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Un vecchio detto recita così: ”non è tutto oro quello che luccica”. A confermare ciò è Jorge Prado nuovo pilota Kawasaki Monster Energy che per la stagione 2025 ha cambiato tutto, ma proprio tutto.
Nuovo campionato, anzi campionati, con da prima il Supercross e poi il National, nuova moto, da Gas Gas a Kawasaki, e quindi telaio in alluminio e non più in acciaio così come le Showa al posto delle WP.
JP ha proprio voltato pagina, trasferendosi in California. Forse, l’unica cosa rimasta invariata è l’obbiettivo: vincere.
In una recente intervista, rilasciata a Motocross, Jorge ha parlato di tantissime cose, spaziando dalle novità “di tutti i giorni” a quelle legate all’ambito racing e non poteva non parlare anche degli ingaggi, che in America sono sempre più alti. Ma ne siamo sicuri?
Serviva forse Prado a sfatare questo mito. Nell’ SMX i piloti guadagnano bene, più dei piloti del mondiale ma non è tutto oro quello che luccica.
Ciò che cambia è il sistema. Due mondi opposti. Se nel mondiale i piloti “vivo” e corrono grazie agli ingaggi dei team e soprattutto grazie agli sponsor personali, dall’altra parte dell’oceano si aggiunge una componente (sconosciuta in Europa) quella dei premi gara messi in palio dalla federazione e dall’organizzatore (AMA e Feld.inc in questo caso).
12000$ ecco quanto incassa il vincitore di un Main Event 450 un Sabato sera.
0.00€ quanto incassa (da Infront e FIM) un vincitore di un GP.
Non ci addentriamo nei premi gara legati agli sponsor personali, bibite e abbigliamento, in quanto sono cifre diverse da contratto a contratto e spesso coperte da clausole di riservatezza ma ci vuole poco a capire che per un Top Rider l’America offre delle opportunità incredibili.
Ma per tutti gli altri? È proprio su di loro che Prado si focalizza. Esclusi i primi dieci della 450 e i primi dieci della 250 le cifre in gioco sono molto molto simili a quelle europee con in più la differenza che la vita dall’altra parte dell’Oceano costa parecchio di più. Soprattutto, aggiungiamo noi, dove si è trasferito Jorge, in California, stato nel quale tantissimi altri piloti vivono e si allenano.
Qualcosa è cambiato negli ultimissimi anni con l’introduzione dell’SMX, con playoff e finale, dove anche i piloti nelle retrovie riescono a guadagnare delle discrete cifre, che diventano comunque piccole se comparate alle cifre che devono sborsare per allenarsi.
Prendiamo il caso di Harry Kullas, pilota estone, per tanti anni schierato dietro al cancelletto MXGP e poi emigrato negli states in cerca di “fortuna”. Lo scorso anno ha corso tutto il National 450 riuscendosi a qualificare per i playoff che ha terminato a ridosso della top ten incassando 35000$.
Siamo davvero sicuri che un pilota MXGP di metà classifica incassi meno? O, forse, davvero un pilota MXGP a ridosso della P10 negli USA può guadagnare molto di più?
Che possa, magari, essere nascosta all’interno di queste domande la risposta che molti piloti europei si danno quando pensano al sogno americano?
Lasciare un risultato “abbastanza” sicuro, e un futuro quasi certo per mettersi in gioco nel Supercross per poco di più?
Chissà se Jorge Prado farà da apripista definitivo per tanti altri giovani talenti europei come De Wolf o i fratelli Coenen che pare abbiano già ottimi contatti con la terra oltreoceano.