate all’ultimo momento, perché tutto cambia in base a quello che fanno gli altri, al fondo, alla pista, agli avversari, a come è la partenza. Per cui la fai al momento, condividendola insieme ai piloti. Anche perché, per quanto mi riguarda, non mi piace impormi, ma mi piace spartire le idee".
Chi vedi tra i favoriti?
"Chiaramente i piloti di casa. Che poi erano favoriti anche l’anno scorso, con Coldenhoff che durante tutto l’anno scorso non aveva fatto niente e al Nazioni ha fatto due primi davanti al suo compagno di squadra che non era mai riuscito a superare nel Mondiale… Ma ripeto, è una gara di un giorno e può succedere di tutto a tutti, l’importante è portarla in fondo".
Per ripetere il 1° posto di Indaiatuba del ’99 cosa bisognerebbe fare?
"Avere tre piloti come quelli di allora, costantemente nei primi del Mondiale. C’era Andrea Bartolini campione del mondo 500, Chiodi iridato 125 e Federici vice campione. Anche allora non era scontato, ma partivi con una bella dose di fiducia, tutti e tre potevano fare bene e lo hanno fatto così bene che poi la vittoria è arrivata".